Si chiama Settimia Spizzichino il ponte della Circonvallazione

Si chiama Settimia Spizzichino il ponte della Circonvallazione

Dedicato alla memoria dell’unica donna sopravvissuta tra 1022 ebrei razziati nel ghetto e deportati dai tedeschi nel 1943. Tornata libera, dedicò la sua vita a lottare contro gli orrori di ogni razzismo

Si chiamerà Settimia Spizzichino il ponte fantastico della Circonvallazione Ostiense: inaugurato il 3 dicembre. L’ha deciso la Giunta capitolina il 16 novembre scorso, nel 74° anniversario dell’emanazione delle infami leggi razziali del 1938. Settimia fu l’unica donna, insieme ad altri 15 deportati, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, tra i 1022 ebrei rastrellati dai tedeschi con la complicità dei fascisti a Roma il 16 ottobre 1943. Settimia aveva ponte-settimia-spizzichinopoco più di 22 anni quando fu presa nella zona del vecchio ghetto. Il suo calvario si svolse prevalentemente nel campo di Auschwitz-Birkenau.
Al suo ritorno in patria venne ad abitare da noi, alla Garbatella, e fu la più ostinata testimone con i suoi racconti degli orrori patiti dai prigionieri dei campi. La notte del rastrellamento, ha raccontato Settimia poco prima della morte, non abbiamo avvertito spari né rumori assordanti. C’era un silenzio di tomba, un silenzio particolare.
Alla chiusura dei negozi la sera del 15 ottobre venne a trovarci mio fratello Pacifico. Mamma ebbe come un presentimento: vattene via, vattene a casa tua. Il silenzio si interruppe prima dell’alba con dei passi pesanti, rumorosi. Erano i passi dei soldati di Hitler che, gridando ordini come iene, avevano circondato tutte le vie di accesso al ghetto. Era cominciata la razzia, in un contesto di voci, di richiami, di implorazioni.
In quel freddo autunno del ’43, quel sabato 16 ottobre, Roma era sotto la cappa dell’occupazione tedesca , della fame e dell’incerto domani.
La comunità israelitica si sentiva in parte rassicurata dopo aver consegnato, al comando della Gestapo di Via Tasso, martedì 28 settembre, 50 chilogrammi di oro che i tedeschi avevano preteso. Con Settimia furono presi la madre Grazia, le due sorelle Ada e Giuditta con la figlia Rossana di 18 mesi: solo Settimia fece ritorno.
Fino all’ultimo ha voluto ricordare e raccontare la terribile esperienza di Auchwitz, dimostrando che il tempo che passa non può essere un alibi per dimenticare, né abbassare la guardia di fronte a qualsivoglia episodio di razzismo.
A Settimia, oltre al ponte della Garbatella, a Roma è intitolata anche una strada nel XX Municipio, zona Tomba di Nerone: il 26 luglio di quest’anno alcuni degni epigoni dei carnefici che la deportarono ne rimossero, per sfregio, la targa toponomastica.
Recentemente, un sito WEB neonazista l’ha definita una “oligomiracolata” nei campi di sterminio.
A 12 anni dalla sua scomparsa, la dedica a suo nome del ponte fantastico della Circonconvallazione la ricorda nel quartiere che l’ha amata e dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.

 Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 9 – Dicembre 2012

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail