Cinque anni di impegno e passione della Giunta guidata da Andrea Catarci

Nostra intervista al candidato della coalizione “Italia bene comune” a Presidente dell’XI Municipio
Cinque anni di impegno e passione della Giunta guidata da Andrea Catarci

Presidente Catarci, siamo quasi al termine della consiliatura dell’XI (ora VIII) Municipio. Che cosa è successo in questi cinque anni?
andrea-catarci-fosse_ardeatineSono stati cinque anni condotti tra opposizione al centro destra capitolino e buon governo locale,  attuati con strumenti creativi e inconsueti per un’Amministrazione. Il lavoro sugli aspetti legati alla cura del territorio, sia in termini di servizi alla persona che di manutenzione urbana, è stato reso oltremodo complicato dalle politiche del Sindaco Alemanno, che ha negato le indispensabili risorse economiche ed ha mandato in sofferenza istituti scolastici, parchi, strade ed assistenza, come abbiamo ripetutamente denunciato.

Malgrado ciò siamo riusciti lo stesso a gestire con le cifre risibili a disposizione le maggiori criticità, nonché a mantenere quasi sempre standard decenti. In generale, nella resistenza ad Alemanno e nel continuo muro contro muro, l’impegno e la passione si sono rafforzati mese dopo mese, insieme al senso di responsabilità sociale verso la collettività. Allo stesso tempo, nei cinque anni che si avviano alla conclusione, numerose sono state le azioni in cui si è sostanziata un’altra idea di città, su molteplici ambiti: allargamento di diritti sociali e civili, tutela e valorizzazione del patrimonio, contrapposizione agli interessi dei Poteri Forti, creatività nell’elaborare risposte innovative, sostegno ai processi di partecipazione e progettazione dal basso. abuso-parco-dell-appia

E’ ora il tempo di passare dalla resistenza al progetto, su Roma e per Roma. E’ora di guardare al futuro, guardando la ripartenza nel dopo-Alemanno attraverso progetti di recupero, riqualificazione, valorizzazione sostenibile dell’ambiente urbano, sviluppo economico e occupazionale, allargamento dei diritti civili, memoria storica, cultura, sport, potenziamento del welfare locale, restituendo il senso di un cambiamento realizzabile in poco tempo. Perché Roma è in crisi conclamata, economica, sociale e culturale, ma ha dentro di sé le risorse per uscire presto dall’attuale declino. 

Presidente Catarci, quali sono stati i principali risultati raggiunti dalla sua Giunta municipale?
Parliamo di cose concrete: abbiamo tutelato l’Appia Antica e contrastato l’abusivismo edilizio e speculativo in aree di straordinaria valenza storica e paesaggistica;

presidente-catarci-parco-serafiniabbiamo garantito l’interesse pubblico nei processi di trasformazione dell’Air terminal e lo stesso si intende fare all’ex Deposito Atac e all’ex Fiera, perché non si deve delegare lo sviluppo del territorio ai gruppi imprenditoriali;

abbiamo riqualificato il territorio con la demolizione e la ricostruzione di edifici, come a Viale Giustiniano Imperatore, perché bisogna impedire il consumo di suolo e ripensare gli spazi integrando rinnovamento edilizio e qualità della vita;

abbiamo riconvertito luoghi degradati reperendo creativamente le risorse necessarie come per il giardino di Via Galba a San Paolo e utilizzando la Street Art come all’Ostiense; abbiamo adeguato le sedi per i servizi municipali, per migliorare l’accoglienza e la relazione con la popolazione;

abbiamo elaborato un progetto dal basso per l’area dell’ex Fiera con comitati, associazioni e singoli cittadini, perché consideriamo la partecipazione alle grandi scelte un’opzione strategica;

abbiamo istituito i Registri dei Testamenti Biologici e delle Unioni Civili per allargare nel nostro Municipio la sfera delle libertà personali e dei diritti; abbiamo realizzato tratti di piste ciclabili e promosso l’uso di mezzi alternativi all’auto, per incoraggiare una mobilità sostenibile;

abbiamo assunto direttamente la gestione di un’area verde, il Parco Cavallo Pazzo; abbiamo sperimentato forme innovative di comunicazione istituzionale, usando maxi-schermi per contrastare lo scempio di decine di migliaia di cartelloni e riguadagnare così decoro; abbiamo rinnovato la memoria storica, ogni anno alle Fosse Ardeatine, alla Montagnola e in altri luoghi-simbolo;

abbiamo dato nuovo vigore alla rete di realtà culturali e sportive con programmi gestiti collettivamente come Natale di Sport e Buon Compleanno Garbatella, investendo sull’associazionismo.

E ancora, abbiamo contribuito all’esito positivo della vertenza sulle case di Via Pincherle con il Comitato inquilini ed il sindacato Asia, perché consideriamo l’emergenza e il disagio abitativo ai primi posti della nostra agenda; abbiamo avviato un centro di prossimità per profughi Afghani, per
sostenere l’integrazione di richiedenti asilo; abbiamo dotato il Consultorio di una nuova sede, per riprendere il cammino sui temi dell’autodeterminazione femminile;

abbiamo adibito gli spazi inutilizzati di una scuola a Montagnola per le attività di portatori di handicap; abbiamo sviluppato progetti-pilota sul carcere, per il reinserimento di detenuti, ex detenuti e ‘colpevoli nati’; abbiamo difeso l’ospedale Cto insieme alle forze sindacali e alle categorie professionali, perché non ci arrendiamo a veder cancellato il diritto alla salute.

