In ricordo del partigiano della Garbatella Libero Natalini

Dopo l’installazione delle due pietre d’inciampo in via Massaia per i patrioti Libero De Angelis e Giuseppe Felici, nella storica sede del Circolo dei Socialisti in via Edgardo Ferrati 12, si è tenuta una giornata commemorativa in ricordo di “Gregorio”. Così veniva chiamato sul campo di battaglia Libero Natalini, figura di spicco della Resistenza romana e figlio della Garbatella, alla cui memoria il Municipio ha già dedicato una targa a piazza Benedetto Brin, nelle vicinanze della sua dimora.

L’evento, organizzato da Cara Garbatella con l’associazione culturale Forum Terzo Millennio e il patrocinio del Municipio, ha visto la partecipazione dei due figli Giulio e Sandro, che con commozione hanno ricordato la figura di Libero, venuto a mancare nell’ottobre del 2003. “Nostro padre ci ha trasmesso l’amore per la democrazia, la libertà e la giustizia sociale. Per noi è un atto dovuto onorare la sua memoria”.

La relazione di Gianni Rivolta

Durante la conferenza, accompagnato da immagini d’archivio selezionate da Giancarlo Proietti direttore editoriale di Cara Garbatella, il giornalista Gianni Rivolta ha ripercorso la biografia del partigiano, soffermandosi anche su due episodi inediti, ricavati da una raccolta di interviste a Libero Natalini del 1986 rilasciate ad Aldo Santini, militante del Pci della Villetta prematuramente scomparso. Il primo risale al 13 marzo del ’44, quando al mattino, dopo una riunione del gruppo operativo della Garbatella, Libero viene avvertito da Raffaella Chiatti, la sora Lella, della presenza di un gruppo di tedeschi nei pressi della sua casa in via di Sant’Emerita al lotto 4. Fortunatamente “Gregorio” riuscirà a scappare e a rifugiarsi a casa dello zio in vicolo del Cinque a Trastevere. Il secondo risale al 3 aprile, quando avviene l’arresto da parte di Veronesi, maresciallo delle SS italiane, di Pietro Asdrubalini gerente dei bagni pubblici della Garbatella e appartenente al Partito Socialista clandestino. Quest’ultimo, nonostante conoscesse il repubblichino che lavorava per l’Icp, venne comunque portato nella prigione-lagher di via Tasso e, dopo essere passato per le torture dei tedeschi, confessò i nomi dei partigiani più in vista della Settima zona con cui teneva i contatti clandestini e rivelò i luoghi dei depositi delle loro armi. Tuttavia, la moglie dell’Asdrubalini sora Bice cercò di organizzare un incontro con Libero per avvisarlo di essere ricercato dai tedeschi. Dopo questi fatti la Settima zona dei Gap subì una forte battuta d’arresto nelle azioni di sabotaggio contro gli occupanti tedeschi e nelle attività di propaganda.

Gli intervenuti

All’incontro sono intervenuti Giovanna Mirella Arcidiacono, presidente dell’associazione culturale “Il Tempo Ritrovato”, che ha ricordato l’impegno e il supporto di Vera Rocchi, moglie di Libero Natalini, nell’attività partigiana e nella vita politica anche dopo la liberazione, l’ex dirigente Anpi Aladino Lombardi e il Presidente del Municipio Amedeo Ciaccheri. “Insieme ai cittadini stiamo facendo un lavoro che esce dalle maglie della formalità istituzionale” ha affermato il mini sindaco. “Nell’VIII Municipio – prosegue – il tema della memoria è fortemente radicato nel territorio e nella coscienza di tutte quelle donne e quegli uomini che negli anni hanno contribuito a mantenere solidi e a trasmettere alle nuove generazioni i valori su cui si fonda la storia resistenziale, antifascista e democratica di questa zona. Le biografie dei partigiani – conclude Ciaccheri – sono un patrimonio di cui abbiamo la necessità e il dovere di prenderci cura per continuare a coltivare un senso di appartenenza, coscienza e consapevolezza dei luoghi in cui viviamo”.

La biografia

Libero Natalini nasce a Genazzano il 9 febbraio 1916. Si traferisce da giovanissimo con la famiglia alla Garbatella, nel primo nucleo di case Icp intorno a Piazza Benedetto Brin. Abita in quei lotti fino ai primi anni ’60, quando gli edifici verranno demoliti e Libero si traferirà in via Antonio Rubino. Nel 1934, durante il servizio militare a Civitavecchia, si avvicina alle idee comuniste e inizia la vita cospirativa rendendosi subito attivo nei quartieri operai e nelle università. Dall’8 settembre ’43, giorno dell’armistizio, combatte contro i tedeschi sulla via Ostiense, a porta San Paolo e organizza i Gap di zona Garbatella, Ostiense, San Paolo, Tormarancia, Testaccio e San Saba. In seguito, con il nome di battaglia di “Gregorio”, collaborerà anche ai Gap centrali. E per il suo impegno antifascista e l’attività partigiana gli sarà conferita la Croce al Merito di guerra. Il 4 giugno del ’44, quando gli americani stanno per entrare in città, Libero fa parte del gruppo di persone che occupa l’ex casa del fascio in via Passino, l’odierna Villetta. La struttura, un vecchio casale di campagna, da allora sarà la sezione storica dei comunisti del quartiere, di cui egli più avanti sarà anche segretario. Nel 1957, dopo l’entrata dei carri armati sovietici a Budapest in Ungheria, decide di
lasciare il Pci e aderire al Partito Socialista, mantenendo per anni il suo impegno politico e sindacale nella Cgil.

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