Rassegna jazz: un successo ben al di là delle aspettative

Rassegna jazz: un successo ben al di là delle aspettative

Jazz: spesso si crede che il suo ascolto debba necessariamente implicare chissà quali esperienze musicali. E’ invece del tutto fuorviante credere che occorrano conoscenze specifiche per accostarsi ad esso. Si tratta di una musica dalle radici antiche e molto popolari. Deriva da canti di sofferenza mai urlati che facevano compagnia alle schiene spezzate dalla fatica giornaliera, nelle grandi piantagioni americane, di milioni di schiavi. Quei canti li hanno accompagnati senza mai abbandonarli, aiutandoli a tramandarsi storie e preghiere a tutti coloro che, dalle coltivazioni, decisero di tentare una nuova vita nelle città. E in una grande …..

Rassegna jazz: un successo ben al di là delle aspettative

Jazz: spesso si crede che il suo ascolto debba necessariamente implicare chissà quali esperienze musicali. E’ invece del tutto fuorviante credere che occorrano conoscenze specifiche per accostarsi ad esso. Si tratta di una musica dalle radici antiche e molto popolari. Deriva da canti di sofferenza mai urlati che facevano compagnia alle schiene spezzate dalla fatica giornaliera, nelle grandi piantagioni americane, di milioni di schiavi. Quei canti li hanno accompagnati senza mai abbandonarli, aiutandoli a tramandarsi storie e preghiere a tutti coloro che, dalle coltivazioni, decisero di tentare una nuova vita nelle città. E in una grande città come la nostra, in un grande quartiere come la Garbatella dalla vocazione fortemente progressista che si è dato vita a una prima rassegna jazz. Tre bellissimi giorni di cultura musicale suonata con cuore e anima da grandi professionisti come Luca Velotti, Red Pellini, Antonella Aprea, le Satin Dolls.
Tutto è stato possibile grazie alle associazioni Cara Garbatella e Altrevie e al suo direttore artistico Marcello Minuti. Un’impresa tutt’altro che facile, che ha richiesto una grande volontà da parte degli organizzatori che però in conclusione sono stati premiati da un successo andato ben oltre le aspettative.
E’ questa un’indicazione che dobbiamo cogliere come esempio: si può uscire dai gusci delle nostre case e guardare, ascoltare suoni e persone diverse dagli stereotipi che ci vengono imposti quotidianamente soprattutto dalla tv. Un concetto questo che con ironia ci è stato ricordato, in una delle serate, dal maestro Lino Patruno: già, poiché anch’egli è stato ospite di questo straordinario evento!
Fin dalla prima riunione indetta per organizzare la rassegna era emerso il significato della sua natura: dall’entusiasmo, dalla passione e dal fine, quello di riportare il jazz alle sue origini, cioè al popolo, senza snobbismi ed ovecultura, spesso sintomo proprio di mancanza di cultura. Questo Jazz Festival gratuito ospitato alla Villetta, la sezione DS di Via Passino, è la prova che esistono alternative concrete. Con la sicurezza di rivederci presto.

Fabio Andriotto

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail