Garbatella, ciclomobilità ma soltanto sulla carta

Garbatella, ciclomobilità ma soltanto sulla carta

di Fabrizio Calistri

Era il 22 giugno 2012, esattamente un anno fa quando veniva inaugurato il cavalcaferrovia della Circonvallazione Ostiense, successivamente dedicato alla memoria di Settimia Spizzichino. La struttura, sicuramente molto bella, moderna, innovativa, dal forte impatto architettonico, era stata presentata anche come parte di un più ampio progetto, al momento del tutto eluso, che aveva come scopo il tentativo di creare percorsi ciclabili anche nel nostro quartiere.

Durante la cerimonia di inaugurazione venne ricordato dal presidente della Commissione ambiente Andrea De Priamo che la creazione della ciclabile sul Cavalcaferrovia costituiva segnale importante, poiché “… per noi rappresenta soltanto l’inizio, poiché con l’approvazione del piano quadro intendiamo far diventare Roma una città veramente ciclabile…”.ponte-garbatella

Sappiamo tutti come è andata a finire. La giunta del Sindaco Alemanno ha terminato il suo mandato non facendo seguire con i fatti tante e tante belle parole. Speriamo che il nuovo sindaco, Marino, sappia fare qualcosa di concreto per la ciclomobiltà quotidiana, ossia per tutti quei cittadini che usano la bicicletta non come svago domenicale, ma come mezzo di spostamento quotidiano, come d’altronde avviene in tutte le capitali europee degne di questo nome.
In particolare, secondo il progetto originario, dalla zona Marconi, dov’è presente la dorsale del Tevere, attraverso il ponte della Scienza, si doveva creare un collegamento con la dorsale della Colombo. Tale collegamento prevedeva il passaggio sia attraverso l’area del Gazometro che quella degli ex Mercati Generali e che, passando sopra il Ponte Settimia Spizzichino, con un ultimo tratto di ciclabile sulla Circonvallazione Ostiense raggiungesse la Colombo. Di tutto questo progetto cosa ci troviamo
oggi? Molto poco e forse le due opere più costose, di cui una ancora da inaugurare, che rimangono lì, scollegate dal resto, perche mancano i tracciati intermedi.
E’ vero che il cavalcavia sulla ferrovia alleggerisce il traffico automobilistico e “decongestiona” via Pellegrino Matteucci, ma per la ciclomobilità, rimane una cattedrale nel deserto. Tutto farebbe pensare a una sconfitta anche per il nostro presidente Catarci che fortemente si era battuto per far realizzare il tratto ciclabile sul Cavalcaferrovia, ma forse la conferma elettorale potrebbe fornire l’occasione per completare e mettere in opera quello che è stato più volte promesso.

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