Qualcosa senz’altro mi sfugge. Però, pur nella soddisfazione di tante cose avviate e compiute nel
complicato contesto, la città sta messa male, così male che non si può essere soddisfatti.

Perché?
Perché Roma sta soffrendo troppo per la grave crisi economica ed occupazionale. Sconta la  mancanza di politiche di sviluppo e di sostegno al lavoro e all’impresa, sconta un’urbanistica servile e senza idee, l’assenza di un’adeguata opera di manutenzione, sconta servizi sociali che si stanno riducendo ad elemosine più che a prestazioni professionali. E, ancora, è peggiorata la mobilità, il senso civico, il decoro e la sicurezza cittadina, la cultura, lo sport. Persino il progetto di Roma Capitale, in mani dilettanti, non riesce nemmeno ad alzare lo sguardo all’area vasta del territorio circostante che contiene porti e aeroporti, né a comprendere l’ovvia necessità dei Comuni metropolitani e del dialogo con tutti i Comuni, pure il più piccolo. E’ evidente, poi, che non si può continuare a stare senza un bilancio approvato nei tempi dovuti, cioè nei primi mesi dell’anno, né è tollerabile che non si paghi chi lavora per l’Amministrazione, come purtroppo avviene. La soluzione di queste criticità sta nel porre fine alla fase di devastazione che porta il nome di Alemanno. Quando Roma viene così maltrattata chi la ama non può essere soddisfatto del suo operato.

Quali altre criticità si dovranno affrontare?
Oltre a quelle generali sopra richiamate, ci sono poi le grandi problematiche territoriali: si chiamano ex Fiera, Polo natatorio Valco San Paolo, ex deposito Atac, Piano di Piazza dei Navigatori, albergo-cantiere di Viale Giustiniano Imperatore, edificazione I60 a Grottaperfetta. C’è poi l’incompiuta Città dei Giovani al posto degli ex Mercati generali e soprattutto la mancata realizzazione del Parco di Tormarancia, atteso con impazienza; c’è, infine, la necessità di un riequilibrio del sistema della mobilità, sia nelle zone ad alto tasso di trasformazione come l’Ostiense che in quelle meno dinamiche.
Insomma, c’è un gran lavoro davanti …

Qual è oggi la situazione del Mercato coperto della Garbatella, che ha visto le prime iniziative nei giorni scorsi? Ci pare di capire, girando per il mercato all’aperto in Via di Santa Galla che, da parte di alcuni degli operatori, non ci sia proprio l’intenzione di rientrare a Via Passino …
I lavori in Via Passino sono in gran parte completati. Continuano però ad esserci, come segnalato a più riprese dal Municipio, evidenti carenze all’impianto elettrico, continua a mancare l’ascensore, così come i magazzini di stoccaggio merci. I due manufatti al centro della struttura sono ancora allo stato grezzo. Ma non è per questo che non si è riaperto.
La realtà è che alla Giunta Alemanno interessa poco o nulla delle sorti del Mercato e degli equilibri territoriali. E’ da quasi un anno che il Municipio sottolinea i restanti lavori di cui necessita la struttura, suggerendo di realizzare gli interventi, mentre si programma il rientro degli operatori, per sbrigarsi dopo tanti anni di attesa.
Ma non si è mosso nulla, neanche quando abbiamo approvato un atto ufficiale in Consiglio municipale per accelerare la riapertura ed uscire dall’impasse. E’ vero, poi, che gli operatori commerciali che sono attualmente nella sede impropria di Via di Santa Galla non vogliono lasciare quella zona. Oltre a stare lì da circa dieci anni ed aver consolidato una rete di clienti, sanno pure di stare in un pezzo di territorio in radicale riqualificazione, dove hanno già visto la luce importanti attività economiche come Eataly e Casa Italo, nuovi complessi residenziali come Parco Ostiense, imponenti infrastrutture come il Ponte sulla ferrovia che ha preso il nome di Settimia Spizzichino.
Nei prossimi anni arriveranno gli uffici di Roma Capitale  con 4.500 dipendenti e tutto il resto previsto nel progetto Campidoglio 2. Ovvio che, dal punto di vista della competitività, tale contesto aiuta.
L’atteggiamento degli operatori è comprensibile, tanto che il Municipio dal 2007 ha sollecitato le due Giunte comunali che si sono succedute a realizzare per loro un ulteriore mercato alla vicina Via Capitan Bavastro (indicando l’area destinata a servizi di quartiere che può essere finalizzata allo scopo). Ma l’atteggiamento del Sindaco e dell’assessore competente Bordoni è assolutamente incomprensibile: a parole hanno detto sì al mercato aggiuntivo, poi non lo hanno finanziato. Però hanno comunque destinato la struttura di Via Passino ad altri scopi, decidendo di collocarci il Farmer’s Market che stava a Testaccio. In questo ginepraio di azioni contraddittorie se ne sono fregati dei bisogni della cittadinanza, sintetizzabili nella riapertura di uno storico ritrovo commerciale e sociale nel cuore della Garbatella.
Così come se ne sono fregati dei bisogni degli operatori interessati, ai quali non viene prefigurato alcun futuro.

Per finire, che ne sarà dell’area dell’ex Fiera?
E’ una grande partita aperta e l’imponente corteo popolare di poche settimane fa ha fatto capire a tutti quanto il territorio non sia disposto ad restare spettatore passivo. Deve vincere l’utilità sociale, l’equilibrio territoriale e cittadino, la lungimiranza. Non la speculazione.

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 9 – Aprile 2013

 

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