“La nuova cantinetta”

Una cucina eccellente che vince sul galateo

“La nuova cantinetta”

di Guido Barbato

Se vi sentite pronti ad affrontare un oste dal carattere un po’ difficile e a sostenere l’impatto con un trattamento non proprio cordiale e accogliente, allora potrete fare un’esperienza gastronomica di grandissimo livello alla trattoria “La nuova cantinetta”. …..

Una cucina eccellente che vince sul galateo

“La nuova cantinetta”

di Guido Barbato

Se vi sentite pronti ad affrontare un oste dal carattere un po’ difficile e a sostenere l’impatto con un trattamento non proprio cordiale e accogliente, allora potrete fare un’esperienza gastronomica di grandissimo livello alla trattoria “La nuova cantinetta”.
Raccomandazione fondamentale: riservate assolutamente il posto per telefono con anticipo, perché se vi presentate senza prenotazione la parolaccia è assicurata (tel. 065135809).
Ci era già capitato in passato di provare a cenare in questo locale ma, non essendo per l’appunto muniti di prenotazione, eravamo stati respinti a male parole. La curiosità però ci ha spinto a riprovare: ci siamo detti che, se un locale dove l’oste è così scorbutico è sempre pieno, un motivo ci deve pure essere. E il motivo lo abbiamo trovato: un menù vastissimo di prelibatezze della cucina tradizionale romana, cucinate ad arte e in porzioni abbondantissime, con prezzi veramente tra i più bassi del quartiere.
In più abbiamo constatato che, superato il primo impatto, il rapporto con il gestore del locale può anche essere piacevole.
Si chiama Paolo Sanna il nostro amico ed ex maltrattatore.

La qualità della sua cucina gli permette di non dedicarsi troppo ai fronzoli del galateo, ma quando ci entri in confidenza scopri una persona gentile, un po’ timida, ma anche sorridente, scherzosa e persino autoironica. I suoi avventori sono prevalentemente clienti abituali, con i quali intrattiene rapporti anche amichevoli (lo abbiamo addirittura visto fare moine affettuose ad un bimbo in passeggino !!).
“Li conosco tutti e, quando vedo una faccia nuova, sono sospettoso. Però se mi stanno simpatici sono anche contento di avere ogni tanto nuovi clienti”. Con queste parole Paolo ci spiega, un po’ compiaciuto e un po’ dispiaciuto, i suoi modi burberi. Ricorda pure come nei primi tempi il locale fosse frequentato da gente equivoca della quale si è sbarazzato ben presto. Lui, che ha un passato da trasportatore e operaio, gestisce la trattoria da dieci anni, aiutato dalla cognata Alessia e dalla suocera Augusta in cucina, che invece ha una tradizione familiare e una vita di esperienza nella ristorazione.
E’ lei l’anima creativa di questa trattoria straordinaria, ma essendo persona schiva e riservata lascia al genero la parola. E Paolo continua la chiacchierata sfoggiando con orgoglio il suo menù, che comprende almeno venti primi, venti secondi e altrettanti contorni, includendo i piatti tradizionali romani e alcune particolarità veramente difficili da trovare, come i nervetti, bolliti vari o la misticanza ripassata, “tutto cucinato espresso, con olio extravergine, pochi fritti, … come se
stessi a casa tua; er sugo de la coda sta sur foco da la matina a le dieci, così che poi a carne te se squaja ‘n bocca.
Nun te so dì un primo sbajato, ma l’amatriciana che famo noi nun se trova in tutta Roma. Coda, animelle e trippa li famo er martedì, perché è er giorno che macellano. E poi famo un tiramisù artiggianale veramente favoloso. Er vino sfuso lo piamo a li Castelli, a Gallicano”.
Noi dal canto nostro abbiamo provato in prima persona i superbi rigatoni con melanzane e caciocavallo, abbacchio a scottadito e saltimbocca alla romana tra i migliori di sempre.
E veniamo al locale: si trova in Via B.Brollo, 7, una traversa di Piazza Bonomelli, quasi in fondo a Via Guglielmo Massaia, all’interno del Lotto 27. E’ uno dei punti storicamente e architettonicamente affascinanti del quartiere, vicino ai cosiddetti “alberghi”. Il locale sorge quasi sotto allo storico ritratto murale della Garbatella che ne suggerisce le mitiche origini, e il suo ingresso è proprio affianco al graffito risalente alle elezioni politiche del 1948 e restaurato nel 2004 dalla Scuola comunale per le arti ornamentali, che con “Vota Garibaldi” esortava a votare per il Fronte popolare. Insomma, siamo nel cuore della Garbatella popolare e antifascista, e il locale è uno dei più antichi del quartiere, per tanti anni adibito a osteria per la mescita del vino. Oggi è aperto a pranzo e cena tutti i giorni tranne la domenica. Nella bella stagione utilizza anche un grazioso e fresco cortile circondato da rampicanti profumati, offrendo un angolo al riparo dalla calura estiva.
Paolo si congeda specificando che “bada però che hai da prenotà, perché quanno ho raggiunto i cinquanta coperti la ggente la manno via, perché sarò pure scorbutico ma nun me piace fa’ aspettà li clienti. Me piace falli contenti e esse contento io quanno vengono”. E ci saluta con un
sorriso e una calda stretta di mano che ne svelano definitivamente il carattere sostanzialmente amichevole e affettuoso.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 4 – Luglio 2007

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