Rosario Bentivegna presenta il suo “Achtung, Banditen!”

Un libro sulla Resistenza a Roma

Rosario Bentivegna presenta il suo “Achtung, Banditen!”

P.N.

L’emozione emerge spontaneamente quando si vive l’occasione di incontrare un pezzo di storia; quando lo sentiamo parlare e possiamo parlargli. È questa l’emozione emersa in tutti coloro che-il 26 marzo presso la sezione DS di Garbatella- hanno accolto l’invito ad intervenire alla presentazione della nuova edizione di “Achtung, Banditen!”, libro in cui Rosario Bentivegna, medaglia d’argento della Resistenza, ha impresso la memoria della lotta di Liberazione dal nazifascismo, nella nostra città. L’autore, nel suo intervento e nelle sue risposte, è stato molto coinvolgente; ha fatto quasi rivivere la Roma di sessant’anni fa, nella descrizione dello stato in cui la città versava, all’epoca. La miseria, le malattie, la morte, erano le realtà costanti di una città occupata; rappresentavano, in un certo qual modo, la troppo lunga assenza di libertà. La cittadinanza non viveva in modo passivo l’oppressione. …..

Un libro sulla Resistenza a Roma

Rosario Bentivegna presenta il suo “Achtung, Banditen!”

P.N.

L’emozione emerge spontaneamente quando si vive l’occasione di incontrare un pezzo di storia; quando lo sentiamo parlare e possiamo parlargli. È questa l’emozione emersa in tutti coloro che-il 26 marzo presso la sezione DS di Garbatella- hanno accolto l’invito ad intervenire alla presentazione della nuova edizione di “Achtung, Banditen!”, libro in cui Rosario Bentivegna, medaglia d’argento della Resistenza, ha impresso la memoria della lotta di Liberazione dal nazifascismo, nella nostra città. L’autore, nel suo intervento e nelle sue risposte, è stato molto coinvolgente; ha fatto quasi rivivere la Roma di sessant’anni fa, nella descrizione dello stato in cui la città versava, all’epoca. La miseria, le malattie, la morte, erano le realtà costanti di una città occupata; rappresentavano, in un certo qual modo, la troppo lunga assenza di libertà. La cittadinanza non viveva in modo passivo l’oppressione.
Bentivegna ha infatti citato svariati episodi di solidarietà manifestata dalla popolazione nei confronti dei partigiani. I nazisti, infatti, disprezzavano i romani perché rivelatisi la popolazione meno “collaborante” di tutte le aree da loro occupate. Quanto all’eccidio avvenuto alle Fosse Ardeatine, è stato sottolineato quanto sia intrisa di falsità la tesi secondo la quale i nazisti avrebbero “risparmiato” gli ostaggi, se gli autori dell’attentato di via Rasella si fossero costituiti. Il massacro, infatti, avvenne – ma non tutti lo ricordano – solo ventiquattr’ore dopo l’attentato; l’uccisione dei 335 martiri era quindi qualcosa che i nazisti avevano in progetto. Colpire la Resistenza romana – che è stata molto più intensa di quanto è stato fino ad oggi ricordato – in un modo “esemplare”, era nei piani delle truppe di occupazione. La Resistenza romana aveva di fronte Kesselring, Kappler, la ferocia ancora più infame della famigerata banda del fascista Koch; in ognuno dei partigiani c’era una consapevolezza che andava oltre ogni paura. Si sentirono soli, abbastanza a lungo, nella loro lotta per la libertà, poiché le truppe americane erano soltanto a quaranta chilometri, ma non entravano, a Roma, pur avendone la possibilità. Nei numerosi interventi nel dibattito sono state esposte ulteriori storie di persone che parteciparono alla lotta di Liberazione, sia a Roma sia in altri luoghi del Paese. In tutti i loro ricordi era ancora forte il senso di partecipazione e lo spirito che da giovanissimi li aveva guidati. Cara Garbatella si riserva di mantenere viva, in tutte le possibili forme, la voce della memoria.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 1 – Aprile 2004

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