Orgogliosi dei primi calci nei campi della Garbatella

Campioni come Luigi Albani, Agostino Di Bartolomei, Aleandro Rosi, Daniele Beretta

Orgogliosi dei primi calci nei campi della Garbatella

Il pallone, in passato lo sport più praticato. In second’ordine pugilato e ciclismo.
Oggi il quartiere offre ai ragazzi una discreta scelta

di Enrico Recchi

Parlare di sport alla Garbatella per molto tempo ha significato parlare esclusivamente di calcio, anche se in passato ci sono stati ragazzi che hanno raggiunto la notorietà in altre discipline come il pugilato o il ciclismo, così come oggi altri si sono affermati nel basket. Il nostro quartiere, bene o male, oggigiorno offre alle famiglie un discreta scelta su quale sport far praticare ai propri figli, ma fino a qualche decennio fa era il calcio, e solo il calcio, lo sport per eccellenza della Garbatella e zone limitrofe. Il nostro quartiere ha espresso nel tempo diversi campioni di calcio, alcuni più noti altri meno, alcuni con carriere gloriose altri con curricula più modesti, ma tutti sempre orgogliosi di aver dato i primi calci ad un pallone tra i lotti o di aver calcato i campi di calcio della Garbatella. …..

Campioni come Luigi Albani, Agostino Di Bartolomei, Aleandro Rosi, Daniele Beretta

Orgogliosi dei primi calci nei campi della Garbatella

Il pallone, in passato lo sport più praticato. In second’ordine pugilato e ciclismo.
Oggi il quartiere offre ai ragazzi una discreta scelta

di Enrico Recchi

Parlare di sport alla Garbatella per molto tempo ha significato parlare esclusivamente di calcio, anche se in passato ci sono stati ragazzi che hanno raggiunto la notorietà in altre discipline come il pugilato o il ciclismo, così come oggi altri si sono affermati nel basket. Il nostro quartiere, bene o male, oggigiorno offre alle famiglie un discreta scelta su quale sport far praticare ai propri figli, ma fino a qualche decennio fa era il calcio, e solo il calcio, lo sport per eccellenza della Garbatella e zone limitrofe. Il nostro quartiere ha espresso nel tempo diversi campioni di calcio, alcuni più noti altri meno, alcuni con carriere gloriose altri con curricula più modesti, ma tutti sempre orgogliosi di aver dato i primi calci ad un pallone tra i lotti o di aver calcato i campi di calcio della Garbatella.

