Polisportiva “Giovanni Castello”

A via Alessandro Severo gestisce due campi di calcio con Milan academy

Una storia di oltre cinquant’anni nello sport dilettantistico

di Daniele Ranieri

E’ il 12 Febbraio del 1967 quando  sulla pista dello Stadio delle Tre Fontane un atleta s’accascia a terra e muore.  E’ Giovanni Castello giovane recordman della  staffetta 4x400metri, una speranza dell’atletica italiana. Da questo  drammatico avvenimento nasce, a dicembre dello stesso anno, l’”Atletica G. Castello”  una associazione che ha fatto la storia dello sport dilettantistico romano. Oggi  conta 500 iscritti e numerose attività di calcio, pallavolo, atletica, judo, tennis da tavolo  e orientamento. Oltre l’impianto sportivo sulla Cristoforo Colombo gestisce quattro palestre, due delle quali nell’VIII Municipio, dove promuove corsi di tiro con l’arco, scherma storica, Pilates, Tai chi, Yoga.

Il quartier generale è a Via Alessandro Severo, dove la  “Polisportiva G. Castello” ha in gestione due campi di calcio utilizzati dai ragazzi dai sei anni in su, col partenariato della società A.C. Milan, nell’ambito del programma Milan Academy e altri campi più piccoli. L’attività calcistica si svolge applicando una metodologia innovativa creata da una delle maggiori società calcistiche italiane e internazionali. Le squadre  giocano nei diversi livelli della Lega dilettanti regionale: Eccellenza, Promozione e I° categoria e delle giovanili.

Giovanni castello sulla pista di atletica in una gara di 200 metri alle terme di caracalla

La nascita del Centro che fiancheggia la Cristoforo Colombo ha una sua storia nella storia. I campi sono stati occupati, anzi hanno subito “una pacifica invasione” come ci dice il Presidente Enzo D’Arcangelo, nel Gennaio del 1983. Erano spazi abbandonati da anni, ridotti in uno stato miserevole, ricolmi di rifiuti e con le recinzioni perimetrali divelte e a terra. L’anno precedente la società aveva già iniziato a svolgere un’opera di pulizia e di rilancio organizzando con il patrocinio del Comune di Roma, proprietario dell’impianto abbandonato, un torneo di calcio a 5 a cui parteciparono  otto squadre che divisero il loro tempo tra la pulizia e il gioco. Il Torneo ebbe tale successo che spinse la Polisportiva a chiedere la gestione dell’impianto. Cosa che per motivi burocratici continuava ad essere rimandata. Finché si decise per l’”invasione”.  Nel 1986 arrivò l’assegnazione definitiva. Da allora si contano numerose e importanti iniziative come il Torneo Bernardini, che coinvolse 30 istituti di Roma e Provincia e molte altre manifestazioni sportive e culturali. Oggi la struttura si presenta come un centro polivalente, moderno e in perfette condizioni di manutenzione. Entrando si viene accolti da una piccola costruzione circondata dai fiori che ospita gli uffici di segreteria. Oltre ai campi, curati dallo stato del terreno fino alle panchine, vi sono otto spogliatoi più uno per i tecnici e gli arbitri e una infermeria.

D’Arcangelo ci dice che nell’impianto non vi sono bar, ristoranti o bracerie, ma solo grande professionalità, attenzione ai metodi di allenamento e ai risultati. Si cura con la stessa  meticolosità la preparazione alle gare o alle partite come alla crescita umana e a tutti gli aspetti educativi che ad essa sono legati. Il rispetto delle regole in campo e fuori, il rispetto degli altri in campo e fuori, il rispetto delle strutture sportive e delle cose in generale, la cooperazione e la solidarietà e l’attaccamento al club, l’amore per lo sport queste sono gli aspetti importanti trasmessi dalla Polisportiva. Gli stessi valori per cui gareggiava Giovanni Castello.

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