In “Rosso vivo” il dramma della madre di Valerio Verbano, ucciso da fascisti

Amore sconfinato al Teatro Ambra alla Garbatella

In “Rosso vivo” il dramma della madre di Valerio Verbano, ucciso da fascisti

di Gabriele Mazzucco

“Sia folgorante la fine”, liberamente tratto dal libro di Carla Verbano con Alessandro Capponi, è lo spettacolo proposto al pubblico dall’Associazione ScenikAttiva & Compagnia Teatrale indipendente Attrice Contro: una dettagliata quanto dolorosa testimonianza di quanto
la violenza sia capace soltanto di generare una lunga ed interminabile spirale di dolore: “Via Monte Bianco, quarto piano, uscendo dall’ascensore a destra. Ma tanto la strada la conoscono. Aspetto gli assassini di mio figlio” : Valerio Verbano, diciannove anni, il 22 febbraio 1980 viene ucciso con un colpo di pistola nella sua casa di Montesacro. …..

Amore sconfinato al Teatro Ambra alla Garbatella

In “Rosso vivo” il dramma della madre di Valerio Verbano, ucciso da fascisti

di Gabriele Mazzucco

“Sia folgorante la fine”, liberamente tratto dal libro di Carla Verbano con Alessandro Capponi, è lo spettacolo proposto al pubblico dall’Associazione ScenikAttiva & Compagnia Teatrale indipendente Attrice Contro: una dettagliata quanto dolorosa testimonianza di quanto
la violenza sia capace soltanto di generare una lunga ed interminabile spirale di dolore: “Via Monte Bianco, quarto piano, uscendo dall’ascensore a destra. Ma tanto la strada la conoscono. Aspetto gli assassini di mio figlio” : Valerio Verbano, diciannove anni, il 22 febbraio 1980 viene ucciso con un colpo di pistola nella sua casa di Montesacro.

I genitori sono legati e segregati nella stanza accanto e sono impotenti mentre si compie l’omicidio del loro unico figlio. Valerio, vicino all’area dell’Autonomia Operaia, stava compilando un dossier che dimostrava i collegamenti tra alcuni gruppi di estrema destra e gli apparati statali. Carla Verbano, una madre lontana dalla quella vita politica in cui suo figlio è attivista, si trova improvvisamente catapultata nella cruenta realtà di quegli anni. Ma l’amore di una madre non è qualcosa che si può cancellare con le minacce, qualcosa che affievolisce con il tempo, tanto tempo, che si può veicolare, indirizzare, rassegnare.
Carla non si arrende all’assurdità degli eventi, mettendosi in gioco in prima persona, ricostruendo minuziosamente date, nomi e fatti.
L’amore diventa rabbia, disperazione, compassione, pietà, forza, una forza sconfinata. Carla a 80 anni ha imparato a navigare in internet, per cercare gli assassini, per incontrare i compagni di Valerio su facebook , la sera, davanti al suo PC, nella stanza dove ancora c’è lo stesso divano dal quale suo figlio la chiamò per l’ultima volta; Carla a 50 anni ha imparato a sparare – estrema ratio contro le minacce – ma non ha mai sparato; perché l’amore rende umani e una madre sa cosa si prova quando la violenza ti porta via la cosa più amata al mondo.
“Rosso vivo” continua la tradizione di spettacoli destinati alla sensibilizzazione dello spettatore fin qui proposta dal Teatro Ambra Garbatella. Programmazione che ha visto alternarsi sul palco di Piazza Giovanni da Triora 15: “Controvento” dove sei autori teatrali per la regia di Paolo Triestino hanno raccontato il mondo delle malattie rare; Ulderico Pesce con “A come Amianto”, “Asso di monnezza”, “Storie di scorie”, i suoi tre spettacoli di denuncia più noti; “Suicidi ?” con Bebo Storti, riesamina degli eventi che hanno portato al suicidio di Gardini, Cagliari e Castellari durante gli anni segnati dallo scandalo noto come Tangentopoli; “L’armadio di famiglia”, spettacolo che racconta la storia di una levatrice fiorentina che si ritrova ad operare nei giorni caldi e terribili dell’estate del ’44 nella città in lotta tra partigiani e nazifascisti. Prossimi appuntamenti assolutamente da non perdere: dal 3 marzo “Stelle danzanti” , spettacolo che racconta storie di donne nelle carceri; dal 2 maggio “Itagliani”, spettacolo che rivive in chiave comica gli anni precedenti al secondo conflitto mondiale : dall’8 maggio “Ergo non sei”, spettacolo che sviscera le nostre effettive libertà decisionali.

 

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