La signora Giovedì: storie di solidarietà
di C.B.
Storie di solidarietà in un quartiere popolare ma anche storie di dignità dei poveri. Ce ne segnala una il dottor Giuseppe Laterza, uno dei quattro figli di un edile pugliese approdato alla Garbatella, come molti altri suoi corregionari, alla fine degli anni Venti del secolo scorso.
Alla fine della guerra la palazzina nella quale i Laterza abitavano in Via Alessandro Cialdi come …..
La signora Giovedì: storie di solidarietà
di C.B.
Storie di solidarietà in un quartiere popolare ma anche storie di dignità dei poveri. Ce ne segnala una il dottor Giuseppe Laterza, uno dei quattro figli di un edile pugliese approdato alla Garbatella, come molti altri suoi corregionari, alla fine degli anni Venti del secolo scorso.
Alla fine della guerra la palazzina nella quale i Laterza abitavano in Via Alessandro Cialdi come anche le altre case vicine intorno a Piazza Pantera venivano visitate regolarmente ogni settimana da una signora dai modi assai garbati, molto distinta pur se di aspetto dimesso. Era una profuga da Cassino restata sola, alla ricerca di una figlia dalla quale era rimasta separata nel corso delle vicende belliche. Tutti la conoscevano di vista ma non di nome e per tutti era la “signora Giovedì”, perché sempre regolarmente in quel giorno della settimana passava per raccogliere ciò che le famiglie, anche esse povere, riuscivano a rimediare e a tenerle da parte: un pugno di pasta, una ciriola rafferma, un frutto o una manciata di verdura, un capo di vestiario usato, una busta di carbone. Nelle sue visite era così puntuale che spesso le massaie aspettavano il suo passaggio prima di uscire per la spesa.
Poi un giorno, senza che se ne conoscesse il motivo, la signora smise di colpo di effettuare il suo abituale giro, una scomparsa che suscitò apprensione, perché quell’appuntamento era seguito ormai con calorosa simpatia. Passò qualche mese, finché un giovedì la signora improvvisamente ricomparve. Rifece scrupolosamente il giro di tutte le famiglie che l’avevano aiutata, questa volta semplicemente per ringraziarle dell’aiuto che le avevano dato e per comunicare loro la propria gioia per essere riuscita a ricongiungersi con la figlia dalla quale la guerra l’aveva separata. E’ rimasta anonima e nel ricordo di chi la conobbe è ancora semplicemente la “signora Giovedì”. (C.B.)
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 2 – Febbraio 2005
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