Bilancio dell’attività dell’Assessore Alle Politiche Sociali

Intervista a Edoardo Del VECCHIO Assessore dell’XI Municipio

Bilancio dell’attività dell’Assessore Alle Politiche Sociali

intervista a cura della redazione

La redazione di “Cara Garbatella” ha deciso di intervistare Edoardo Del Vecchio, assessore DS alle Politiche sociali del Municipio Roma XI. Cogliamo l’occasione per fare un bilancio della sua attività di assessore e per tracciare un quadro generale della situazione del Municipio in materia di politiche sociali.
Ma procediamo con ordine. Ecco la prima domanda. Assessore quale è stata l’analisi dei bisogni sociali elaborata dai DS a della Maggioranza all’inizio della Consigliatura e quali le risposte maturate in quest’arco di tempo? …..

Intervista a Edoardo Del VECCHIO Assessore dell’XI Municipio

Bilancio dell’attività dell’Assessore Alle Politiche Sociali

intervista a cura della redazione

La redazione di “Cara Garbatella” ha deciso di intervistare Edoardo Del Vecchio, assessore DS alle Politiche sociali del Municipio Roma XI. Cogliamo l’occasione per fare un bilancio della sua attività di assessore e per tracciare un quadro generale della situazione del Municipio in materia di politiche sociali.
Ma procediamo con ordine. Ecco la prima domanda. Assessore quale è stata l’analisi dei bisogni sociali elaborata dai DS a della Maggioranza all’inizio della Consigliatura e quali le risposte maturate in quest’arco di tempo?
Occorre dire anzitutto che la trasformazione delle vecchie Circoscrizioni in Municipi, ha determinato una forte autonomia di questi organi di decentramento soprattutto nel campo delle politiche sociali. Ciò ci ha permesso in questi due anni di gettare le basi per una nuova organizzazione dei servizi erogati alle persone che vedrà la sua piena applicazione nel corso di questo 2003. Ovviamente non va dimenticato che esiste un quadro di riferimento cittadino, perché, come ho più volte sottolineato, gli indirizzi generali sulle politiche sociali debbono restare in carico al Comune di Roma, altrimenti rischieremmo di avere cittadini di serie A e cittadini di serie B, secondo il Municipio di residenza. Il nostro obiettivo era quello di far emergere il bisogno sommerso. Di poter essere d’aiuto anche a quelle persone che si trovano in stato di necessità riscontrata, ma non manifestata per esempio rivolgendosi ai servizi sociali. Ci stiamo riuscendo, gradualmente, e ne è dato il numero di utenti in carico al Municipio. Come è intervenuta questa Amministrazione rispetto all’organizzazione complessiva della spesa sociale e sociosanitaria, anche a partire da quel fondamentale strumento di pianificazione rappresentato dal Piano sociale di zona?
E questo è un tema fondamentale. L’emersione del sommerso porta inevitabilmente con sé un aumento della spesa sociale (più persone in carico, più risorse impegnate). Non a caso abbiamo programmato una serie di servizi e progetti che ci consentono di elevare la qualità degli interventi e il numero dei beneficiari, pur contenendo l’aumento della spesa. Il Piano sociale Municipale è stato il primo esperimento di partecipazione alle scelte politiche del territorio (almeno per quanto riguarda la programmazione socio-sanitaria). Il Comune di Roma dotandosi del Piano Regolatore Sociale è stato all’avanguardia nel Lazio e in Italia su questo tema e il Municipio Roma XI ha elaborato un Piano che ha tenuto conto del lavoro svolto nei tavoli di co-progettazione con gli attori sociali del territorio (cittadini, associazioni, cooperative…), nonché della concertazione con i Sindacati di categoria. Ovviamente, il Municipio svolge un ruolo di regia in questo processo. Ciò vuol dire che, nell’ambito delle esigenze riscontrate, si sono pianificati gli interventi e le azioni da compiere nel triennio 2002-2004 individuando le priorità oggettive e ripartendo i fondi della legge 328/2000 in modo tale da fornire una variegata offerta di servizi. Quindi tra risorse proprie e risorse aggiuntive si è cercato di organizzare la spesa sociale secondo la domanda e non più in modo aleatorio. Anche mediante correzioni in corso d’opera. Faccio riferimento per esempio all’assistenza ai portatori di handicap per i quali è stato necessario rivedere un aumento delle risorse ad essi destinati per garantire servizi aggiuntivi a copertura del fabbisogno. Quale rapporto è riuscita a costruire l’Amministrazione, e in particolare l’Assessorato alle Politiche sociali, con quell’estesa e variegata rete di soggetti impegnati nel sociale (associazioni, cooperative, ecc.) presenti sul territorio?
