“Questa non è una riqualificazione”. Lo sdegno dei residenti di Piazza dei Navigatori

Nel corso degli ultimi mesi Piazza dei Navigatori ha cambiato volto. Il giardino che si trova in corrispondenza degli edifici storici non presenta più quattro ingressi e uno spiazzo centrale dotato di panchine: adesso a collegare via delle Sette Chiese e la fermata dell’autobus su via Cristoforo Colombo è una strada di quattro metri di larghezza che taglia a metà l’area verde.

Nel testo della deliberazione municipale la costruzione di questo collegamento è intesa come “un forte attrattore sociale” inserito all’interno di una “redistribuzione degli spazi da destinare ad aree verdi e percorsi” che di conseguenza “determina una gerarchia di percorsi e spazi di sosta.” Ma molti cittadini sono rimasti perplessi dalla portata e dall’apparente mancanza di criterio degli interventi.

Disappunto di residenti e tassisti

La “gerarchia di percorsi” promessa dalla deliberazione non esiste – lamentano i residenti – perché la strada adesso è una sola, e sicuramente non opera da attrattore sociale in quanto collega un mercato semideserto (quello in via delle Sette Chiese vicino a largo Bompiani) con una via di scorrimento come la Cristoforo Colombo.

Il percorso in questione, privo di segnaletica o dissuasori, risulta inoltre eccessivamente largo per un passaggio pedonale, talmente largo che molti autisti in passato l’hanno scambiato per una strada carrozzabile, usandolo come scorciatoia e addirittura parcheggiando in mezzo al giardino. Dopo l’intervento della polizia municipale l’episodio non si è ripetuto.

Questi lavori di “riqualificazione” – sono in molti a mostrare perplessità sull’utilizzo di questo termine – sono iniziati lo scorso 24 febbraio, e sarebbero dovuti terminare circa due mesi dopo, il 26 aprile, anche se tuttora mancano le panchine, l’illuminazione a pavimento e i tombini che erano stati previsti dalla deliberazione del Municipio. Alcuni residenti dei palazzi storici, inoltre, assicurano che durante gli interventi due pini sono stati rimossi, diverse piante di oleandro sono state estirpate e che è diminuito anche il numero dei lampioni; già alle diciotto, difatti, la piazza è quasi completamente al buio.

Le principali criticità

“Ci hanno avvisati da un giorno all’altro, chiamando riqualificazione quella che è un totale stravolgimento dell’impianto del giardino” ci ha raccontato Alessandra De Cesare, promotrice di una petizione che al momento ha raccolto circa quattrocento firme con l’obiettivo di proporre il ripristino della configurazione originale dell’area. “Pensavamo che riqualificare un’area verde significasse piantare alberi, sistemare le aiuole, rimettere le panchine che erano rotte. Invece hanno stravolto tutto, peggiorando la situazione.”

A suscitare indignazione è soprattutto la costruzione della strada che taglia a metà il giardino e che, correndo parallela ai palazzi, isola questi ultimi rispetto a via delle Sette Chiese e soprattutto dalla fruizione del giardino stesso. Per accedere all’area verde, infatti, adesso bisogna passare per la nuova piazzola dei taxi, recentemente introdotta in sostituzione di una fermata già presente nella strada adiacente.

Attualmente però quest’area viene usata come posteggio dai residenti, perché il parcheggio dei taxi – che non dispone ancora della colonnina – non è entrato in funzione. Ma le criticità riscontrate riguardo questa nuova sistemazione per i taxi sembrano essere già due. Da una parte la difficoltà per gli autisti di mantenere l’ordine di arrivo in un parcheggio a spina di pesce; d’altra parte la pericolosità della piazzola situata in mezzo a un giardino buio. “Un tassista ci ha già detto che qui il turno di notte non lo farà mai” ci ha confermato Rossella Chiossi, una residente della zona. “Lo ritiene pericoloso perché l’accesso alla piazzola è unico.

Si entra e si esce dallo stesso varco. Pertanto, se quest’unico ingresso viene bloccato da un malintenzionato, i tassisti non potrebbero uscire e dunque si troverebbero in una situazione di pericolo.”

Il degrado aumenta

A questa situazione di disagio si unisce il degrado. Spazzatura abbandonata nelle aiuole, tubi e tombini sporgenti, addirittura delle siringhe che i residenti affermano di aver trovato nel nuovo parcheggio, tra una macchina e l’altra. “Qui dietro si può nascondere chiunque” ha continuato Alessandra De Cesare. “Con le macchine disposte nel posteggio parallelamente alla strada, in modo da coprire la vista, questa di notte è diventata una piazza pericolosa.”

Dunque scomodità, pericolo, disagio, ma anche un problema di ordine estetico. Se prima il giardino era abbandonato, sporco e pieno di erbacce – e quindi bisognoso di una riqualificazione – è anche vero che adesso ospita un parcheggio.

E se prima gli edifici affacciavano su un parco – lamentano i residenti – adesso molti appartamenti danno su una spianata di cemento. La mancanza di un fazzoletto verde sotto le finestre è un problema particolarmente sentito da quando i residenti hanno scoperto che a breve, nell’area prospicente il giardino, verrà edificata la Foresta Romana, il progetto di architettura sperimentale che comprenderà edifici di oltre dieci piani, i quali toglieranno panorama, aria e luce ai palazzi storici.

“I parcheggi, poi, da quando sono iniziati i lavori stanno diventando un problema” ha proseguito Rossella Chiossi. In vista dell’edificazione della Foresta Romana, un intero marciapiede è stato transennato. “E chi ha la macchina dove la mette? A volte sono costretta a non uscire di casa perché, al ritorno, non so dove parcheggiare” ha concluso la residente. Solo uno degli edifici affacciati sul largo, infatti, è provvisto di parcheggio interno.

In conclusione

La piazza che da anni per molti cittadini era un luogo di incontro e aggregazione, con i propri punti di riferimento e i frequentatori abituali, adesso al massimo è una zona di passaggio.

La speranza di vedere quel giardino più pulito, verde e frequentato sembra essere sfumata definitivamente. “Quando abbiamo letto che avrebbe fatto una riqualificazione abbiamo festeggiato” ha concluso Alessandra De Cesare. “Speravamo in un miglioramento, con più alberi e panchine, magari anche un’illuminazione migliore. Ma sicuramente non immaginavamo niente di tutto questo.”

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