Comparse scritte vergognose al convegno di “Lazio e Libertà” alla Garbatella

 

“Garbatella odia laziali e fascisti” e “Lazio merda!” sono le scritte vergognose e intimidatorie comparse sabato scorso ai lati dell’ingresso del Piccolo Teatro Garbatella di via Ignazio Persico 80/a, dove gli iscritti di Lazio e Libertà si sono riuniti in assemblea. Una scritta nera con un font molto simile, per non dire identico, a quello usato dall’estrema destra accompagnata da una falce e martello, simbolo che ormai si usa poco persino all’estrema sinistra.

La nascita dell’associazione Lazio e Libertà

Per chi non lo sapesse Lazio e Libertà è un’associazione nata sugli spalti dello Stadio Olimpico. Si batte contro ogni forma di discriminazione razziale e territoriale e che fa propri i valori della Costituzione Italiana e quindi dell’antifascismo. Ha come simbolo un disegno caricaturale della testa di un’aquila e la scritta SEL, opera del celebre vignettista Stefano Disegni. Il loro scopo è esclusivamente quello di tifare evitando qualsiasi riferimento alla politica e combattendo al tempo stesso qualsiasi tipo di razzismo.
Da 3 anni questa associazione ha visto crescere il numero degli iscritti e dei tifosi biancocelesti che rifiutano la folle etichetta di laziale=fascista. Sì perché a dirla tutta questa etichetta, legata senza dubbio a lugubri parate viste in Curva Nord, ha stancato anche chi non tifa la Lazio, ma che ha parenti, coniugi, amici e simpatizzanti biancocelesti tutt’altro che fascisti.
Un’etichetta semplice, lineare, soprattutto per chi non vive lo stadio, per chi non conosce le dinamiche delle varie curve italiane, ma anche per chi non si pone domande non andando oltre l’ipocrita narrazione di una certa stampa. Gli esempi sono innumerevoli – soprattutto se confrontato con quanto avviene in altre Curve d’Italia – tanto che qualcuno, non a torto, lo chiama l’antifascismo a targhe alterne.
Sbirciando tra l’elenco degli iscritti troviamo anche il direttore del TG5 Clemente Mimum, il giornalista della RAI Riccardo Cucchi e il produttore cinematografico Giannandrea Pecorelli che ricopre la carica di presidente.

Le scritte comparse all’ingresso del Piccolo Teatro della Garbatella

Ciaccheri: “Sarei felice di incontrare i membri dell’associazione”

Tornando a noi, considerando che i membri dell’associazione sono già stati minacciati e aggrediti da alcuni fascisti, figuriamoci se si fanno intimidire da una scritta.
Anche perché molti tifosi giallorossi incontrati alla Garbatella da chi scrive si sono detti stupiti per una cosa del genere, ovverosia che l’odio viscerale “per motivi pallonari” alberghi nel  quartiere. Va bene il campanilismo, gli sfottò, ma l’odio per i tifosi avversari lo lasciamo agli altri.
Qualcuno, come Enzo Foschi, vicesegretario del PD del Lazio e giallorosso DOC è stato più categorico. “Non è roba nostra”, che tradotto vuol dire che non è di provenienza giallorossa, né della Garbatella, né che tantomeno viene da sinistra. E c’è da pensare che forse abbia ragione.
Anche il Presidente dell’VIII Municipio Amedeo Ciaccheri, da noi interpellato, ha detto la sua: “Di solito non mi esprimo su ogni singola scritta che esce sui muri del territorio, ma è un messaggio idiota perché il legittimo sentimento antifascista nulla a che spartire con motivazioni d’odio associate alla fede calcistica”. “Sarò felice di incontrare i membri dell’associazione – conclude Ciaccheri – per ribadire che questo quartiere non coltiva sentimenti d’odio legato allo sport e anzi li combatte in ogni sua rappresentazione”.

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