Maltrattata e fraintesa, la storia è sempre più sotto l’attacco di chi è pronto a crearsi un passato di comodo pur di legittimare le proprie visioni del mondo, anche se la nostra Costituzione parla chiaro: è antifascista.
Perché, allora continuiamo ad assistere a tolleranze e a revisioni storiche? Come è possibile che ancora oggi in Italia sia concessa l’apertura di sedi di Partito, di case editrici e quant’altro emuli un passato di oblio e orrore?
Queste sono alcune delle domande con cui si interroga Davide Conti nel suo libro “Sull’uso pubblico della storia”, presentato al Millepiani Coworking in un evento organizzato dalle sezioni ANPI Martiri delle Fosse Ardeatine e ANPI Garbatella e che ha visto il patrocinio del Municipio Roma VIII.
Il volume, pubblicato da Forum Edizioni, è accompagnato da alcune immagini tratte da Lapidarium, una raccolta di fotografie di Paolo Pandullo sulle testimonianze pubbliche a ricordo delle tante vittime delle stragi italiane.
Stefano BAIOCCHI & Giuliano MAROTTA