2019: la Garbatella che vorrei

di Francesca VITALINI

Buon anno Garbatella! Questo 2019 è appena iniziato ed è bello immaginarti come una ridente signora di quasi 99 anni che, con un’espressione felice e serena, alzando il calice di un buon vino, con un sorriso beffardo e scaccia guai brinda alla sua fortuna e a quella dei suoi abitanti. Un gesto ricambiato dai tanti che ti vogliono bene, che, guardandoti negli occhi, ti augurano: gioia, forza e prosperità. A febbraio  entreremo a pieno titolo nell’anno del Centenario (1920-2020)e così abbiamo voluto chiedere ad alcuni cittadini di esprimere un loro desiderio, un sogno da realizzare in questo anno straordinario.

Antonio Bertolini, medico di base: “A quaranta anni dalla creazione del Servizio Sanitario Nazionale, che ha portato alla nascita della medicina e della pediatria di base, mi auguro una sua difesa soprattutto per realtà, come quelle di Garbatella, dove l’indice di invecchiamento è forte, superato nel nostro municipio solo da Montagnola. Purtroppo, oggi si assiste ad un individualismo sfrenato, all’apertura sempre più sostenuta al privato, che favorisce i ceti più alti. Mi auguro, inoltre, che il ritorno alla cultura della sanità pubblica significhi anche continuare il sostegno nei confronti del Cto, rendendolo un punto di eccellenza ortopedico non solo per il quartiere, ma per tutto il centro-sud”.

Alessandra della libreria “Tana del Libro”: Mi auguro che possano esserci  nel quartiere iniziative culturali e letterarie, a cui vorrei  partecipare per dare il mio contributo, che possano far riscoprire l’amore per i libri e per le varie espressioni artistiche, scoprendo attraverso di esse anche culture e tradizioni diverse, allontanandoci dalla tecnologia che predomina nelle nostre abitudini”.

Rossana Di Lorenzo, 81 anni attrice, sorella di Maurizio Arena: vorrei dall’Ater, proprietario dello stabile dove abito in affitto, un ascensore che mi permetta di salire gli 88 gradini che dividono la mia casa al quarto piano di via della Garbatella 24 con la strada. Sono invalida con indennità di accompagno e ho subito un infarto. Mi sento una persona che suo malgrado si sente agli arresti domiciliari.

Alberto Guidoni, studente del Liceo Classico Socrate al quinto  anno: “Frequento spesso la Biblioteca-Hub culturale Moby Dick principalmente per studiare. Mi piacerebbe che avesse più spazi a disposizione poiché in alcune ore della giornata è difficile trovare posto a sedere. Ho la fortuna di andare a piedi a scuola al mattino camminando per le strade della Garbatella, un po’ per scelta, un po’ perché le poche corse degli autobus fanno giri lunghissimi e poco efficienti: mi aspetterei una maggiore attenzione nella programmazione del trasporto urbano.”

Elisabetta Girolami , ostessa del Ristoro degli Angeli: vorrei che noi abitanti del quartiere fossimo più consapevoli del privilegio che abbiamo di vivere qui  e qualcuno di noi anche di esserci nato. Mi piacerebbe che tutti ci rimboccassimo le maniche per rendere la Garbatella un luogo sostenibile, solidale e sicuro. Sostenibile ovvero pulito, prendendoci cura del territorio e trattando gli spazi comuni come trattiamo la sala da pranzo di casa nostra. Garbatella è bella di suo, ma la bellezza, come le piante e i fiori, va coltivata. Solidale, perché mi piace uscire di casa e “sentirmi a casa”. Sapere di poter contare sulle persone che abitano intorno a me ed essere disponibile a condividere con gli altri le mie competenze , i miei problemi o la mia allegria. Salutarci quando ci si incontra, proporre e adoperarci per la soluzione dei conflitti che sorgono in tutte le comunità, mangiare in compagnia, prenderci a cuore le persone anziane, i giovani, i bambini del quartiere, non può che renderlo un luogo sicuro, perché la sicurezza nasce dalla forza dei rapporti sociali e personali, non dalla paura.

Mirella Arcidiacono “Fata Garbatella”: voglio il restauro di Carlotta e che sulla scalinata si realizzino due murales. Sul muro di sinistra bambini di tutte le etnie, che si tengono per mano con la bandiera della pace e su quello di  destra i personaggi delle fiabe di ieri e di oggi, compresi quelli delle mie favole che i ragazzini e gli adolescnti conoscono e che fanno parte del calendario del Tempo Ritrovato edito ormai da molti anni. Insomma voglio quello che chiedo da sempre.”

A questo 2019 ci si è appena affacciati, sarebbe bello chiedere già da ora ad un indovino come sarà l’anno nuovo, se bello, brutto o metà e metà. Si tireranno le somme alla sua conclusione, ben sapendo, come scriveva Gianni Rodari che: “trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto, e il giorno dopo il lunedì sarà sempre un martedì. Di più per ora scritto non trovo nel destino dell’anno nuovo: per il resto anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno”.

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