Magliette e vestiti estivi per i senzatetto al T-shirt party della Comunità di Sant’Egidio

Dopo il “Coperta party” e le numerose attività di raccolta di vestiario messe in atto dalla Comunità di Sant’Egidio Garbatella-Eur per riscaldare le gelide notti dei senzatetto durante l’inverno, con l’arrivo della stagione calda ecco il “T-shirt party”, l’aperitivo solidale che si svolgerà giovedì 25 maggio dalle ore 20,00 alle 21,30 presso la chiesa di Sant’Eurosia in via delle Sette Chiese 101. Accompagnati da cibo e musica dal vivo, sarà possibile donare magliette, slip, calze o fare un’offerta in denaro per acquistare articoli di biancheria intima e capi estivi che, durante il servizio docce, i volontari della comunità forniranno ai clochard.

Le dichiarazioni di Paolo Severi

“L’esigenza di realizzare questa iniziativa nasce dal servizio docce che mettiamo a disposizione dei senza fissa dimora, in cui offriamo biancheria intima nuova e pulita a tutti coloro che vengono a lavarsi”. Spiega Paolo Severi, coordinatore dei volontari della Comunità Sant’Egidio di quartiere. “Invitiamo infatti i cittadini a portare in primis calze, slip, canottiere e reggiseni, ma saranno graditi capi di ogni genere, l’importante è che siano nuovi e adatti a questa stagione. Per altri tipi di vestiario – specifica – come le giacche invernali, è possibile invece rivolgersi alla Città Ecosolidale di Sant’Egidio, il nostro punto di raccolta permanente che si trova in via del Porto Fluviale 2, aperto durante tutto l’anno il mercoledì e il sabato mattina dalle 9,00 alle 13,00”.

“Il “T-shirt party” – prosegue Severi – è quindi più circoscritto al servizio docce ma si occupa anche di sostenere l’altra attività che svolgiamo con i senzatetto, ossia la “Casa di accoglienza dei senza fissa dimora” in via Bompiani, autofinanziata dalla Comunità di Sant’Egidio, dove stanno già vivendo quattro persone che prima si trovavano in strada. Purtroppo – aggiunge – da dopo la pandemia è diventato molto costoso fare lo smistamento e in particolare la sanificazione dei capi. Prima del lockdown erano presenti sul territorio diversi punti di raccolta, oggi siamo rimasti in pochi e la richiesta di vestiti è aumentata a dismisura. Per questo – conclude Severi – il contributo di ognuno di noi è fondamentale”.

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