Addio, Roberto Acciari

Come in un ultimo saluto, come in un ultimo spettacolo, si spengono le luci sul palco:

Addio, Roberto Acciari

A San Filippo Neri, la chiesa a fianco al suo negozio gremita come nei grandi concerti degli Acciari Brothers, la comunità della Garbatella si stringe nel dolore e porge l’ultimo saluto a Roberto Acciari, musicista, vero artista, semplice ma profondo.
Un funerale diverso, quasi una festa, dove la gente con gli occhi lucidi non si vergogna di mostrare la propria commozione, dove in contraddizione con il mondo esterno, veloce, nevrotico, dove ci si nasconde davanti alle proprie emozioni, si ha la …..

Come in un ultimo saluto, come in un ultimo spettacolo, si spengono le luci sul palco:

Addio, Roberto AcciariRoberto Acciari

A San Filippo Neri, la chiesa a fianco al suo negozio gremita come nei grandi concerti degli Acciari Brothers, la comunità della Garbatella si stringe nel dolore e porge l’ultimo saluto a Roberto Acciari, musicista, vero artista, semplice ma profondo.
Un funerale diverso, quasi una festa, dove la gente con gli occhi lucidi non si vergogna di mostrare la propria commozione, dove in contraddizione con il mondo esterno, veloce, nevrotico, dove ci si nasconde davanti alle proprie emozioni, si ha la capacità di vivere un lutto. Sembra quasi un sacrilegio ma, in quella chiesa così calda, sembrava che mancassero sole le telecamere e le macchine fotografiche per celebrare un evento. In quella bara contornata da mille fiori, dove sulla quale svettavano tre grossi cappelli, quei cappelli che amava indossare durante i concerti, lì era racchiuso il suo corpo vestito con pantaloni, camicia jeans e stivali da rodeo: come stesse per cavalcare un cavallo, uno di quei cavalli che ama dipingere suo padre Carlo nei suoi quadri.
Il rito funebre è stato ufficiato da Padre Guido, non poteva essere altrimenti, il tutto accompagnato da brani musicali cantati e suonati dagli amici musicisti, dalla voce forte di Augusto senza far trapelare l’emozione che aveva dentro, in un concerto che è stato la colonna musicale della vita di Roberto.
L’amore per suo fratello,  Augusto lo ha reso pubblico in un momento toccante quando è salito sull’altare e ha recitato una poesia di Cammings “… Questo è il segreto più profondo radice di tutte le radici, germoglio di tutti i germogli e cielo di tutti i cieli di un albero chiamato vita … il tuo cuore lo porterò con me, lo porto nel mio”.
Questo è Roberto perché lui è vissuto così, amava cantare, viveva per la musica, la sua cultura non era legata al profitto ma alla voglia di comunicare emozioni e il suo genere musicale, il country, era un modo di vita. Nei contratti musicali dove il budget è legato alla durata del concerto lui, insieme ad Augusto, coinvolgeva tutta la band oltre il dovuto trascinando il pubblico tra balli canti emozioni ad una partecipazione attiva.
Indimenticabili le serate alla Villetta durante la Festa della Cultura (dove non prendevano alcun compenso): serate che i fratelli Acciari amavano più di tutte, perché legate al territorio, a quella cultura, a quella gente che si è riconosciuta nell’ultimo saluto a Roberto.
Noi di Cara Garbatella ci stringiamo in un lungo abbraccio a mamma Ivana, a papà Carlo, alla sorella Angelica e ad Augusto. Ciao Roberto.

Giancarlo Proietti

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 5 – Marzo 2008

 

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