“Garbatella effetto notte”, in libreria il noir di Sara Reale

“Indifferente alla metropoli, la Garbatella aveva continuato a viaggiare a un ritmo tutto suo”: è questo il ritratto del  quartiere che emerge fin dalle prime pagine di Garbatella effetto notte, primo romanzo di Sara Reale, edito da Affiori. L’intero libro è retto da un’idea di fondo: il valore della comunità che sfida il degrado; un valore che, mentre in molti quartieri della Capitale si è perso, nella piccola borgata giardino, nonostante le numerose limitazioni imposte negli ultimi tempi dalla pandemia, stenta ad affievolirsi. Luoghi d’incontro e spazi pubblici fanno da sfondo alla maggior parte delle scene. Tra lotti e scale, ponti e piazze si sviluppano le vicende dei protagonisti, che non sono solo personaggi letterari ma anche il riflesso di tutti noi. Chi non è mai entrato nella gelateria Gelato Baciato? Chi non è mai andato al teatro India o al Parco della Regione? Chi non è mai passato sul ponte Spizzichino, sul ponte di Ferro o davanti al Gazometro?

Dove è ambientato

Sono proprio questi i luoghi di un racconto che allarga man mano la propria maglia fino a sfiorare Tormarancia e Ostiense; luoghi che, benché riempiti di eventi fittizi, il lettore di Garbatella non smette di avere davanti agli occhi, vivi e reali, continuamente animati di scenette caratteristiche. Come nel caso di quella “del brodo”: una colonna di coinquilini bussa alla porta di Marisa, un personaggio secondario, per farsi dare un po’ del brodo che ha preparato per pranzo. In questa scena l’autrice ha messo tutta la gentilezza, l’accoglienza, la semplicità che vede sempre presenti nella borgata giardino. Insomma, leggendo questo romanzo, sembra di tornare indietro di settant’anni e ritrovare un mondo in cui vuol dire ancora qualcosa essere vicini di casa, in cui gli incontri sono fortuiti e sempre graditi, in cui i pettegolezzi “ruzzolano giù veloci per le scale, le viuzze, le salite e le discese, rimbalzando tra comignoli e balconi.”

Una visione della realtà che rischia di riflettere l’immagine da cartolina che molti romani hanno di Garbatella. “Mi hanno anche criticata per questo” ci ha raccontato l’autrice, “mi hanno detto che la mia narrazione è parziale, distorta, edulcorata, soprattutto perché non sono nata qui. Ma devo dire che il rapporto con questo quartiere in cui vivo da anni è stato un amore a prima vista, e che nel libro ho tentato di darne non un ritratto completo, ma la mia visione entusiastica. L’ho scritto davvero col cuore” ha proseguito, “questo romanzo vuole essere un monumento alla Garbatella.”

Un monumento al quartiere, sì, ma anche un noir.

Sebbene l’autrice li definisca “un semplice pretesto per far venire fuori il quartiere”, gli elementi del genere ci sono tutti. Due omicidi e un commissario, una serie di inspiegabili morti e una misteriosa rete di medici spregiudicati ed estremisti politici. In una Garbatella sonnacchiosa e allagata dal sole, un evento inaspettato suscita stupore e paura tra gli abitanti dei lotti: la morte di una senzatetto, da cui si dipana una matassa di eventi osservati almeno da tre diversi punti di vista – quello professionale di un commissario, quello curioso e allo stesso tempo stanco di una giornalista precaria, quello scanzonato e insieme accorato di una banda di ragazzi. Sono tre prospettive che si intrecciano, si incrociano, si sovrappongono continuamente, riflettendo tre diverse mentalità, tre diverse età e soprattutto tre diverse reazioni agli eventi.

La trama

Garbatella effetto notte – che riprende nel titolo il famoso film di Franꞔois Truffaut – racconta una comunità unita e accogliente, abituata all’inclusione e a “non lasciare nessuno indietro”, che si trova per la prima volta, improvvisamente, alle prese con la paura. La paura degli adulti dovuta alla presenza di un crudele assassino che si aggira nei lotti, la paura dei ragazzi di essere chiusi di nuovo in casa, come nel periodo del lockdown. La trama procede spedita, e infine la tensione si allenta. I colpevoli vengono trovati, e il dolore dei protagonisti si scioglie in una scena ambientata alla “Festa della Cultura” di Controchiave, luogo di incontro e condivisione per antonomasia.

Giunti alla fine della lettura, appare evidente quello che l’autrice ci aveva preannunciato: il noir è solo un pretesto. Al di là dei misteri e delle atmosfere intriganti, infatti, pagina dopo pagina ci è passato davanti un quartiere per intero, certamente in una veste idilliaca, ma neanche totalmente priva di incrinature e contraddizioni.

(Garbatella effetto notte, Ed. Affiori euro 20,00)

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