“Cara Garbatella” risponde a Giorgia Meloni

“Io ci provo ad essere pacata, che poi mi fanno le foto con le vene gonfie, sono della Garbatella e ogni tanto l’anima esce”: così avrebbe detto Giorgia Meloni in una manifestazione elettorale a Catania.

Ma perché la leader di Fratelli d’Italia ogni tanto tira in ballo la Garbatella associandola, tra l’altro, al lato peggiore della sua anima?  Forse identifica l’essere popolare con l’essere grevi?  A parte il fatto che non siamo un popolo di iracondi, aggressivi e parolaccioni. Forse Giorgia Meloni ha un’idea leggermente impropria del quartiere popolare di Roma sud, dove vanta di essere nata e cresciuta (?).

Non vogliamo ricordarle il carattere antifascista e solidale del quartiere operaio e popolare, il prezzo pagato durante gli anni del fascismo e dell’occupazione tedesca. Non vogliamo ricordarle i nostri martiri alle Fosse Ardeatine. Capiamo che lei non voglia leggere la Storia come noi. Fatto sta che alla Garbatella non l’abbiamo mai vista, se non in qualche selfie sui social. Sappiamo che ha militato da giovanissima nella sezione del Movimento sociale italiano di via Guendalina Borghese, che al di là dell’attacchinaggio di qualche manifesto con la fiamma tricolore non ha mai avuto un ruolo rilevante nella vita sociale e politica del quartiere.

Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti, ma neanche negli ultimi anni abbiamo visto la leader di Fratelli d’Italia partecipare alla vita della Garbatella.  Ad esempio agli eventi culturali organizzati dall’Università Roma Tre al teatro Palladium o all’hub culturale Moby Dick dalle associazioni cittadine, alle manifestazioni in occasione del Centenario o alle tante iniziative di solidarietà del quartiere negli anni difficili della pandemia.

Garbatella, lo dice il suo stesso nome, è di natura garbata.  Se l’avesse frequentata veramente avrebbe potuto imparare a non perdere le staffe.

Di Gianni RIVOLTA

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