Salviamo e rafforziamo i consultori del Municipio
di Antonella Di Grazia
Dopo anni d’aspre contese, finalmente, il 16 aprile del 1976, la Regione Lazio, accolse le richieste che provenivano dalla galassia del movimento femminista e varò la legge n. 15, dedicata all’Istituzione del servizio d’assistenza alla famiglia e d’educazione alla maternità e paternità responsabili, con la quale furono introdotti i Consultori familiari pubblici, primo passo verso quella vittoria che qualche anno più tardi sarebbe stata completata con l’acquisizione della legge 194/78.
Il Consultorio Familiare è un servizio d’assistenza alla famiglia e d’educazione alla maternità e paternità responsabili, rivolto alla salute della donna e della coppia. …..
Salviamo e rafforziamo i consultori del Municipio
di Antonella Di Grazia
Dopo anni d’aspre contese, finalmente, il 16 aprile del 1976, la Regione Lazio, accolse le richieste che provenivano dalla galassia del movimento femminista e varò la legge n. 15, dedicata all’Istituzione del servizio d’assistenza alla famiglia e d’educazione alla maternità e paternità responsabili, con la quale furono introdotti i Consultori familiari pubblici, primo passo verso quella vittoria che qualche anno più tardi sarebbe stata completata con l’acquisizione della legge 194/78.
Il Consultorio Familiare è un servizio d’assistenza alla famiglia e d’educazione alla maternità e paternità responsabili, rivolto alla salute della donna e della coppia.
In un Consultorio possono essere richieste prestazioni in campo psicologico e/o sociale (individuali, familiari, di coppia e verso i minori), terapie sessuali, assistenza sanitaria e psico-sociale per gravidanza, contraccezione, sterilità ed interruzione volontaria di gravidanza, diagnosi precoce dei tumori della sfera genitale e delle malattie sessuali, problemi legati alla menopausa, controllo della salute e dell’accrescimento del bambino. Nei consultori si svolgono inoltre corsi d’educazione alla salute e di preparazione al parto. Nel Consultorio lavorano psicologi, assistenti sociali e sanitari, ostetriche, ginecologi e pediatri.
A partire della loro istituzione, i Consultori, hanno avuto, tra le prerogative di maggior rilievo, quelle legate al loro utilizzo da parte di minori, senza l’invadente accompagnamento d’adulti. Per la loro pubblicità, si stabilì che fosse istituita un’apposita segnaletica stradale e che si facesse uso della collaborazione da parte dei medici di base i quali avrebbero dovuto fornire le indicazioni necessarie per il loro utilizzo. I Consultori stessi avrebbero dovuto provvedere, da parte loro, allo sviluppo incontri, di dibattiti, d’indagini – con particolare riferimento ai luoghi di lavoro, alla scuola, agli agglomerati abitativi intensivi o sprovvisti di servizi sociali, esistenti nel territorio ove opera il Consultorio – e d’ogni altra iniziativa volta alla conoscenza e alla divulgazione dei problemi connessi alle attività di propria competenza.
Nello svolgimento dei suoi propri compiti, il Consultorio avrebbe dovuto operare in modo da promuovere nei cittadini e nelle comunità la coscienza dei diritti individuali e sociali che il servizio avrebbe dovuto assicurare agli utenti e per fornire a loro un sostegno oggettivo all’effettivo esercizio di tali diritti.
Oggi, a quasi trenta anni dalla sua entrata in vigore, la legge mostra i suoi limiti. Da un lato le croniche carenze economiche ed amministrative legate alla gestione della Sanità pubblica, dall’altro quelle legate alla mancanza di risorse strumentali ed umane ed infine, soprattutto durante questi ultimi periodi, la smaccata volontà politica di schierarsi contro le conquiste di progresso civile, hanno fatto sì che gli indirizzi di legge siano stati quasi del tutto disattesi.
Nel nostro Municipio, a fronte di circa 150.000 abitanti, sono stati costituiti solamente due consultori, siti precisamente in Via dei Lincei, 93 (tel. 06/5115696) e in Via Montuori, 5 (06/5120017), laddove le norme istitutive prevedono invece la presenza di un consultorio per ciascun distretto dell’unità sanitaria locale, a conti fatti circa un consultorio ogni 20.000 persone.
Purtroppo, per l’istituzione di queste iniziative di progresso, si è ancora alle prese con quel pensiero retrivo che permea a tutt’oggi una parte della nostra società e che non perde occasione, per inviare messaggi neanche tanto celati, tesi a produrre un forte disagio emotivo e psicologico al lavoro degli operatori dei consultori ed alle donne che, in piena consapevolezza ed autodeterminazione, intendono avvalersi di una legge dello Stato italiano, quale quella sull’interruzione volontaria della gravidanza (IVG). Recando così, oltre al danno economico di chi vede discriminato il proprio lavoro, un attacco particolarmente offensivo alla dignità femminile, nel suo diritto all’autodeterminazione, alla libertà e alla consapevolezza che è necessario accompagnino la maternità.
Gli interventi che chiediamo vengano effettuati, devono essere orientati ad una politica incentrata sul rispetto di quegli ideali che hanno come obiettivo prioritario il miglioramento della qualità della vita. Il diritto di ogni cittadina e cittadino ad una adeguata dotazione di servizi pubblici deve essere considerato inalienabile ed il riconoscimento del valore sociale di queste iniziative deve essere sancito attraverso l’approntamento di nuovi spazi e di norme d’uso che ne garantiscano il pieno sviluppo.
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 1 – Aprile 2004





