Anniversario della strage di Piazza Fontana. Il Circolo Anarchico C. Cafiero organizza una giornata in ricordo di Pinelli

In occasione del 53esimo anniversario della strage di Piazza Fontana, domenica 18 dicembre allo Spazio Anarchico 19 luglio in via Rocco Da Cesinale (metro B Garbatella) il Gruppo Anarchico Carlo Cafiero organizza un’iniziativa in memoria di Giuseppe Pinelli, l’esponente del circolo libertario della Ghisolfa, che la notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969 precipitò misteriosamente da una finestra della questura di Milano. Era stato trattenuto e interrogato per giorni in seguito all’attentato alla sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura che causò 17 vittime e 88 feriti.

Il programma

Il programma dell’evento occuperà tutta la giornata di domenica. L’appuntamento è alle 12:30 per il pranzo a sottoscrizione libera, dopo di che, alle 17:00 verrà proiettato il film documentario uscito nel 2019 “Pino, vita accidentale di un anarchico” che vede Claudia Cipriani e Niccolò Volpati alla regia. Saranno presenti in video collegamento Claudia Pinelli, figlia di Giuseppe, Enrico Moroni dell’Unione Sindacale Italiana e Franco Schirone, autore di due libri su Pinelli, “Il ferroviere di S. Siro. Giuseppe Pinelli e la ripresa dell’Unione Sindacale Italiana a Milano” e “Crocenera Anarchica”, entrambe le copie saranno disponibili al pubblico. Inoltre sarà effettuata la messa a dimora di un albero.

Le dichiarazioni di Tommaso D’Aversa, organizzatore dell’iniziativa

“Sono passati già cinquantatré anni da quel giorno. La Strage di Piazza Fontana è stata uno dei passaggi cruciali nella storia del nostro paese e un forte richiamo per tutti i movimenti che si sono creati in quel periodo e che hanno poi proseguito l’attività politica nel corso degli anni”.
“Abbiamo dato appuntamento orientativamente alle 12:30 – ci spiega – nel pomeriggio faremo la posa di un albero e verrà proiettato il film con la partecipazione della figlia di Giuseppe Pinelli. Da questa pellicola è stata tratta anche un’interessante graphic novel”.

Il caso Pinelli

Il 12 dicembre 1969, poche ore dopo l’attentato, Giuseppe Pinelli venne fermato dalla polizia e interrogato a lungo. Il 15 dicembre, giorno in cui avrebbe dovuto essere rilasciato in quanto non gli era stata contestata nessuna accusa specifica, precipitò dal quarto piano della questura di Milano. Inizialmente individuarono la causa della morte in un malore per cui sarebbe caduto da solo sporgendosi troppo dalla ringhiera del balcone.

Dopo di che affermarono che Pinelli si suicidò perché era stato dimostrato il suo coinvolgimento nella strage, ma questa versione fu subito smentita nei giorni successivi. La versione ufficiale della caduta venne fortemente criticata dagli ambienti anarchici e dalla stampa democratica per via delle numerose incongruenze nella descrizione dei fatti e poiché gli stessi agenti presenti quella notte diedero via via versioni contrastanti dell’accaduto. In ogni caso, tutti gli imputati e funzionari di polizia furono prosciolti con formula piena e la dinamica della morte non è mai stata chiarita del tutto.

Solo dopo la tragica morte, Pinelli risultò estraneo ai fatti e nel corso degli anni le indagini rivelarono che l’attentato fu compiuto da terroristi di matrice neofascista, probabilmente collegati a settori deviati degli apparati di sicurezza dello Stato con complicità e legami internazionali. La Strage di Piazza Fontana è ritenuta l’inizio del periodo passato alla storia in Italia come anni di piombo, contrassegnato dalla strategia della tensione, basata su una serie di atti terroristici che miravano ad aprire una stagione repressiva nei confronti dei movimenti studenteschi e operai dell’epoca.

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