Se è vero che una generazione è quantificata in 20-30 anni, allora è anche vero che al Goa ci è passata più di una generazione.
Migliaia di persone della città sono entrate in quell’ampio locale, ci hanno ballato, ci si sono divertite, hanno allacciato nuove amicizie e senz’altro ci si sono innamorate
Tutto cominciò intorno al 1995 quando vennero individuati i locali di via Libetta 13 come un ambiente ideale per quella grande sala da ballo che i proprietari avevano in mente, poiché fuori da un contesto abitativo e realizzata in modo da poter organizzare altri tipi di eventi.
Il Goa fu anzitutto un’attrazione per molti giovani, e non soltanto per quelli dell’Ostiense o della Garbatella, che per raggiungere Via Libetta passavano attraverso la vecchia stazione della metropolitana di Piazza Giancarlo Vallauri.
I primi furono senz’altro coloro che gravitavano intorno ai locali del Testaccio, quindi arrivarono gli studenti e i fuori sede, poi il passaparola ha fatto il resto. Ma sono stati moltissimi anche i giovani giunti da ogni parte d’Italia, quando fino ad una ventina di anni fa si andava a ballare, quasi sempre, soltanto nella Riviera Romagnola. Anche la scelta di affidare la consolle al compianto Dee-Jay Claudio Coccoluto, definito da Linus – uno che se intende – uno dei più grandi e apprezzati Dee-Jay italiani, fu senz’altro vincente.
La pandemia legata al COVID 19 e l’impossibilità di aprire ha portato purtroppo ad un rapido declino: dopo 26 anni è giunta la fine con la proprietà che ha messo in vendita i locali, anche perché il rischio di nuove restrizioni – nel malaugurato caso dovessero risalire i contagi – è sempre concreto.
Un peccato, perché nell’VIII Municipio il Goa è stato uno dei primissimi locali con quelle caratteristiche e che ha fatto diventare l’Ostiense uno dei centri della vita notturna della Capitale.
Se da un lato ha portato ad uno scombussolamento soprattutto nel fine settimana per i cittadini che abitano nella zona, in alcuni casi si sono raggiunte punte di 15.000 giovani nell’area di Via Libetta, dall’altro ha fatto da catalizzatore per altre esperienze commerciali e legate al divertimento serale. Nel giro di pochi anni sono arrivati altri pub, discoteche, live club consentendo l’apertura anche di bar e ristoranti di qualità o comunque di buon livello.
Ora è incerta la destinazione di quei locali, non è escluso che l’Università Roma Tre possa diventarne proprietaria, ma probabilmente, da qualche parte, e verosimilmente nell’VIII Municipio, un nuovo Goa farà ballare un’altra generazione.
Stefano Baiocchi
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