Come ho già detto, la redazione del Piano Sociale Municipale è stata una grande occasione per lanciare la co-progettazione e la partecipazione alle scelte di programmazione dell’amministrazione locale. In passato tale metodologia era stata applicata solo parzialmente in alcuni ambiti (in particolare per gli interventi previsti dalla legge 285). Ma una vera rete non esiste ancora. L’obiettivo è quello, come prevede la legge Turco, di creare in tutti i Comuni un sistema di servizi integrato tra pubblico e privato. Quindi ciascuno contribuisce alla definizione del nuovo welfare locale secondo le proprie capacità e disponibilità. Il Municipio, la ASL, le cooperative sociali, il mondo vastissimo del volontariato. Solo così sarà possibile determinare un vero sviluppo sociale e un complessivo innalzamento della qualità della vita. Chiaramente occorre che tutti siano disponibili a questo nuovo processo. E questo presuppone un cambiamento della cultura e delle modalità di lavoro che ci hanno caratterizzato negli anni passati. Tutti dobbiamo prendere coscienza che stiamo cercando di passare da un regime di assistenzialismo puro ad un sistema di accesso universale ai servizi di cui la solidarietà fondamento e quindi dove ciascuno mette e condivide ciò che può con gli altri. Via libera dunque a progettazioni miste pubblico-privato, a associazioni temporanee d’impresa per la gestione dei servizi e agli sportelli di consulenza gestiti dalle associazioni di volontariato. Questo è stato indubbiamente il primo passo compiuto.
Che giudizio possiamo dare sull’effettivo funzionamento dei servizi sociali attualmente erogati?
Nell’ambito della programmazione prevista dal Piano Sociale Municipale, abbiamo voluto dare un forte peso a quelle che abbiamo definito “azioni di sistema”. Si tratta di azioni volte a migliorare l’efficienza della struttura. In particolare, a brevissimo, sarà attivato il Segretariato Socio-Sanitario, dove i cittadini potranno rivolgersi per accedere ai servizi sociali e sanitari. Poi verrà redatta la Carta dei Servizi, che è uno strumento di informazione e garanzia per i cittadini che fruiscono o chiedono di fruire dei servizi sociali del Municipio. E infine verrà elaborato un Manuale di Controllo della Qualità dei Servizi che ci consentirà, oltre che di erogare servizi certficati secondo procedure standard, di migliorarne complessivamente la qualità mediante procedure trasparenti e definite di controllo. Tutto ovviamente a beneficio della cittadinanza. Concludiamo con una domanda dalle forti implicazioni politiche. Se la filosofia della riforma Turco sull’assistenza (ossia la legge 328 del 2000, di cui peraltro i Piani di zona rappresentano una derivazione) delineava un nuovo profilo di welfare italiano, che non consistesse soltanto di previdenza e sanità (come due enormi compartimenti stagni), ma di un sistema integrato di servizi alla persona che alimentasse e qualificasse la spesa sociale, è giocoforza rilevare che con l’ultima Finanziaria il governo Berlusconi ha cominciato a destrutturare pesantemente questo impianto, barattando una diminuzione delle tasse a favore dei ceti più ricchi con un forte dimagrimento delle risorse destinate proprio agli enti locali e agli interventi sociali di loro competenza. Ora, proprio a partire dalle scelte a livello municipale, come proteggere e rilanciare i regimi di welfare locale a fronte di questo attacco? Come tutelare gli anziani, gli immigrati, i disabili e quei minori con problemi di dispersione scolastica e di inclusione sociale?
La questione del finanziamento dello stato sociale non è affatto secondaria. L’attuale Governo di destra ha già ridotto il fondo legato alla legge 328/2000. Ha incluso in questo fondo anche quello destinato all’infanzia e all’adolescenza della legge 285. Sempre il Governo Berlusconi con l’ultima finanziaria ha sensibilmente ridotto i trasferimenti di risorse economiche agli Enti Locali. E non protestano solo le Regioni e i Comuni amministrati dal centro-sinistra! La Regione Lazio, guidata da Storace, ha anch’essa diminuito le risorse destinate ai comuni. Ma Storace e alleati, non annoverano solo questo grossolano errore tra le cose da loro fatte. La riforma del welfare prevista con la legge Turco e le modifiche al titolo V della Costituzione danno alle Regioni la possibilità di decidere autonomamente sulle politiche sociali. La Regione Lazio, non solo è in ritardo (soprattutto rispetto al Comune di Roma) nell’approvazione del Piano Regionale (la cui bozza tra l’altro non promette nulla di buono), ma non si è neanche posta il problema di pensare nuove forme di realizzazione del welfare locale. In Veneto, scelta discutibile ma legittima, si stanno accorpando i servizi sanitari e quelli sociali sotto un unico tetto quello delle Aziende Sanitarie Locali. In Toscana, che è sempre all’avanguardia, si stanno realizzando le Agenzie territoriali socio-sanitarie (Servizi Sociali, sanitari e terzo settore). La Campania governata da Bassolino ha redatto un piano regionale ottimo. Per quanto ci riguarda facciamo evidentemente i conti non solo con dei bilanci penalizzati da scelte economiche del Governo nazionale e di quello regionale, ma anche con evidenti incapacità e insensibilità rispetto ai temi di cui stiamo parlando. E’ chiaro che il nostro sforzo, nonostante le oggettive difficoltà, è quello di continuare a lavorare sul cammino intrapreso, che è un percorso che si fonda sulla solidarietà di tutti i soggetti che a pieno titolo vivono e lavorano nel campo sociale. Perché una società giusta è quella che si fa carico di tutte le persone, realizzando pari opportunità e dignità a cominciare da quelle più bisognose.

 

Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 0 – Aprile 2003

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