Un regalo buono che fa bene

Un regalo buono che fa bene

di Orietta Vidali

Anche quest’anno, in prossimità delle festività natalizie, le Associazioni Altrevie e Cara Garbatella promuovono la campagna “Un regalo buono che fa bene”. Giunta ormai alla sua settima edizione, l’iniziativa prevede la vendita di olio extra-vergine di oliva dop della Sabina, il cui ricavato viene destinato a fini di solidarietà.
L’olio sarà disponibile presso i locali del Centro Anziani di Via Pullino (accanto alla fermata Metro Garbatella) grazie all’aiuto prezioso di Francesco Giacquinto e Mario Di Martino, gli infaticabili animatori del Centro. Per quanto riguarda la finalità della campagna di solidarietà,anche quest’anno si rinnova la collaborazione con l’Associazione ULAIA ArteSud che da anni opera nei campi palestinesi in Libano.un-regalo-buono-che-fa-bene

Abbiamo chiesto a Claudio Bocci, presidente di Altrevie, i motivi di questa scelta.
“Già lo scorso anno abbiamo collaborato  con ULAIA ArteSud e raccolto fondi per aiutare bambini e giovani palestinesi che vivono una situazione di grande disagio in Libano.
Da oltre 40 anni decine di migliaia di profughi espulsi dalle loro terre in Palestina vivono o, meglio, sono sopportati, nel ‘Paese dei cedri’. Il Libano poggia su una Costituzione a base etnica e religiosa e la concessione dei diritti civili alla popolazione palestinese avrebbe come conseguenza di alterare il peso delle diverse comunità che vivono in Libano con riflessi importanti sugli equilibri politici interni”.

Immagino che le difficoltà maggiori le soffrano i più deboli.
“Sì, e in particolare i bambini che incontrano molti problemi a frequentare regolarmente la scuola; l’educazione primaria è assicurata grazie ad una rete di organizzazioni non governative che si fanno carico di assicurare l’istruzione e, insieme, di tramandare le tradizioni e la cultura d’origine. Per questo abbiamo deciso di dare un piccolo segno di solidarietà e abbiamo destinato le somme raccolte al piccolo Hamad Eiyadi che oggi ha 12 anni e vive nel campo di Beddawi nella zona di Tripoli del Libano e che ci è stato segnalato da ULAIA ArteSud perché il papà e colpito da una grave malattia”.

So che l’anno scorso avete visitato i campi profughi palestinesi in Libano e che avete incontrato Hamad.
“E’stato davvero emozionante trascorrere un’intera settimana a conoscere ed approfondire una realtà difficile ma carica di dignità e contraddistinta da decine di volontari che hanno a cuore l’educazione dei più giovani e che coltivano la speranza al ritorno nella terra d’origine.
L’incontro con Hamad e con la sua famiglia poi è stato commovente: siamo stati accolti dalla giovane mamma e dai piccoli fratelli con grande calore e amicizia e siamo usciti con la consapevolezza di aver ricevuto molto di più di quanto abbiamo dato”.

 

 Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 9 – Dicembre 2012

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