A ottant’anni dalla battaglia della Montagnola

Di Anna Di Cesare

Montagnola non dimentica: a 80 anni dall’armistizio dell’8 settembre, si sono appena concluse due giornate di commemorazione e iniziative culturali rivolte alla cittadinanza. Rievocazioni storiche, discussioni, laboratori per bambini, passeggiate, visite guidate, una mostra fotografica: un programma molto intenso organizzato dal Municipio VIII in collaborazione con le associazioni culturali del quartiere, al fine di racchiudere in due giorni il patrimonio collettivo accumulatosi in quasi un secolo di storia e di memoria.

Era la notte dell’8 settembre 1943 quando, a termine di una giornata di festeggiamenti per via dell’armistizio appena annunciato, una colonna tedesca tentò di sfondare la linea difensiva della Magliana presidiata da un reggimento di Granatieri. Il generale Gioacchino Solinas ordinò di rispondere all’attacco, dando il via al primo atto di resistenza ufficiale, la prima forte e inequivocabile risposta all’occupazione nazista.

Di questo ha parlato sabato scorso il generale Carassino, presidente dell’Associazione Granatieri di Sardegna, durante la cerimonia commemorativa che si è tenuta in piazza Caduti della Montagnola. “In qualità di presidente dell’associazione nazionale Granatieri di Sardegna” ha esordito il generale, “sono qui in questo luogo ricco di significato per commemorare non solo i caduti civili ma anche i soldati. Davanti al monumento che ricorda i caduti non sono necessari eloquenti discorsi ma occorre meditare e ringraziare tutti coloro che hanno combattuto dando la vita per la liberazione del nostro paese.

La divisione Granatieri di Sardegna all’indomani della caduta del regime fascista e col paese ancora in guerra aveva ricevuto il compito di difendere la citta di Roma. I piani militari prevedevano una linea di difesa a sud contro la minaccia tedesca. A tutti quei soldati rivolgo un sentito grazie.”

Anche i civili impugnarono le armi

La battaglia della Montagnola non vide protagonisti solo i corpi dell’esercito, anche numerosi civili, come ha ricordato Valeria Baglio, presidente dell’assemblea capitolina scesero in capo al loro fianco : “Oggi è una giornata di profonda emozione e rispetto per la nostra storia collettiva.

Tra il 9 e il 10 settembre ‘43 si è svolta la battaglia della Montagnola, una difesa eroica che viene considerata uno dei primi atti di resistenza. Dopo quel fatidico 8 settembre” ha proseguito, “seguirono molte atrocità compiute dai nazisti, di cui la più terribile è forse il rastrellamento del ghetto il 16 ottobre ’43, che non dobbiamo dimenticare”.

La memoria collettiva, infatti, deve servirci da cemento e pilastro. Ricordare il sacrificio di tanti è un modo per nutrire ogni giorno sentimenti di speranza e di orgoglio e per sentire vicini a noi i valori della nostra Costituzione” ha concluso Valeria Baglio, sottolineando l’importanza di trasmetterli anche alle nuove generazioni attraverso le scuole e le associazioni.

La centralità del dialogo con i giovani è stata ribadita dal presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri: “Teniamo a mente quanto l’appuntamento che oggi condividiamo non solo chiami in causa la storia, ma il ruolo determinante che ebbero negli anni successivi i protagonisti che ne hanno conservato la memoria” ha dichiarato il minisindaco. “Noi oggi abbiamo la responsabilità di continuare a tenere viva questo ricordo per altri 80 anni.”

Il ricordo di Don Occelli e del fornaio Quirino Roscioni

Don Occelli, Romolo Dorinzi, Suor Teresina, Domenica Cecchinelli, Quirino Roscioni: questi sono alcuni dei nomi più noti agli abitanti della Montagnola. Persone comuni che hanno dato la propria vita per la lotta antinazista, sia combattendo in prima persona, sia nascondendo e assistendo i feriti e i moribondi. A ricordarli, sabato scorso, una rievocazione storica che si è snodata tra le vie del quartiere, nei luoghi che li hanno visti protagonisti, oltre ai numerosi murales che ormai da anni si affacciano sulle pareti del quartiere.

Di queste numerose e variopinte opere di arte urbana si è parlato domenica 10, durante una visita guidata organizzata dall’associazione Dominio Pubblico, che ormai da sei anni segue da vicino la loro realizzazione. “L’obiettivo di questa iniziativa appena conclusa” spiega Clara Lolletti, membro dell’associazione, “è coinvolgere i giovani facendoli interagire con la storia dei loro quartieri: Montagnola e San Paolo.

Per la realizzazione dei murales ci siamo sempre ispirati alle storie locali, siamo sempre partiti dai sentimenti più vivi e dagli argomenti più sentiti nei luoghi nei quali abbiamo operato.” Essendo Montagnola un quartiere con una forte connotazione politica e una grande sensibilità per il tema della Resistenza, i murales non potevano non toccare i temi della lotta antifascista e della memoria, cercando anche di coinvolgere le scuole.

Nel cortile della  media Poggiali Spizzichino, infatti, numerose opere affrontano il tema della memoria in senso lato, mentre su una parete esterna della sede in via Aristide Leonori, un enorme disegno rappresenta Quirino Roscioni, il fornaio che mise a disposizione il proprio forno per le truppe italiane resistenti, e che perse la vita durante la battaglia della Montagnola.

Raffigurarlo insieme a un cesto di pane è un modo per ricordare insieme il suo lavoro e la sua fede politica.

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