Inaugurati dal sindaco Veltroni il parcheggio e la ristrutturazione
Garbatella si pavoneggia a Piazza Eugenio Biffi
di Cosmo Barbato
Tutto è bene quel che finisce bene e non c’è dubbio che la lunga e faticosa opera di costruzione del parcheggio interrato e di ristrutturazione di Piazza Eugenio Biffi meglio di così non poteva finire. La sistemazione è splendida, una benefica strenna di Natale per i residenti, che se la sono davvero meritata per la loro pluriennale pazienza e per i disagi di traffico che soprattutto essi, ma anche gli automobilisti che in quel punto hanno un passaggio obbligato, hanno patito per un …..
Inaugurati dal sindaco Veltroni il parcheggio e la ristrutturazione
Garbatella si pavoneggia a Piazza Eugenio Biffi
di Cosmo Barbato
Tutto è bene quel che finisce bene e non c’è dubbio che la lunga e faticosa opera di costruzione del parcheggio interrato e di ristrutturazione di Piazza Eugenio Biffi meglio di così non poteva finire. La sistemazione è splendida, una benefica strenna di Natale per i residenti, che se la sono davvero meritata per la loro pluriennale pazienza e per i disagi di traffico che soprattutto essi, ma anche gli automobilisti che in quel punto hanno un passaggio obbligato, hanno patito per un tempo così prolungato. Se ne è scusato il sindaco Veltroni alla festosa inaugurazione di martedì 23 novembre quando, nel suo breve discorso, ha citato una delle cause del prolungarsi dei lavori: il ritrovamento, nel corso degli scavi, di un ponticello medioevale, una preziosa testimonianza del passato che si è voluto rispettare e salvare.
Ora che l’opera è sotto gli occhi di tutti, col tempo si dimenticherà la sua laboriosa gestazione. Non c’è stato solo il ponte a ritardare i lavori – ci ha spiegato il progettista arch. Frangipane – ma anche un faticosissimo scavo impostoci dalla Soprintendenza in orizzontale, e poi le acque sorgive che non riuscivamo a stagnare e i reiterati allagamenti della fossa provocati da violenti temporali. Quel pomeriggio Veltroni, accompagnato dall’assessore ai trasporti Di Carlo e dal presidente del Municipio Smeriglio, aveva già inaugurato un altro parcheggio a pochi passi, in Via Padre Semeria.
I parcheggi – ha spiegato il sindaco – oltre a liberare le strade dalle auto, con la vendita dei box rappresentano una fonte di autofinanziamento che consente di porre mano ad altre opere pubbliche, per esempio, qui da noi, per risanare l’area stradale della Circonvallazione: una risorsa importante, dunque, vista la politica governativa di lesina dei trasferimenti finanziari ai comuni e alla capitale in particolare.
La piazza si presenta come un salotto, un vero luogo di aggregazione e di incontro con le sue grandi panchine di travertino e il suo fazzoletto di verde. Elegante la pavimentazione dei marciapiedi esterni con cubetti di porfido. Eccezionale il sistema di illuminazione.Lodevole il recupero e la sistemazione del ponticello medioevale posto a suo ornamento. Sul modo in cui è stato collocato e sulla sua conservazione avanziamo però qualche riserva. Il ponte, costruito con poveri materiali di risulta, fu rinvenuto nel corso dello scavo a una profondità di sei o sette metri. In passato – difficile precisare quando, sicuramente molti secoli fa – aveva consentito di superare a piedi asciutti un fosso che scorreva dalla zona dove adesso c’è la Regione lungo l’asse dell’attuale Viale Massaia per gettarsi nel fiume Almone, che a sua volta è un affluente di sinistra del Tevere (scorre ancora, ma intubato, sotto la circonvallazione Ostiense). l’almone in tempi geologici aveva scavato l’ampia valle che si estende tra l’Aventino e le colline della Garbatella. Soggetto a violente e ricorrenti alluvioni, un po’ per volta aveva ricolmato la valle che aveva scavato, seppellendo anche il punto di confluenza del fosso o con esso il nostro ponticello.
Il ponte dunque, pur se è un manufatto di scarso valore materiale, testimonia la presenza dell’Almone, fiume sacro per i romani fin dai tempi arcaici, oggi purtroppo degradato alla condizione di fogna. Nelle sue acque allora limpide avvenivano riti di purificazione legati al culto della dea Cibele, ritenuta la madre degli dei. In tempi più recenti aveva irrigato fertili orti e aveva mosso le macine di molti mulini. Fino a una sessantina d’anni fa scorreva a cielo aperto: le donne ci lavavano i panni e i ragazzi ci si rinfrescavano d’estate.
Il ponticello è quindi un cimelio ed è stato meritevole averlo salvato, peraltro con un’operazione assai complessa: ingabbiato in una struttura d’acciaio è stato rimosso dal sito originario e innalzato al livello della piazza.
Perché le nostre riserve?
Innanzitutto ci piace poco la sua collocazione che lo vede immerso in una sorta di catino rettangolare che in parte limita la vista delle sue fondazioni (peraltro in questa fossa abbiamo visto stagnare acqua piovana). Avremmo preferito che tutto il manufatto, fondazioni comprese, fosse stato evidenziato in una posizione più scenografica su un piccolo piedistallo. Riteniamo poi indispensabile e urgente un intervento di consolidamento delle sue vecchie e poco coese murature che, poste all’aria aperta, mostrano già segni di sgretolamento. Meglio sarebbe anche, come auspica lo stesso progettista della piazza, che la Soprintendenza predisponesse una leggera struttura trasparente di protezione. A parte queste riserve, non possiamo che compiacerci per la splendida sistemazione della piazza. Nel corso dell’inaugurazione il presidente del Municipio Smeriglio ha tenuto a renderne merito anche all’assessore municipale all’urbanistica, Alberto Attanasio: ci associamo. auguriamoci adesso che i cittadini sappiano salvaguardare questo nuovo prezioso arredo del quartiere.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 1 – Dicembre 2004





