Dall `immigrazione all’ intercultura

Dall `immigrazione all’ intercultura

di Francesca Vitalini

Parlare d’immigrazione, oggi, significa discutere su una realtà che, non soltanto, è trattata nei quotidiani con valenze drammatiche e con un punto di vista globale e totalizzante, ma che è vissuta dalle comunità (regioni, città, quartieri) in un contesto più …..

Dall `immigrazione all’ intercultura

di Francesca Vitalini

Parlare d’immigrazione, oggi, significa discutere su una realtà che, non soltanto, è trattata nei quotidiani con valenze drammatiche e con un punto di vista globale e totalizzante, ma che è vissuta dalle comunità (regioni, città, quartieri) in un contesto più specificamente locale. Lo stesso municipio XI, infatti, affronta queste tematiche che emergono in maniera sempre più repentina e urgente anche a causa della massiccia presenza di immigrati, che provengono dai paesi europei e non. Il loro numero posiziona la zona al secon do posto (subito dopo l’Esquilino, dunque) in una classifica “virtuale” sullo stanziamento straniero a Roma. Parlare d’immigrazione, tuttavia, non si riduce alla sola elaborazione di dati statistici, ma determina un più alto livello d’analisi politica e amministrativa e una maggiore consapevolezza culturale del fenomeno, così come cerca di fare il municipio XI, gestendo il gruppo moldavo presente sul territorio.
Michele Zagarianu, rappresentante della comunità moldava, ci comunica che attualmente sono circa 200 gli abitanti dell’ex Urss che abitano e lavorano, ormai da qualche anno, in un territorio compreso tra Garbatella e Tormarancia. Non sempre, però, alla loro presenza nella zona hanno corrisposto un riconoscimento sociale e un aiuto statale in grado di aiutarli nella quotidianità. Ciò ha determinato l’occupazione moldava di uno stabile in disuso, sito in via Locatelli.
La loro lotta per evitare la clandestinità ha spinto il municipio XI, le associazioni di Roma sud che s’impegnano nel sociale e i rappresentanti del comune di Roma a realizzare una tavola rotonda dal titolo “Le politiche territoriali dell’accoglienza e dell’intercultura” che si è tenuta il 9 giugno, durante la festa di Liberazione, organizzata dal 5 al 15 giugno nel parco di via G. Pullino. Il dibattito ha ruotato intorno ad una proposta: la realizzazione di maggiori centri di accoglienza che sappiano prevenire e gestire il disagio di chi si trova senza punti di riferimento. Raffaella Milano, assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, ha puntato sull’aumento dei centri per creare un primo momento d’accoglienza straniera, anche se ha sottolineato la mancanza di fondi per il sociale a causa dei forti tagli effettuati dal governo.
Alla sua posizione si è aggiunta quella di Luciano Ummarino, assessore all’intercultura del Municipio Roma XI, che ha evidenziato la necessità di un superamento del disagio abitativo tout court. con la creazione di un assessorato comunale alla casa e di una politica dell’abitazione. Giulio Russo, rappresentante della “Casa dei diritti sociali”, ha posto, invece, l’accento sulla necessità di considerare il peso culturale delle diverse realtà, “autoctone” o meno, che si muovono sul territorio.
La dimensione politica del fenomeno dell’immigrazione, quindi, va di pari passo con una dimensione culturale. I discorsi di gestione di questo tipo di realtà municipale si coniugano, infatti, con lo sviluppo di una coscienza culturale che anche i piani amministrativi possono garantire: la condivisione degli spazi, in questo caso, la condivisione delle zone di un municipio, può determinare la creazione di un terreno proficuo per lo sviluppo dell’intercultura.

 

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 0 – Luglio 2003

 

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