AD OGGI PER IL MINISINDACO NON REPLICABILE A LIVELLO ROMANO L’ACCORDO NAZIONALE
di Anna BEDRICE
La Festa dell’Unità nel nostro municipio è arrivata proprio in un momento cruciale, nei giorni in cui è nato il nuovo governo di Giuseppe Conte con il Partito democratico e i Cinque stelle. Mai come ora gli elettori del Pd hanno avuto voglia di ascoltare e dire la loro, e di certo ognuno avrà avuto la propria opinione sulla nascita di questo nuova alleanza, una scelta che ha creato grandi discussioni e tormenti sia nell’elettorato del Pd che in quello del Movimento di Grillo.
Ma se i pareri sono stati diversi, se gli elettori hanno dibattuto molto a riguardo, una cosa invece è chiara: a livello locale, sia per la Capitale, che per il Municipio VIII, non è replicabile l’esperimento nazionale. Il Pd rimane all’opposizione in città e non ha intenzione di essere la scialuppa di salvataggio della giunta di Virginia Raggi. Lo hanno sostenuto nei giorni scorsi in varie occasioni sia esponenti dem del consiglio comunale di Roma che i politici di sinistra del nostro municipio, ad esempio il presidente Amedeo Ciaccheri, e il capogruppo del Pd in Municipio Claudio Mannarino.
Per Ciaccheri, il governo nazionale è l’occasione per capire se è possibile una svolta per il Paese, per Roma invece ad oggi “non è assolutamente il tempo degli accordi, troppo pesante, secondo Ciaccheri, l’eredità di tre anni di gestione amministrativa e politica della Giunta Raggi.” E’ della stessa opinione Claudio Mannarino, capogruppo Pd in Municipio: “Non ci sono i presupposti per costruire qualcosa insieme — ci spiega — la nostra è una posizione particolare, perché il Pd è opposizione in Comune e maggioranza in Municipio.
Abbiamo sempre cercato di instaurare un rapporto di dialogo con i Cinque stelle in Municipio, laddove ci sono state rivolte delle proposte interessanti le abbiamo sostenute, soprattutto su temi che hanno riguardato la cura, la pulizia, la potatura degli alberi, l’ambiente, abbiamo sempre cercato un dialogo per il comune interesse dei cittadini”. Ma la cosa per Mannarino finisce qui, visto che, aggiunge, “questa città paga l’assenza di un progetto”. Più chiaro ancora è Amedeo Ciaccheri, “prima va a casa la giunta del fallimento, e prima si potranno verificare le condizioni di disgelo e apertura al dialogo con un movimento “deraggizzato”, per costruire alleanze future.”
Perché di questo si può discutere, di una coalizione che riprenda il modello nazionale, un’alleanza nuova che si presenti alle prossime elezioni comunali, frutto di un progetto che possa guardare oltre questa esperienza, da chiudere al più presto: nessun aiuto ai Cinque stelle ora a Roma. Il nostro municipio è stata la fucina della nascita di un modello dal basso per una sinistra larga, è il progetto “Piazza Grande” creato da Nicola Zingaretti, il protagonista come segretario del Pd, della nascita del nuovo governo Conte. Sostenuto da sempre da Massimiliano Smeriglio, Zingaretti ha sempre difeso il dialogo con gli elettori dei Cinque stelle, per riportarli a votare il Partito democratico, perché convinto che il Movimento di Grillo nel tempo avrebbe subito gravi fratture, con una frammentazione dell’elettorato di destra e di sinistra.
“Ciò è accaduto nel nostro territorio — dice ancora il capogruppo dem Mannarino, da quando vinsero i Cinque stelle nell’VIII municipio con Paolo Pace, fino alla vittoria di Ciaccheri, c’è stato un travaso di voti di elettori grillini di destra verso Salvini e di quelli di sinistra verso il Partito democratico e Leu, una sinistra che si è presentata unita”. Se non è il tempo di alleanze, il programma del nuovo governo può dare occasione per aprire laboratori e canali di dialogo tra gli elettori dei cinque stelle e quelli del Pd, e magari la Festa dell’Unità nei giardini del San Filippo Neri ne è stata l’occasione.





