Il Maestro Gianpistone dalla Garbatella al mondo

Il Maestro Gianpistone dalla Garbatella al mondo

di Francesca Vitalini

“Attraverso la mia pittura ho voluto cogliere l’essenza della realtà che ho sperimentato con viaggi reali, molti, e fantastici”. Esordisce così il Maestro Gianpistone, da poco superati gli 87 anni. Nato a Roma, nella zona Ostiense, “in un palazzo talmente popolare che ospitava la Maternità”, ricorda.
Inizia ad esprimersi attraverso la pittura casualmente, per una sorta di rivalità nei confronti di una giovane fidanzatina, cantante lirica: stanco di dover essere sottoposto ai suoi impegni, decide un giorno di comprare dei cartoni telati, dei colori, un tubetto del bianco ed alcuni pennelli. Inizia, così, a dipingere e si avvicina al gruppo de “I Pennellati”, dopo qualche mese si aggiudica il premio di incoraggiamento alla carriera della Galleria di Arte Moderna di Roma.
“I miei inizi sono divertenti – continua il Maestro Gianpistone – e la mia esperienza dimostra che ero un pittore da prima che iniziassi a dipingere.
Considero la pittura una maniera di esprimermi, un percorso che avevo dentro e che si è manifestato ad un tratto”.
La pittura si collega ad altre forme d’arte: il teatro e la scultura, tanto che nel 1957 partecipa con due opere alla “Biennale Internazionale di Carrara” e nel 1966 fonda a Testaccio lo Studio Arte Equipe ’66 aprendolo al mondo con eventi di teatro d’avanguardia, poesia, jazz, folclore di numerosi paesi e con laboratori teatrali ed artistici per persone con disabilità.
Quasi parallelamente inizia una serie di viaggi in tutta Europa: dalla Groenlandia alla Grecia, dall’Inghilterra all’Unione Sovietica.
E, poi, America ed Africa, dall’Egitto al Sud Africa. Nel 1966 compie il primo dei tre viaggi in Estremo Oriente, arrivando in Indonesia, in Cina ed in Giappone. Numerosissimi i viaggi in Medio Oriente uno dei quali in macchina, fino alle soglie di Kabul in Afghanistan. L’India è il paese dove ha raccolto le maggiori esperienze, attraversandola dal Sud al Nord alla ricerca di una “verità assoluta”.
“Quando arrivavo in un posto – racconta il Maestro – avevo l’atteggiamento di un neofita desideroso di apprendere e di fissare sulla propria pelle, come un tatuaggio, l’esperienza del viaggio… Con il passare del tempo, però, i “tatuaggi” sbiadivano ed avevo bisogno di vivificarli di nuovo con altri viaggi”.
Nel cogliere l’essenza della realtà umana e naturale che si manifesta sotto ai suoi occhi si compongono i suoi cicli pittorici, tra i quali, per citarne alcuni: Entromondo, Natura Mirabilis, I colori del sacro, Le vie della seta, Le origini delle scritture, Memorie, Mediterraneo, Alle origini della cultura europea, Ierofanie, ospitate in più di 200 mostre personali in Italia, tra le quali, al Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma, nel 2000, e in prestigiosissime esibizioni all’estero. Dal 1954 il pittore Gianpistone partecipa attivamente alle maggiori rassegne nazionali, conseguendo in oltre venti anni di attività oltre duecento premi (fra cui dodici medaglie d’oro). Da ricordare fra questi, il significativo riconoscimento alla sua opera e alla nuova dimensione della ricerca, il “Premio  Enrico Mattei” (1974).
Oggi la sua opera, in attesa di future mostre personali, può essere ammirata presso il suo studio di Poggio Moiano, nota cittadina in provincia di Rieti, dove una volta al mese la figlia, Sabina Pistone, organizza delle visite guidate in compagnia dell’artista e, permanentemente, presso il “Museo Etnologico delle Maschere di Cartapesta Gianpistone”, che raccoglie circa 500 maschere in cartapesta, che l’artista romano ha realizzato, riproducendole dai modelli africani e asiatici e da modelli carnevaleschi italiani.
Cos’altro rimane da cogliere in un’esperienza così vasta e poliedrica?
“Il Gazometro – conclude il maestro Gianpistone – nella mia giovinezza ho provato più volte a catturarlo: andavo davanti alla sua struttura, così aerea, e mai sono rimasto soddisfatto di come la riproducevo perché le mie spatolate non riuscivano a rappresentarne la leggerezza”.

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 12 – Aprile 2016

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