Finalmente ha un “tetto” il ponticello di Piazza Biffi
Finalmente il ponticello medioevale di Piazza Eugenio Biffi ha una copertura protettiva, un tetto costituito da cinque lastre di robusto plexiglas sostenute da un’armatura metallica opportunamente sagomata.
Inoltre gli imbocchi del sottarco sono protetti da due cancellate di ferro. Non è stata effettuata nessun opera di consolidamento delle murature che, nel lungo periodo in cui il manufatto era rimasto senza protezione, si erano localmente sbriciolate. …..
Finalmente ha un “tetto” il ponticello di Piazza Biffi
Finalmente il ponticello medioevale di Piazza Eugenio Biffi ha una copertura protettiva, un tetto costituito da cinque lastre di robusto plexiglas sostenute da un’armatura metallica opportunamente sagomata.
Inoltre gli imbocchi del sottarco sono protetti da due cancellate di ferro. Non è stata effettuata nessun opera di consolidamento delle murature che, nel lungo periodo in cui il manufatto era rimasto senza protezione, si erano localmente sbriciolate.
Ricordiamo in breve la storia del ponticello. Nell’effettuare nella piazza lo scavo per un parcheggio sotterraneo, venne alla luce, a una profondità di sette metri, un ponticello, costituito da povero materiale di risulta, che era servito in un lontano passato a superare a piedi asciutti un corso d’acqua proveniente dalla zona dove adesso si trova il palazzo della Regione.
Il fiumicello era un affluente del fiume Almone, che ha formato nei millenni la vasta valle che separa le colline della Garbatella dall’Aventino. L’Almone, che adesso scorre in galleria artificiale sotto la Circonvallazione Ostiense, a sua volta è un affluente di sinistra del Tevere.
Il nostro ponticello, di età imprecisabile, probabilmente medioevale, era rimasto interrato da depositi alluvionali trasportati dall’Almone o dilavati dalle pendici della collina della Garbatella.
La sua scoperta destò molto interesse negli abitanti. Pur non avendo un particolare valore storico o artistico, il Municipio volle salvarlo, rimuovendolo dal sito originario e ponendolo nei giardini sovrastanti il parcheggio sotterraneo, come testimonianza di un lontano passato di quei luoghi.
Un’iniziativa lodevole che però per concretarsi ha impiegato tempo. Ma, come dice il proverbio, “tutto è bene quel che finisce bene”. (C.B.)
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 3 – Dicembre 2006
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