Impennata degli affitti per gli studenti universitari

Schizzano alle stelle i prezzi degli affitti per gli universitari in tutta la città. Dopo una contrazione generale causata dalla pandemia, infatti, la domanda di stanze, posti letto e appartamenti ha addirittura superato l’offerta. Focalizzando l’attenzione sul Municipio VIII, dove è di casa L’Università degli Studi Roma Tre, la situazione è alquanto allarmante. Tra iscritti, docenti, amministrativi, tecnici e bibliotecari l’ateneo conta oltre 36 mila persone, poco più degli abitanti del capoluogo veneto di Belluno. Una città nella città, che a fronte dei rincari delle pigioni, dei servizi e dei beni di prima necessità, sta diventando sempre più escludente.

A Roma per una stanza singola si paga in media 465 euro, mentre è di 248 euro il prezzo per un posto letto in una doppia, cui va aggiunto il costo delle bollette, del condominio e l’anticipo di almeno due mensilità. Naturalmente, più ci si avvicina all’ateneo più aumentano i prezzi. Solo alla Garbatella, nell’ultimo anno, si è registrato un aumento dei canoni d’affitto dell’8,59%.

Indagine sugli iscritti di Roma Tre

Gli studenti iscritti a Roma Tre ai corsi di laurea sono oltre 32 mila tra i 18 e i 26 anni; di questi il 75% è residente a Roma o in provincia, il 10% è residente nel Lazio e il rimanente vive in altre regioni. La maggior parte dei fuori sede che frequenta Roma Tre, escludendo il Lazio, proviene dalla Campania (2,2%), dalla Puglia (1,8%) e dall’Abruzzo (1,5%): migliaia di studenti e studentesse in cerca di un alloggio.

Purtroppo, viste le cifre richieste, non tutti possono permetterselo per cui o rinunciano allo studio, oppure si affidano alla famiglia per le spese. L’alternativa, soprattutto per chi abita nel Lazio, è una vita da pendolare o, pur di poter vivere in città, si è costretti ad accettare lavori saltuari, spesso rinunciando a una sessione d’esame, o accontentarsi di un posto letto in una stanza condivisa in zone periferiche, spesso anche in condizioni fatiscenti e con contratti in nero.

Alla domanda di alloggi e di contributi per facilitare l’accesso all’università, non sono assolutamente sufficienti le misure di welfare studenteschi. Roma Tre, per esempio, non dispone di residenze proprie e si occupa degli alloggi per gli studenti DiSCo Lazio, l’ente Regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza, che mette a disposizione alloggi a prezzi vantaggiosi rispetto alle alternative: il costo mensile è generalmente di 194 euro per una stanza singola e 167 euro per una doppia; non a caso le domande presentate sono numerose. A livello cittadino, quest’anno ne sono state accettate 9.760, ma al momento della pubblicazione della graduatoria di ottobre solo 2.206 persone hanno vinto il bando per un posto letto, mentre le restanti 7.554 sono risultate idonee non beneficiarie, e praticamente rimaste senza casa.

Assenza di strutture convenzionate

Nel Municipio Roma VIII non ci sono ancora strutture convenzionate, anche se nel novembre del 2021, è stata inaugurata una nuova residenza a via della Vasca Navale, in una posizione strategica, ben collegata a varie facoltà e dipartimenti, con una capienza di 200 posti. Ad oggi però non ci sono ancora notizie sulla sua effettiva apertura.

Una delle ragioni della carenza di alloggi è sicuramente da ricercare nel fenomeno turistico, per cui i proprietari trovano più vantaggioso trasformare gli appartamenti in Airbnb, piuttosto che affittarli agli studenti. Inoltre, vi è sempre una più diffusa diffidenza nei confronti della popolazione studentesca, che invece di essere considerata un motore di crescita dell’economia, è spesso giudicata come generatrice di degrado.

Il coordinamento universitario Link è sceso in piazza

Recentemente il coordinamento universitario Link è sceso nelle piazze italiane con la campagna “Attendiamo una casa” contro il caro affitti. A Roma ha scelto di manifestare sotto la sede della Regione Lazio e in quell’occasione è riuscito ad accordare un tavolo di lavoro tra Regione e Comune di Roma per revisionare i regolamenti sui contratti di affitto per studenti fuori sede, oltre a chiedere che venissero realizzati nuovi bandi.

Come movimento cittadino inoltre, ha realizzato un questionario sull’emergenza abitativa in cui sono emerse risposte a dir poco preoccupanti: per quanto riguarda gli affitti privati, sono frequenti casi di locatori invadenti, che dettano regole troppo asfissianti andando di fatto a ledere il principio di solidarietà sociale o che per pregiudizio arrivano a chiedere dettagli sempre più personali per crearsi un’idea di affidabilità, ma anche locatori che si disinteressano totalmente delle condizioni dell’appartamento o avanzano addirittura proposte sessuali promettendo in cambio uno sconto sul canone. Link, infine, si è fatto promotore della realizzazione di una mappatura delle costruzioni sfitte o abbandonate, in modo da poterle riqualificare e renderle nuovamente abitabili, piuttosto che costruirne di nuove consumando ulteriore suolo.

Previsioni destinate ad aggravarsi

Le previsioni sui costi degli affitti sono destinate ad aggravarsi in seguito al nuovo decreto legge che prevede la sostituzione del Reddito di cittadinanza con la Mia (Misura per l’inclusione attiva); un provvedimento che ridurrà drasticamente la platea di percettori del reddito e la durata dell’erogazione. Il sussidio fino a oggi era previsto, seppur con requisiti molto stringenti, anche per alcuni universitari, che invece si vedranno tagliati fuori. Sulla questione del reddito si sta battendo il Comitato Molto più del reddito, che vede l’adesione di tante realtà territoriali, tra cui: Csoa La Strada, Acrobax, Casale Garibaldi.

Il comitato, infine, auspica una ripresa del dibattito per istituire in Italia un salario minimo legale, che contrasti il lavoro povero e gli stipendi da fame e che renda il diritto allo studio non una questione di classe, ma una reale possibilità per tutti e tutte.

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