Carlotta, un simbolo di Garbatela
di Cosmo BARBATO
Restaurata pochi anni fa dopo un lungo periodo di abbandono, la fontana di Carlotta, recante l’umile immagine ritenuta il simbolo della Garbatella, reclama oggi una cura e una manutenzione più assidue. Dopo aver subito in passato perfino l’onta di una coloritura pseudosportiva, occorre adesso liberarla dal parcheggio selvaggio che la soffoca, perché possa così dispiegare la sua semplice romantica bellezza. …..
Carlotta, un simbolo di Garbatela
di Cosmo BARBATO
Restaurata pochi anni fa dopo un lungo periodo di abbandono, la fontana di Carlotta, recante l’umile immagine ritenuta il simbolo della Garbatella, reclama oggi una cura e una manutenzione più assidue. Dopo aver subito in passato perfino l’onta di una coloritura pseudosportiva, occorre adesso liberarla dal parcheggio selvaggio che la soffoca, perché possa così dispiegare la sua semplice romantica bellezza.
osta alla convergenza di due strade in discesa, la via Giovanni da Capistrano e la ripida scalea di via Angelo Orsucci, la fontana affaccia su piazza Ricoldo da Montecroce, un piccolo slargo posto a metà di via Roberto de Nobili, uno dei grandi assi centrali della Garbatella. L’acqua sgorga dalla bocca di un volto femminile incastonato sul pilastro posto di spigolo alla convergenza delle due strade, riversandosi in un bacino semicilindrico sottostante.
In alto, in cima al pilastro, si erge una grande anfora che imita il colore della terracotta. Di terracotta o di altro tipo di impasto rosso è pure la figura. Luogo di appuntamenti, di chiacchiere, di giochi, di passi perduti, di dolci convegni, è cara ai sentimenti della gente, pur se talvolta qualcuno la tratta con scarso rispetto. Chi abbia battezzato quel volto col nome di Carlotta non si sa, né si è potuto risalire a quando.
Qualcuno sospetta che Carlotta si chiamasse quella locandiera molto, troppo “garbata” di cui si favoleggia gestisse nella zona un’ospitale osteria di campagna, da cui deriverebbe il toponimo popolare di Garbatella. Una leggenda metropolitana, obiettano altri, preferendo un’origine meno plebea del nome del quartiere: Garbatella, perché garbati ed ameni erano in origine quei luoghi, punteggiati di ville, casali, arborei, vigne e pascoli. La fontana fu costruita a metà degli anni Venti del secolo scorso. Progettata dall’architetto Innocenzo Sabbatici, autore di molti importanti edifici del quartiere.
Sabbatici riuscì a porla in posizione scenografica, risolvendo brillantemente la saldatura della via e della scala convergenti a diversi livelli sul piccolo slargo. Il volto che getta acqua appare oggi abbastanza sfigurato per le ingiurie del tempo ma anche di qualche vandalo. C’è chi dice somigliasse a un altro volto, quello del busto in stucco che appare in cima a una palazzina della vicina piazza Bonomelli, sotto il quale un festone reca la scritta “La Garbatella”.
Certo, il progettista della fontana non poteva mettere in conto che delle vetture in sosta avrebbero potuto un giorno nascondere agli occhi dei passanti quel suo piccolo capolavoro. A quel tempo alla Garbatella di auto non ce n’erano. Sta a noi adesso liberarla da quell’ingombrante soffoco. Carlotta, la Garbatella, se lo merita.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 0 – Aprile 2003





