“Ritrovate scritte sovversive contro il Re, il fascismo e i tedeschi”

NELLO STABILE DELLE POSTE E FERROVIE DI VIALE GUGLIELMO MASSAIA 39

di Gianni Rivolta

“Abbasso il Re Pippetto, viva er…”, Abbasso il fascismo, viva il Psiups….”, “Abbasso Adolf Hitler” .

Sono queste le scritte sovversive riemerse sulla parete di uno stabile di via Guglielmo Massaia 39, nei palazzi delle Ferrovie. L’opera di restauro commissionata dal condominio è stata portata a termine qualche mese fa dalla restauratrice Concetta Musti: “ le iscrizioni si trovano sul lato posteriore dell’edificio D del complesso condominiale e si possono vedere da via Carlo Spinola attraverso un cancelletto o dal giardino interno. D’accordo con l’architetto Piero Fumo — prosegue la restauratrice- abbiamo pensato di profilarle con una cornice di peperino, per salvarle dalla pulitura e tinteggiatura generale delle facciate degli edifici. In questo modo appariranno evidenziati i muri originali”.

“Le case in questione, si tratta di un complesso di quattro scale,- precisa l’architetto Piero Fumo del Centro studi sul moderno- sono state costruite intorno al 1930 su progetto dell’Ufficio tecnico delle Poste e delle Ferrovie del Ministero delle Comunicazioni”.


Questi ritrovamenti sono il segno tangibile della propaganda clandestina antifascista durante il Ventennio, mai sopita alla Garbatella, che si rinvigorì dopo la dichiarazione di guerra da parte di Mussolini e l’armistizio. “Senza ombra di dubbio la firma Psiups -sostiene Claudio D’Aguanno – rimanda al gruppo ferrovieri della stazione Ostiense e alla formazione socialista organizzata nella VII zona, che operava dall’8 settembre del 1943 alla Garbatella.

Tra l’altro proprio i suoi uomini di punta, i fratelli Edoardo e Cosimo Vurchio detto Nino abitavano al civico 33 di viale Massaia, e il capozona Luigi Zanazzo, insieme ad altri patrioti (Attilio Porcari, Sergio Albertazzi, Francesco Montalto, Alberto Cappelli, Benedetto Grossi, Pietro Giovannini) dimoravano proprio nello stesso stabile di viale Massaia 39.” Insomma in quei palazzi delle Ferrovie e in quelli di via Pigafetta (abbattuti negli anni Settanta perché pericolanti), ai confini con l’Ostiense, risiedevano quasi tutti i patrioti della Settima. E guarda caso, lì a pochi passi dall’entrata del lotto, su via Carlo Spinola 8, venne aperta la prima sezione del Psi dopo la liberazione di Roma, prima di spostarla a via Edgardo Ferrati 12 davanti ai Bagni pubblici.

Nella relazione di chiusura della VII zona socialista, guidata nei nove mesi di occupazione tedesca da Nello Mancini, Leandro Ascione e Luigi Zanazzo, si segnalano diverse azioni armate con perdite inflitte ai tedeschi come quella a piazza Bartolomeo Romano tra il 29 gennaio e il 2 febbraio 1944.

Ma l’azione che rimarrà negli annali della Resistenza romana è quella del 20 febbraio quando i fratelli Vurchio, coadiuvati da altri patrioti socialisti, fecero saltare sei vagoni carichi di armi e munizioni sui binari della stazione Ostiense.


Sono diversi i mattinali della Questura di Roma, ritrovati all’Archivio centrale dello Stato, che segnalano negli anni Trenta ritrovamenti di giornali clandestini e scritte sovversive negli orinatoi, nelle fabbriche dell’Ostiense e sui muri della Garbatella. Proprio in viale Guglielmo Massaia l’11 ottobre del 1942 sui muri degli stabili al civico 13, il quarto albergo, e al 27 c vengono rilevate le seguenti scritte a lapis: “A morte Mussolini”, “Viva Lenin”, “Fuori i tedeschi”, il 31 dello stesso mese a via Ansaldo, angolo via Vettor Fausto compare un “Morte a Benito”, inoltre sul vetro azzurrato della finestra del terzo piano della scala dello stabile di via Pigafetta 21, nelle case dei ferrovieri, è stata notata una raschiatura raffigurante la falce e martello. Oltre alla presenza socialista, il 14 novembre 1941 dopo mesi e mesi di indagini, agenti della Questura di Roma misero le mani su alcune cellule dell’organizzazione comunista operanti tra San Paolo e l’Ostiense.

Arrestarono in un primo tempo 14 persone, quasi tutti operai o artigiani tra cui Maceo Moretti, muratore abitante a via Vettor Fausto e Pio Minù disegnatore tecnico di via del Commercio 12 e poi altri 27 tra intellettuali e studenti. Il collegamento tra questa cellula e Antonello Trombadori, (in seguito comandante dei gap centrali) e Paolo Bufalini era tenuto dal giovane studente Mario Leporatti. “Il ritrovamento di queste scritte- ricorda Michela Cicculli, assessora alla Memoria- testimonia che il territorio in cui viviamo è fatto di storie, biografie e percorsi politici importanti che sono parte di Roma e dell’intero paese. Salvaguardarne la memoria significa mettere a disposizione delle nuove generazioni gli strumenti per tradurre con linguaggi nuovi un patrimonio collettivo che va difeso e coltivato.


Ringraziamo tutte le persone che hanno reso possibile questa scoperta e ci hanno regalato una nuova occasione per arricchire la mappa dei luoghi della Memoria del Municipio VIII, un lavoro che continuiamo a portare avanti con impegno in nome degli ideali di antifascismo e democrazia che molti uomini e donne hanno difeso prima di noi, e che ci auguriamo trovi nuova spinta dopo questi mesi di distanziamento sociale.”


(I documenti sulla Settima zona del Psi sono stati forniti dal giornalista e storico Claudio D’Aguanno).

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