“La fiera delle Falsità” presentato a Casetta rossa

 “La fiera delle Falsità” presentato a Casetta rossa

 

L’eccidio delle Fosse Ardeatine, tra memoria e falsità, continua a distanza di ottant’anni ad interrogare storici e cittadini. Su questi temi il 18 aprile è stato presentato a Casetta Rossa  La fiera delle falsità, edizioni Donzelli. Il libro è un dialogo tra Lutz Klinkhammer, Vicedirettore dell’Istituto storico germanico in Italia e Alessandro Portelli, uno dei padri fondatori della storia orale, già professore ordinario di Letteratura angloamericana all’Università degli studi di Roma ed autore de “L’Ordine è già stato eseguito”.

L’incontro introdotto da Maya Vetri, assessora alla cultura del Municipio VIII e coordinato da Annabella Gioia, membro del direttivo IRSIFAR,  ha approfondito molti aspetti della percezione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, cercando di evidenziare le tante mistificazioni che ancora oggi vengono diffuse e di indirizzare sul binario dell’onestà intellettuale il racconto dell’accaduto.

Memoria Collettiva

Il testo affronta il tema della distorsione della memoria collettiva sulla più grande strage patita dalla città di Roma il 24 marzo 1944. Una questione che è ancora in bilico tra la consapevolezza che la Resistenza fu un’opposizione inevitabile per liberare l’Italia dall’odiosa occupazione nazifascista e revisionismo storico da parte di coloro che non hanno fatto i conti con il passato e che tentano ancora oggi di mettere in discussione il valore fondante della lotta di liberazione. Tutti gli aspetti che hanno portato, a 80 anni dall’evento, a questa falsa percezione di ciò che avvenne, sono trattati nei capitoli del libro.

Bombardamenti “amici”

Uno dei temi toccati durante l’evento è stato quello dei bombardamenti “amici” da parte delle truppe alleate, che fu oggetto di una percezione erronea sia da parte di chi sganciava le bombe non conoscendo la situazione di Roma “Città Aperta”, sia da parte dei cittadini della Capitale che subivano il fuoco di chi doveva liberarli dall’occupante nazista.

Le forme della violenza

Altro tema trattato è stato quello delle forme della violenza usate. Una “violenza calda” fu quella perpetrata dalle milizie che si trovavano sul territorio, che in un primo momento volevano fucilare tutti i civili rastrellati nei paraggi di via Rasella. Una “violenza fredda”, decisa dagli apparati politici per instillare nell’opinione pubblica false credenze.

Memoria e Storia

La discussione si è poi orientata sul rapporto tra memoria, tipicamente il modo in cui le singole persone ricordano e interpretano gli eventi, e storia, che sinteticamente è un racconto degli eventi trascorsi basato su evidenze documentali.

Menzogne e propaganda

Successivamente si è parlato della menzogna propagandata a più riprese secondo la quale i partigiani sarebbero stati a conoscenza del fatto che alla loro azione sarebbe seguita una feroce rappresaglia,
accompagnata dall’ulteriore falso storico che i nazisti avrebbero affisso manifesti chiedendo ai partigiani responsabili dell’attentato di costituirsi.

Conclusioni

In conclusione, la mistificazione operata da membri del governo in carica in relazione ai componenti del battaglione Bozen (obiettivo dell’attentato di via Rasella) e le accuse mosse ai partigiani, propongono una narrazione finalizzata alla costruzione di una memoria collettiva basata su un falso storico.

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