Un autore che si definisce “cantastorie” e un libro che parla di assenze, ambiguità e metamorfosi: questi saranno i protagonisti della presentazione di “Fantasmi e altri animali”, raccolta di racconti di Dario Ronzani. L’evento si terrà il 24 maggio alle 18:30 in via Portuense 47 e prevede, oltre agli interventi dell’autore e della giornalista Veronica di Benedetto Montaccini, la lettura di passi scelti con accompagnamento musicale. “Ho organizzato in questo modo la serata perché anche la lettura ha una sua musicalità” ci ha raccontato Ronzani, che nasce come musicista e quindi con note e spartiti ha una certa familiarità. “Credo addirittura che scrivere sia un modo diverso di suonare. La scrittura, come la musica, ha un suo ritmo che non può essere spezzato. Per questo mi definisco cantastorie.”
Tra realismo magico, cronaca e vita vissuta
Sulla scia del realismo magico, “Fantasmi e altri animali” descrive una realtà continuamente attraversata dal mistero e dall’ambiguità. “Non sono gli spettri di Poe o Lovecraft” ha spiegato l’autore, “per me i fantasmi sono crepe della realtà, cioè assenze, ricordi, incertezze.”
Si tratta dunque di fantasmi reali, che vivono tra noi e anzi sono parte di noi, e che popolano soprattutto la prima parte della raccolta. Nella seconda, è l’elemento fantastico a esplodere, tramite storie di donne che si trasformano negli “altri animali” suggeriti dal titolo. “La metamorfosi, che da Ovidio ad Apuleio fino a Kafka ha una lunga tradizione letteraria, nella mia raccolta permette alle protagoniste di affrontare un dolore e di andare avanti” ha proseguito l’autore. “Alla base di questo libro c’è molta letteratura argentina, autori come Borges, Casares e Cortazar. E poi la lettura di Marquez, che ha cambiato profondamente il mio stile.”
Solo lo stile, però. Le idee, invece, per Ronzani nascono non dalla letteratura ma sempre da elementi di vita vissuta. “Per esempio un animale, una strada, uno sconosciuto che incontro o un articolo di cronaca che leggo” ci ha spiegato. Il legame con la cronaca è particolarmente evidente nel primo racconto, che affronta il tema dei desaparecidos argentini e dei militari che fuggirono in Europa dopo la caduta del regime di Videla. Ma per questo racconto, che dall’Argentina approda alla Garbatella, anche le strade e i lotti della Borgata Giardino hanno rappresentato fonte di ispirazione continua.
Ronzani e la Garbatella
Garbatella non solo è il quartiere in cui Ronzani vive, ma anche luogo di incontro e stimoli culturali, ispirazione e riflessione. “Un quartiere molto poetico” l’ha descritto, “qui a Garbatella anche le persone umili trasmettono un grado di poesia altissimo. Il legame col quartiere” ha concluso, “è particolarmente evidente nel primo racconto. Per la protagonista Garbatella è come un vestito, e sarebbe impossibile immaginarla in un altro contesto. La sua visione del mondo è il riflesso dei luoghi in cui vive.”