È possibile una diversa religiosità? Le attività del Gruppo laico di ricerca che opera presso il Centro socioculturale di Via Caffaro

È possibile una diversa religiosità?

Le attività del Gruppo laico di ricerca che opera presso il Centro socioculturale di Via Caffaro

di Tatiana Della Carità

Il 1993 ha visto nascere una realtà associativa destinata a diventare, negli anni successivi, una presenza stabile nell’XI Municipio: il Gruppo laico di ricerca vede infatti nella sede di Via Caffaro 10 – presso il Centro socioculturale Garbatella – un suo importante punto di riferimento, poiché vi si svolgono molte tra le principali attività dell’associazione. Le altre sedi si trovano ad Ostia, Acilia e Casal Palocco, ma c’è un particolare interesse, da parte dei componenti del gruppo, a conquistare un radicamento forte alla Garbatella, per diventare un punto di riferimento riconosciuto dai residenti nel quartiere. …..

È possibile una diversa religiosità?

Le attività del Gruppo laico di ricerca che opera presso il Centro socioculturale di Via Caffaro

di Tatiana Della Carità

Il 1993 ha visto nascere una realtà associativa destinata a diventare, negli anni successivi, una presenza stabile nell’XI Municipio: il Gruppo laico di ricerca vede infatti nella sede di Via Caffaro 10 – presso il Centro socioculturale Garbatella – un suo importante punto di riferimento, poiché vi si svolgono molte tra le principali attività dell’associazione. Le altre sedi si trovano ad Ostia, Acilia e Casal Palocco, ma c’è un particolare interesse, da parte dei componenti del gruppo, a conquistare un radicamento forte alla Garbatella, per diventare un punto di riferimento riconosciuto dai residenti nel quartiere.

Il Gruppo laico di ricerca è stato pensato e fondato da Guglielmo Sanucci, sacerdote che ha voluto comunicare il suo messaggio ai credenti così come ai laici attraverso una nuova interpretazione dei testi sacri; l’attività di diffusione non viene però portata avanti solo per mezzo della rilettura di molti passi del Vangelo, ma anche attraverso la proiezione di film, le passeggiate culturali nei luoghi storici di Roma e gli incontri imperniati su personalità che hanno avuto speciale rilevanza nelle discussioni sul rapporto tra fede e laicità.
Il punto centrale è comunque la riscoperta della sentimento religioso avendo come riferimento le prime comunità di credenti, quindi il punto di partenza del culto cristiano; ad essere messa in discussione quindi non è la fede, bensì la modalità con la quale tale messaggio viene proposto dal clero. Questo metodo si discosta infatti profondamente dall’esempio fornito dalla vita di Cristo e l’associazione vuole giungere alla riscoperta del cristianesimo delle origini, offrendo una visione della religiosità contrapposta ai rigidi dogmi ecclesiastici, i quali evidenziano le debolezze dell’essere umano e lo deresponsabilizzano. Uno dei sentimenti prevalenti tra i componenti della fondazione è dunque la decisa volontà di restituire dignità ad una religione che è stata manipolata in modo da rendere l’uomo inerme e privo della sua individualità.
La percezione comune e diffusa tra i credenti, che intimidisce e intimorisce, è costituita dalla convinzione che le gerarchie ecclesiastiche abbiano un grado di conoscenza superiore relativa alle questioni di culto: quindi la possibilità di mettere in discussione i principi ecclesiastici non viene presa in considerazione. La Chiesa rappresenta ormai un vero e proprio potere difficile da contrastare, mentre il messaggio cristiano originale è dotato di una notevole capacità di introspezione e attribuisce grande valore alle potenzialità dell’individuo.
Simili considerazioni si collegano con le iniziative del gruppo: i passi del Vangelo presi in esame durante le letture collettive organizzate dal gruppo vengono letti “laicamente” e gli incontri si ispirano a personalità come Bonhoeffer e Pasolini. Tali progetti dimostrano come la fondazione si rivolga indifferentemente a credenti e non: il principale elemento di laicità è dunque costituito dall’atteggiamento e dal modo di porsi.
Ora questa èquipe eterogenea, composta da persone che hanno alle spalle le situazioni più disparate, vorrebbe farsi conoscere meglio dagli abitanti dell’XI Municipio; al livello cittadino, è stato dato un segnale forte quando, dopo la morte di Giovanni Paolo II, la giunta Veltroni era intenzionata ad intitolare allo stesso Wojtyla la stazione Termini. Il Gruppo laico di ricerca si è unito contro tale iniziativa alla protesta di molte associazioni laiche, la cui disapprovazione non poteva essere ignorata dal sindaco e dai suoi collaboratori. Il nome della stazione, infatti, non è stato cambiato ma ci si è limitati a costruire una sorta di obelisco all’interno dell’edificio.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 4 – Aprile 2007

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