Carlo Cirilli, pittore della quotidianità

Carlo Cirilli, pittore della quotidianità

di Tatiana Della Carità

Carlo Cirilli, nato nel 1937 alla Garbatella – dove risiede tuttora – da genitori toscani, può sicuramente essere considerato un artista completo: oltre ad essere un pittore di talento che ha ottenuto notevole successo in Italia e all’estero, …..

Carlo Cirilli, pittore della quotidianità

di Tatiana Della Carità

Carlo Cirilli, nato nel 1937 alla Garbatella – dove risiede tuttora – da genitori toscani, può sicuramente essere considerato un artista completo: oltre ad essere un pittore di talento che ha ottenuto notevole successo in Italia e all’estero, Cirilli ha una grande passione per la musica, è un ottimo cuoco (ha anche vinto un premio per una ricetta inventata da lui, i “Garbantini”, degli involtini ripieni di carciofi e formaggio), ha disegnato alcuni gioielli e si è cimentato nella realizzazione di opere in ceramica.

Sopra, Carlo Cirilli nel suo accogliente appartamento nel cuore della Garbatella ci mostra alcuni suoi quadri. In alto a destra ritratto di donna opera del maestro Nel corso degli anni, il confronto con il pubblico si è rivelato dunque positivo: ad esempio, ebbe un grande successo nel 1969 una mostra ispirata a Beethoven e composta da 9 quadri (uno per ogni sinfonia dal celebre musicista). Quella esposizione rappresentò un episodio felice nella vita del pittore, così come può essere considerata fortunata la conoscenza con lo scrittore e pittore Carlo Levi: quest’ultimo, autore a sua volta di numerosi importanti dipinti, ebbe il merito di scoprire il talento di questo nostro artista in erba che, grazie al suo interessamento, ebbe la possibilità di allestire la sua prima vera mostra in un’importante galleria di Via del Babuino.
Cirilli inaugurò da giovanissimo il proprio avvicinamento all’arte: sul muro del palazzo in cui vive è ancora possibile osservare un nudo di donna che disegnò con un carboncino all’età di 11 anni, mentre nel periodo in cui si verificò il suo incontro con Levi, vista la sua occupazione di fruttivendolo realizzava ritratti sulla carta assorbente usata al negozio. Inoltre da ragazzino tentò, per un certo lasso di tempo, di imitare lo stile picassiano, per poi accorgersi però che le figure spigolose tipiche del pittore di Malaga non corrispondevano al suo genere.
Concentrò quindi sempre di più il proprio interesse sui volti, poiché attraverso lo sguardo dei soggetti rappresentati riesce a trasmettere emozioni e sensazioni: la sua pittura non è tanto concentrata sulla raffigurazione della bellezza quanto sulla comunicazione degli stati d’animo e dei pensieri dei personaggi. In questo tipo di arte, fortemente umanizzata, è inoltre presente un’importante componente politica e sociale: viene spesso rappresentata la famiglia, anche nei suoi aspetti meno lieti, anche in quelle situazioni spiacevoli che vedono un nucleo familiare forzatamente unito per obblighi sociali o morali, oppure dilaniato da problemi di natura lavorativa, individuale ed economica.

Sopra, Carlo Cirilli nel suo accogliente appartamento nel cuore della Garbatella ci mostra alcuni suoi quadri. In alto a destra ritratto di donna opera del maestroIn tali realizzazioni i colori hanno un peso fondamentale.
Infatti, anche se le tinte scure sono decisamente predominanti, non mancano mai i punti di luce. Come si può dedurre, così vuole rappresentare un presente drammatico, triste o complicato, nel quale però non si deve abbandonare la speranza e la fiducia in un futuro migliore e sereno.
L’attenzione dell’autore si concentra dunque non solo sui soggetti ma anche sul contesto che li circonda. Infatti nelle opere vengono rappresentati anche i pregiudizi e i timori partoriti dalla società nonché i mali da cui questa è afflitta: l’artista è infatti molto interessato non solo all’ambito sociale e politico ma anche alle questioni inerenti alla interculturalità, alla multietnicità e alla differenza tra le condizioni di vita nei vari paesi. Cirilli rappresenta sovente circostanze che ha vissuto personalmente e situazioni tipiche della quotidianità. La sua produzione si caratterizza anche per la mancanza di movimento, quindi per la sua staticità, e attraverso questo canale l’autore trasmette all’osservatore la sua opinione: “… Nei miei quadri c’è staticità  perché io credo che il nostro tempo non abbia prodotto molto dal punto di vista artistico e umano, nonostante la scienza e la tecnologia abbiano compiuto grandi progressi …”.
Allo stato attuale il legame di questo artista con il rione d’origine è piuttosto labile: ha avuto modo di viverlo soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza, mentre nell’età adulta non ha coltivato con intensità i contatti in zona. I suoi amici risiedono in altre aree della capitale, ma ciò non toglie che il nostro personaggio sia profondamente affezionato a questo quartiere, dei cui ricordi, in fondo, è un po’ innamorato. 

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 4 – Luglio 2007

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