Prenderemo in esame i calciatori nati alla Garbatella o nelle vicinanze o che la Garbatella frequentavano per motivi scolastici (sin da ora ci scusiamo se l’elenco non sarà completo e magari ci è sfuggito qualche nome). Alcuni sono cresciuti nella Roma altri nella Lazio, ma qui non
faremo distinzioni da tifosi: per noi sono i rappresentanti della “Nazionale della Garbatella”. Andando in ordine cronologico.
Per primo parleremo di Luigi Albani, portiere della Roma, che militò e vinse il campionato di Serie B nel 1951-52, nato alla Garbatella nel 1928 e cresciuto nelle fila dell’Ostiense. La fervida immaginazione della tifoseria romanista non si lasciò sfuggire l’occasione di affibbiare anche a lui un soprannome: Palletta. E in effetti sembrava una palletta, quando si tuffava da palo a palo come un acrobata per respingerei tiri degli avversari, rialzandosi prontamente senza sforzo con uno stile che colpì l’immaginazione popolare. Resterà alla Roma per sette stagioni con 78 presenze.
Si passa poi ad un nome che ha fatto la storia del calcio a Roma e non solo. Parliamo di Agostino Di Bartolomei, soprannominato “Diba”, nato nella vicina Tormarancia nel 1955, che alla Garbatella andava a scuola, avendo frequentato il Liceo Scientifico “F. Borromini” a Piazza Oderico da Pordenone (giocando anche alla “Chiesoletta”) e dove si distinse quando vinse con la sua scuola il “Roma Junior Club”, torneo calcistico delle scuole superiori romane con finale allo stadio Flaminio. Debuttò in serie A che aveva 18 anni quando esordì contro l’Inter a San Siro. All’andata all’Olimpico era finita con un’invasione di campo per un rigore fischiato all’ultimo minuto da Michelotti in favore dell’Inter che Boninsegna “Bonimba” trasformò: 2 a 1 per i nerazzurri, seguito dall’invasione dei tifosi inferociti e scontri con le forze dell’ordine (ahimè, partecipai alla gazzarra).
Al match di  ritorno, 22 aprile ’73, esordì Agostino e si concluse con uno 0 a 0. L’anno successivo il tecnico era Scopigno che stravedeva per “Diba”.
Dopo un anno passato al Vicenza, Di Bartolomei tornò alla Roma per diventare un punto fermo della squadra. Dal 1976/77 al 1983/84 saltò pochissime gare e a fine anni 70 prese la fascia da capitano. Grande visione di gioco, mai un pallone buttato via, lanci precisi al millimetro e una legnata ragguardevole da fuori o su punizione, queste le sue caratteristiche che sopperivano ad una non entusiasmante dinamicità.
Nella stagione ’82/’83 Nils Liedholm ha l’idea brillante di spostare Di Bartolomei nella posizione di libero e la soluzione si rivela vincente: 7 gol in campionato in 28 presenze e soprattutto lo scudetto dopo 48 anni ai giallorossi. In totale Ago giocò con la Roma 308 gare (146 da capitano) segnando 66 gol. In 11 stagioni giallorosse conquistò oltre allo scudetto anche 3 Coppe Italia. Fu capitano silenzioso ma carismatico, sempre corretto (una sola espulsione) e rispettoso. Passò poi al Milano con Liedholm e finì la carriera alla Salernitana, dopo una storica promozione in serie B.
Purtroppo morì suicida il 30 maggio1994. Il ricordo dello stadio che intonava il suo coro ancora riecheggia nel cuore dei tifosi “OOOO Agostino! Ago, Ago, Ago, Agostino gò…”.
Passiamo quindi  a Daniele Beretta, romano della Garbatella, nato nel 1972, cresciuto nelle giovanili della Roma. Arrivato alla Primavera ha esordito in prima squadra, due volte è stato in prestito e due volte è ritornato, titolare poi con la Roma di Mazzone segnò un gol anche in Coppa Uefa. Arrivò poi un infortunio serio e l’argentino Carlos Bianchi lo mise in lista d’uscita passando così al Cagliari, per poi arrivare all’Atalanta dove si distinse per campionati ad alto livello. Terminò la carriera nel Brescia.
Ed infine l’ultimo in ordine di tempo Aleandro Rosi nato nel 1987. Cresciuto nelle giovanili della Lazio, a 12 anni passa alla Roma con cui ha fatto tutta la trafila delle giovanili fino alla prima squadra. Dopo aver vinto il Campionato Primavera, nel 2005 esordisce in prima squadra nello stesso anno per poi affermarsi l’anno seguente con Spalletti allenatore.
Nel 2007 viene ceduto al Chievo, per poi passare al Livorno nel 2008 dove ottiene la promozione in A. Dopo una stagione al Siena torna alla Roma dove esordisce in Champions League contro il Bayern di Monaco nel 2010. E’ ancora in forza alla squadra giallorossa. Nato e cresciuto alla Garbatella, dove vive ancora la sua famiglia, giocava sotto casa nel parco di Largo Giovannipoli e quando non era lì giocava a pallone nel campetto di Sant’Eurosia.
E’ senz’altro uno che in campo dà, come si dice, “il fritto”, non tirando mai indietro la gamba ed impegnandosi fino all’esaurimento delle forze. Proprio questa sua estrema generosità, aggiunta ad una duttilità di impiego, ne hanno fatto una pedina importante nell’attuale formazione giallorossa.
Insomma uno che incarna a pieno lo spirito della Garbatella. Infine una menzione anche per Odoacre Chierico e Ezio Sella, cresciuti nella vicina Montagnola.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 9 – Marzo 2012

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