“Una persona alla volta” è questo il titolo e la filosofia del libro di Gino Strada, leader di Emergency scomparso lo scorso agosto, presentato alla libreria Nuova Europa presso il centro commerciale “I Granai” di via M. Rigamonti 100.
Davanti a un pubblico numeroso ed interessato sono stati letti da Paola Vaccaro, volontaria di Emergency, alcuni brani del libro concluso dalla giornalista, nonché moglie di Gino Strada, Simonetta Gola a causa della morte dell’autore. Nel corso dell’incontro è stata raccontata la vita del fondatore e la storia dell’associazione Emergency.
Gino Strada, la vita e l’associazione Emergency
Gino Strada nasce a Sesto San Giovanni in un quartiere operaio e di tradizione comunista. Quando scopre la tragica realtà della guerra decide di diventare medico chirurgo. Dopo un periodo di lavoro negli Stati Uniti si rende conto che non è quello il suo futuro, così inizia a lavorare con la Croce Rossa Internazionale.
Comincia a vedere che questo è un mondo privo di diritti, perché un diritto per essere tale deve essere condiviso ed è proprio questo il pilastro di Emergency.
Gino ha seguito tante battaglie, una di queste per l’abolizione delle mine antiuomo, che colpivano soprattutto i bambini: ma colpire un bambino è come danneggiare il futuro di un’intera nazione.
Questa battaglia permise all’associazione di emergere e rendere partecipe il mondo di quello che stava succedendo. Le mine antiuomo, infatti, sono state bandite grazie ad Emergency nell’ottobre del 1997.


“Una persona alla volta”
Il libro è il racconto della dedizione e delle numerose esperienze, che hanno portato Gino Strada da giovane chirurgo fino alla fondazione di Emergency, impegnata nella cura dei civili nei paesi più lontani afflitti da guerra e dimenticati dal resto dell’umanità, con un’idea semplice: i diritti sono di tutti o sono privilegi.
La guerra è vista dai potenti come unica opzione, invece è l’uccisione di esseri umani da parte di altri esseri umani, un crimine contro l’umanità e come tale è indispensabile l’abolizione perché semina morte e orrore.
Gino prende come esempio di atrocità proprio la guerra in Afghanistan, durata dal 2001 al 2021, da questa ne è uscito un paese devastato: E fa presente come sarebbe potuto migliorare se gli Stati Uniti, che hanno investito nella guerra più di 2 miliardi di dollari, invece avessero dato delle risorse in più al paese. L’Afganistan sarebbe diventato più bello e ricco della Svizzera.
Interessante è stato il passaggio in cui i volontari hanno ricordato quando a Gino Strada fu proposto di fare il Commissario straordinario alla Sanità in Calabria e lui rispose che avrebbe accettato se avesse potuto seguire i criteri di Emergency, ma nessuno raccolse la proposta.
Gino affermò in quell’occasione che sarebbe stato più facile aprire un ospedale a Kabul perché in Italia non e pensabile l’idea di un nosocomio senza il profitto…
Questo libro è il testamento spirituale di Gino Strada, segue il periodo di quando era studente fino ai suoi ultimi anni di vita; è la rappresentazione su carta di quella che è la vita di un uomo, che attraverso i suoi studi e il suo lavoro, ha conosciuto veramente la guerra e il mondo.
La presentazione è terminata con l’intervento di una volontaria dell’associazione, Mariella, ricordandoci che si può donare il 5xmille ad Emergency per garantire il diritto alla cura. Perché per Gino la cura” non è un atto misericordioso, è un atto dovuto previsto dai diritti per l uomo ed inserito nella nostra Costituzione.”
Intervista ad Annalisa, volontaria dell’associazione Emergency:
“Il libro, pubblicato postumo, a cura della collaboratrice e moglie Simonetta Gola, ripercorre la sua vita, allo scopo di condividere ciò che la sua lunga e variegata esperienza sul campo gli hanno insegnato: la crudeltà e inutilità della guerra che colpisce soprattutto i civili inermi, compresi i bambini; l’ingiustizia di un sistema che non mette il paziente al centro dell’attenzione e non permette di curare tutti; ma anche la consapevolezza che volendo si possono aiutare le persone in qualsiasi parte del mondo, garantendogli cure di alto livello. È una goccia nell’oceano, ma è tutto per le singole persone che ha aiutato”.
Di Elisa FIORENTINO





