Grande successo di una importante iniziativa culturale. Prima edizione alla Villetta
Bene “Garbatella Jazz Festival”
di Pasquale Navarra
Le associazioni culturali Altrevie e Cara Garbatella sono state le organizzatrici del Garbatella Jazz Festival, dal 23 al 25 settembre scorso. In quei giorni la Villetta di Via Passino 26 è stata così il palcoscenico per tre serate di raffinato jazz tradizionale. Nello spazio aperto del Festival si sono esibiti, in una serie di concerti gratuiti, alcuni dei migliori musicisti della scena nazionale e internazionale. Il successo della manifestazione è stato addirittura superiore alle aspettative. Il pubblico, proveniente da ogni parte di Roma e composto prevalentemente da giovani, è infatti stato numerosissimo. …..
Grande successo di una importante iniziativa culturale. Prima edizione alla Villetta
Bene “Garbatella Jazz Festival”
di Pasquale Navarra
Le associazioni culturali Altrevie e Cara Garbatella sono state le organizzatrici del Garbatella Jazz Festival, dal 23 al 25 settembre scorso. In quei giorni la Villetta di Via Passino 26 è stata così il palcoscenico per tre serate di raffinato jazz tradizionale. Nello spazio aperto del Festival si sono esibiti, in una serie di concerti gratuiti, alcuni dei migliori musicisti della scena nazionale e internazionale. Il successo della manifestazione è stato addirittura superiore alle aspettative. Il pubblico, proveniente da ogni parte di Roma e composto prevalentemente da giovani, è infatti stato numerosissimo.
A riprova di quanto nella nostra città il jazz è apprezzato e radicato.
Direttore artistico della manifestazione, è stato Marcello Minuti. Questo genere di musica è molto di più di una passione, per lui. Nel corso dell’anno, in collaborazione con l’associazione Altrevie, segue, in qualità di organizzatore, i concerti jazz che si tengono a Roma; è chitarrista nel complesso “I sorci verdi”, che suona musica SKA, cioè musica giamaicana degli anni ’50 che è a tutti gli effetti la madre del Reggae.
Marcello ci rinfresca la memoria storica del jazz; ci ricorda infatti che nasce nei primi anni del ?900, sulla base del blues e dei canti afroamericani delle piantagioni di cotone. Si chiamava “jass”, ma successivamente il nome fu cambiato in jazz poiché, fra coloro che non amavano quella nuova musica, c’era chi cancellava la j e lasciando “ass”, termine che corrisponde a una parola scurrile… I primi più famosi musicisti, tutti di New Orleans, furono Jelly Roll Morton, King Oliver e naturalmente Louis Arrmstrong. Coevo al jazz, c’era il Ragtime, che veniva eseguito unicamente col pianoforte e che in origine altro non era che la musica suonata all’interno delle “case chiuse” per allietare i clienti in attesa.
Fats Waller, grande pianista, fu tra i migliori interpreti del Ragtime. Si formarono presto numerose bande jazz, che si esibivano soprattutto in occasione di matrimoni e di funerali degli afroamericani.
Il jazz era, naturalmente, una musica dal carattere popolare; anzi, di più: la sua peculiarità è stata sempre quella di rendere in musica i suoni della vita vera. Negli
anni ’20 e ’30 le orchestre che si esibivano nei locali erano composte soltanto da bianchi, al fine di facilitare la diffusione del jazz negli USA, ancora lordi di pregiudizi razziali. George e Ira Gershwin sono fra i musicisti più ricordati di queste orchestre “bianche”, che introdussero strumenti a fiato, archi, violini e contrabbassi.
Ma anche alcuni italoamericani furono tra i grandi del jazz delle origini: Nick La Rocca, con la sua Original Dixieland Jazz Band, compose il primo disco nel 1917; Eddie Lang, il cui vero nome era Salvatore Massaro, creò negli anni ’20 le progressioni armoniche sulla chitarra, fino ad allora usata in maniera insufficiente.
Quando ci si chiede come mai una musica di natura popolare quale è il jazz sia oggi divenuta una musica di èlite, la risposta è da ricercare nell’operazione fatta dalle case discografiche americane negli anni ’50: alla musica da incidere venne tolta una nota, portandola così da quattro a tre note, per renderla maggiormente orecchiabile e quindi di facile commercio. Di conseguenza, il jazz, che non può essere reso con meno di quattro note, perse via via l’orecchiabilità immediata.
Il Garbatella Jazz Festival ha dimostrato che al carattere popolare del jazz basta poco per riemergere. E non può essere altrimenti, poiché nel jazz è più che mai insita una delle principali peculiarità della musica e dell’arte in genere: la sublimazione delle emozioni, del dolore e della gioia, della lotta per la vita, partendo dall’anelito di libertà.
Le tre serate del Garbatella Jazz Festival sono state aperte dal trio delle Satin Dolls, a cui hanno fatto seguito: venerdì 23, Red Pellini che ha riproposto, con il suo gruppo, i migliori brani dixieland della storia del jazz. Tra i massimi cultori e divulgatori del genere, Fabiano “Red” Pellini gira il mondo come leader delle più famose orchestre che si muovono al ritmo dell’ “A Train”.
Sabato 24 è stata la volta di Antonella Aprea. Accompagnata dal quintetto di Max Davola, la voce più originale e più “nera” del recente jazz italiano (ospite nell’ultimo album di Renzo Arbore), ha fatto rivivere le atmosfere uniche degli anni ruggenti delle grandi signore del jazz.Domenica 25 ha chiuso la rassegna il Luca Velotti Quartet, con uno spettacolo dal titolo suggestivo “Some Like it hot in Rome” (A qualcuno piace caldo, a Roma). Il repertorio classico del jazz (Doctor Jazz, Skylark, Besame mucho) è stato interpretato da uno dei sassofonisti più affermati in circolazione e da tempo musicista prescelto negli album e nei live di Paolo Conte.
Il Festival ha inoltre goduto di graditissime sorprese: c’è stata la visita di Lino Patruno, il quale, accolto con calore da tutto il pubblico presente, è intervenuto per manifestare il suo apprezzamento al Festival e per ribadire i valori del jazz. Un’altra sorpresa è stata nella visita della coppia comica Lillo e Greg che, con una sia pur breve esibizione, hanno deliziato il pubblico con la loro verve straordinaria. Garbatella Jazz Festival, un grande successo! E’ un appuntamento che tornerà …