Dare spazio ai bambini. Questo l’obiettivo dell’iniziativa che domenica 24 novembre si è svolta alla Villetta, con la collaborazione della consigliera capitolina Michela Cicculli. Un’occasione per stare insieme, ma anche per presentare un originale progetto editoriale, Blu il cane a testa in giù, il racconto per bambini firmato da Marta Balzi e Donna Alba Consalvo. Non un libro tradizionale, però.
“Più che altro l’ho pensato come un’opera d’arte” ha raccontato Donna Alba Consalvo, autrice delle numerose tavole che corredano il racconto. Da queste tavole è partito il progetto. La storia è venuta dopo. Protagonista è il cane Blu, prima ospite in un canile e poi adottato da una famiglia che ha appena visto arrivare il primo figlio. Blu di nome e di fatto, l’animale rappresenta la diversità che irrompe nella vita confusionaria di tutti i giorni, portandovi armonia. “L’età ideale per la lettura è tra i tre e i cinque anni” ha spiegato Marta Balzi, autrice dei testi. “Ma in realtà possono leggerlo tutti”.
La storia di un cane blu per spiegare l’inclusione
La storia è pensata per i bambini, ma rivolta anche ad adulti, genitori e no. Il fil rouge che lega i vari episodi è il valore dell’inclusione, rappresentato da un cane atipico, di colore blu elettrico, che riesce finalmente a portare pace e serenità nell’ambiente che l’ha accolto. Non solo. Accanto al racconto – un testo in rima scritto in italiano – le autrici hanno inserito delle vignette in inglese per andare incontro alle molte famiglie bilingue che vivono in Italia, nonché abituare i bambini a considerare la diversità una forma di normalità, senza bisogno di spiegazioni e, in questo caso, traduzioni. Diversità normale: sembrerebbe uno scherzo, un gioco di parole, un ossimoro. Invece è proprio questo il cuore dell’opera: insegnare ai bambini ad accettare il diverso senza quasi percepirlo come tale.
Ispirata in parte all’esperienza personale dell’illustratrice, all’interno di una famiglia bilingue, la storia del cane blu non si limita ad essere uno strumento di divertimento per i bambini e di riflessione per i più grandi. Si propone anzi come un atto politico. “Da quando io e Donna siamo diventate madri” ha raccontato Marta Balzi, “la nostra vita è cambiata. Ogni donna, al momento della nascita di un figlio, si sente come esclusa dalla realtà, resta a casa per la maternità, come se perdesse contatti col mondo circostante. Ponendo mano a un lavoro collettivo proprio in questo momento, vogliamo dimostrare che essere madri non impedisce di essere attive e darsi da fare, anche se a ritmi più lenti, conformemente all’impegno che avere un figlio appena nato rappresenta”.
Il senso politico dell’iniziativa
Il libro, disponibile prossimamente sulle piattaforme di acquisto online, è stato mostrato in anteprima durante un pomeriggio di gioco alla Villetta. “L’idea di questa iniziativa è lasciare i bambini liberi di relazionarsi con altri bambini e con gli adulti, al di là della stretta cerchia familiare” ha commentato la consigliera Michela Cicculli (SCE), presidente della commissione Pari Opportunità in assemblea capitolina. Un’intenzione, quella dell’organizzatrice, che si colloca in un panorama scoraggiante per le neomamme: poche le attività gratuite, pochissime quelle autogestite. “Di solito le iniziative rivolte ai bambini sono a pagamento” ha proseguito la consigliera, “il che implica una relazione di profitto tra chi offre e chi riceve un servizio. Noi oggi non vogliamo esperti, non perché non ci piacciano i professionisti, ma perché i genitori devono imparare a relazionarsi in prima persona con i bambini, propri e altrui”.
Una visione comunitaria, dunque, in cui a crescere i bambini è la collettività oltre che le famiglie. Superfluo aggiungere che cornice migliore della Villetta non si sarebbe potuta trovare.