Sono passati quasi vent’anni dall’occupazione della ex caserma dell’Ostiense. Dal Campidoglio doveva ormai arrivare una soluzione definitiva. Alla fine, grazie ai soldi del Pnnr, l’aula Giulio Cesare ha approvato il progetto di recupero e riqualificazione dell’imponente complesso occupato di via del Porto Fluviale.
Si tratta di un grande e interessante edificio risalente ai primi anni del novecento con differenti entrate, due lungo via del Porto Fluviale e una in via delle Conce.
Ristrutturato negli anni venti, sopravvissuto ai bombardamenti del marzo 1944, è stato impiegato in seguito per accogliere magazzini di armi e divenire quindi una caserma dell’Aeronautica militare. L’edificio è molto noto agli abitanti dell’Ostiense, ma è anche facilmente riconoscibile dai giovani che nel fine settimana affollano i locali del vecchio quartiere industriale, grazie anche all’affascinante murale realizzato dallo street-artist Blu nel 2013.
Il progetto di riqualificazione prevede residenze, un mercato e uno sportello antiviolenza
La delibera votata dalla maggioranza di centrosinistra prevede l’acquisizione gratuita, da parte del Comune di Roma, del complesso immobiliare – si tratta di una superficie coperta di 1.860 mq – denominato “ex direzione Magazzini del Commissariato”.
Al tempo stesso è prevista anche la valorizzazione e il recupero partecipato del patrimonio artistico e sociale dell’immobile vincolato e tuttora occupato. Nel complesso convivono attualmente 56 nuclei famigliari, per cui l’iniziativa del Campidoglio è finalizzata a regolarizzarne definitivamente la posizione.
Il cortile interno, sovente utilizzato dalla Comunità di Sant’Egidio per la raccolta di abiti usati, diventerà una piazza aperta al quartiere, nella quale entrerà in funzione un mercato a chilometro zero in collaborazione con l’VIII Municipio. È previsto uno spazio per la mobilità sostenibile, legato ad una pista ciclabile che in futuro dovrebbe attraversare la zona, ma anche uno sportello antiviolenza.
Il programma di valorizzazione, denominato “Porto Fluviale RecHouse: recupero partecipato del patrimonio artistico e sociale dell’immobile vincolato ed occupato”, oltre all’impegno dei funzionari dell’amministrazione capitolina, ha visto il coinvolgimento di personale della facoltà di architettura della Sapienza, del dipartimento di architettura di Roma Tre e della Luiss.

La soddisfazione di Amedeo Ciaccheri e Valeria Baglio
Decisamente soddisfatto il presidente dell’VIII Municipio Amedeo Ciaccheri: “Si mette un tassello decisivo all’avanzamento del progetto di trasformazione che cambierà il volto dell’Ostiense e darà una risposta di dignità sull’emergenza abitativa”.
“Dopo anni di dibattito sull’utilizzo delle ex caserme nelle nostre città – prosegue Ciaccheri – Porto Fluviale traccia una strada con 11 milioni di investimento pubblico che serviranno a trasformare e a riqualificare la struttura e aprire servizi pubblici per il quartiere, aprendo le porte per una nuova piazza per l’Ostiense”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera comunale del PD Valeria Baglio: “Il provvedimento approvato è molto importante per il territorio dell’VIII Municipio sia dal punto di vista urbanistico, visto che verrà realizzato senza consumo di nuovo suolo, sia dal punto di vista sociale” . “Si potrà procedere a rigenerare il complesso immobiliare acquisito a titolo gratuito al patrimonio di Roma Capitale”. “Ciò permetterà una profonda riqualificazione dell’edificio con l’utilizzo di materiali biocompatibili ed elevati standard di efficienza energetica”.
“Nascerà così un polo di edilizia residenziale pubblica – conclude Baglio – che permetterà di dare una risposta all’emergenza abitativa al territorio”. “Verranno realizzati anche spazi di formazione, sale per le associazioni di quartiere e uno sportello antiviolenza”.
La contrarietà dell’opposizione di centrodestra
Di tutt’altro avviso il consigliere capitolino di Fratelli d’Italia Federico Rocca che sulle pagine di Roma Today fa sapere che come opposizione “Abbiamo presentato una serie di proposte per cercare di migliorare il progetto, ma non ne è passata nessuna”. “Ad esempio avevamo suggerito l’inserimento di un’area ludica per i bambini, di uno spazio destinato ai cani ed anche a uno sportello per l’assistenza socio linguistica e culturale per gli immigrati”. “Noi non siamo contrari alla riqualificazione di quel complesso – prosegue Rocca – ma messo così il progetto sembra la legittimazione dell’occupazione”. “Chi occupa, non dovrebbe rientrare nelle graduatorie di Edilizia residenziale pubblica”.





