“Quel falegname anarchico del lotto 12”

ALBERTO SABATINI RICORDA IL NONNO CARLO ZANNI

di Gianni Rivolta

Quando alla fine del marzo 1930 Carlo Zanni a 48 anni fu fermato e schedato dalla polizia politica come un pericoloso anarchico, si presentava nella foto segnaletica con un bel farfallino nero, il segno inconfondibile di quella sua incrollabile fede libertaria. Ma chi era Carlo, il falegname di via Cravero alla Garbatella?


Ci ricorda di lui il nipote Alberto Sabatini, figlio di Medardo, titolare con Terenziano Grossi della famosa osteria “Frascati” di via Ansaldo 7, frequentata tra gli altri da Peppe Lombardi, partigiano comunista della Villetta : “ Mio nonno era originario di San Mauro di Romagna in provincia di Forlì, il paese di nascita del poeta Giovanni Pascoli. Suo padre si chiamava Salvatore e la madre Clarice Marconi, nacque il 14 dicembre del 1882 e di mestiere faceva il falegname. Si trasferì a Roma per lavorare più o meno a vent’anni e si stabilì alla Garbatella. Abitava in via Cuniberti al lotto 14, quello che si trova davanti alla Villetta”.

Carlo Zanni che nel settembre del 1919, insieme al fratello Primo, aveva partecipato all’impresa di Fiume condotta da Gabriele D’Annunzio, venne ammonito nel 1925 dalla polizia perché in casa, durante una perquisizione, gli trovarono degli opuscoli e dei giornali anarchici, ciò gli valse l’iscrizione nel registro dei sovversivi pericolosi. L’unico fatto che si evince dalle carte del casellario politico centrale è il collegamento con Casimiro Chiocchini. Carlo infatti era un falegname suo dipendente. Di Chiocchini abbiamo avuto già occasione di parlare nel Quaderno di Moby Dick sui Colli di San Paolo.

foto a SX: Carlo Zanni con a partire da sinistra la figlia Lidia, al centro
la sorella Lucia e la nipotina Clarice. Foto a DX: Gruppo di famiglia sul terrazzo di Ruggero Zanni, figlio di Carlo,
in via Roberto de Nobili sopra l’attuale bar dei Cesaroni.

Questo imprenditore anarchico, titolare dell’Industria lavorazione del legno di via dei Conciatori all’Ostiense ( spostata negli anni Trenta a via Querceto 23 vicino a via Capo d’Africa) aveva comperato attraverso una società apposita un appezzamento di terreno sulla collina Volpi ( da Augusto Volpi proprietario originario dei terreni e della famosa trattoria omonima, oggi Casale Garibaldi) per edificare un piccolo villaggio operaio. Aveva progettato e realizzato nel 1920 alcune villette in legno, che dovevano costituire, insieme ad altre piccole casette, la Borgata giardino di Grottaperfetta, coeva della più famosa Borgata giardino Concordia (Garbatella).
Amico di Errico Malatesta (lo ospitò a casa sua in occasione del suo ritorno a Roma dall’esilio di Londra) Chiocchini era considerato, insieme ad Augusto Volpi, uno dei suoi maggiori finanziatori per i progetti editoriali e preferiva, nella sua grande falegnameria, circondarsi di operai che la pensassero come lui.

Carlo era uno di loro. Segnalato come frequentatore della Casa del popolo di via Capo d’Africa in occasione degli appuntamenti tradizionali e degli scioperi del movimento operaio romano, si astenne dal lavoro il 1° maggio del 1918 e 1919 e probabilmente insieme ai fratelli Volpi e ai Di Pascali avrebbe frequentato le osterie e la libreria libertaria di Temistocle Monticelli in via Bodoni a Testaccio. Per tutti gli anni Trenta Carlo Zanni fu sorvegliato dalla Polizia e più volte scrisse al ministero degli Interni perché si allentasse il controllo politico sulla sua persona.

Foto segnaletica Carlo ZANNI

Già nel 1933 è segnalato da un verbale della Questura con la moglie Dina e i tre figli Rinaldo, Ruggero e Lidia al lotto 12 Scala N int. 9 sopra il cinema teatro Garbatella, solo più tardi nel 1939 cambierà l’alloggio nel lotto per domiciliarsi in via Cravero 15, davanti al vini e oli di Angelino, dove aveva anche un laboratorio di falegnameria. Anche il primogenito Rinaldo, nato nel 1908, ribelle come il padre, per non aderire alla Repubblica di Salò scappò in Francia, dove si stabilì come esule a Marsiglia, raggiunto dalla moglie e due figlie nel 1946.

“Nonno Carlo – prosegue Alberto Sabatini- non parlava molto del suo impegno politico, ma mi ricordo che quando avevo 6 o 7 anni mi portò a Testaccio in un circolo anarchico, dove in occasione delle feste della Befana mi regalarono dei giocattoli. Morì nella sua casa il 29 dicembre del 1964”. Probabilmente dopo la Liberazione Carlo Zanni, insieme ai fratelli Italo e Antonio Di Pascali, Andrea Mancini e Perugia fu fin dalla fondazione, nel 1946, uno dei frequentatori del circolo anarchico Carlo Cafiero di via Vettor Fausto, a pochi passi dalla sua prima casa di via Cuniberti.
Una breve nota di Carlo Zanni è riportata a pag. 332 dell’interessante lavoro di Pasquale Grella “Appunti per la storia del movimento anarchico dalle origini al 1946”.


(Stampato da De Vittoria srl —Roma 2012).

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