Ha chiuso l’edicola della stazione metro della Garbatella

Un’altra chiusura determinata dalle scelte di Atac.

Purtroppo il problema principale non è la digitalizzazione e la crescente difficoltà della carta stampata di rimanere in vita, almeno non in questo caso specifico, ma sono i criteri aziendali di Atac che hanno determinato di fatto la chiusura dell’edicola della stazione metro Garbatella. Un punto vendita di giornali che metteva a disposizione tra l’altro servizi legati a varie tipologie di pagamenti sempre più utili e necessari ai cittadini, considerando il fatto che la popolazione del quartiere è costituita in larga parte da persone di età avanzata. Il 18 febbraio scorso, infatti, i viaggiatori e i cittadini hanno trovato la saracinesca dell’edicola abbassata e così rimarrà.

La rescissione del contratto di locazione per scelta di Atac, e quindi lo sfratto, alle rivendite di giornali che spesso associano anche e -non solo- i tabacchi all’interno delle stazioni metropolitane della linea B, costringe gli edicolanti a chiudere.
Infatti negli anni l’Azienda dei trasporti pubblici ha deciso di interrompere l’attività a diverse rivendite.

Così dopo le sentenze di sfratto ai punti vendita di Policlinico, Tiburtina, Termini, Piramide è arrivata anche per Garbatella, nonostante abbia creato negli anni una relazione di assoluta affidabilità e disponibilità nei confronti del pubblico sia affezionato che di passaggio.

Il servizio che offriva era molto importante : cambio moneta, acquisto dei biglietti per i mezzi pubblici qualora le macchinette automatiche non fossero funzionanti, acquisto di giornali, guide turistiche e ciò che può fornire un esercizio di questo genere. Soprattutto era un punto d’incontro tra generazioni, dato che accanto è situato il frequentatissimo centro sociale anziani Pullino “Francesco Giaquinto”.

Una persona che frequenta assiduamente il centro esprime il suo disappunto e sottolinea che: “L’edicola era fondamentale per comprare il giornale al mattino e poi puntare dritti al bar per la colazione, come se fosse un rituale di socializzazione, che sfociava al Centro anziani. Abbiamo perso un punto di riferimento e adesso noi come faremo? A chi potremmo chiedere informazioni? O anche semplicemente commentare la partita del giorno prima?“

La titolare dell’edicola, con gli occhi lucidi non ha voluto aggiungere altro, visto che è molto tempo che combatte questa battaglia e che ora,  arrivata al capolinea,  è stata costretta ad arrendersi di fronte a queste decisioni incomprensibili.

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