Italo Mattioli targato Team Boxe è l’allenatore dell’anno

Di Ilaria Proietti Mercuri

Un ring, dei sacchi, le corde per saltare appese: nient’altro. Alla Team Box della Montagnola non si trovano centinaia di attrezzi da palestra. Esiste solo il pugilato, ma forse è proprio per questo che i risultati arrivano sempre. E dove ci sono grandi atleti non mancano grandi allenatori.

Italo Mattioli, fondatore insieme a Luigi Ascani della famosa palestra di Roma sud, ha ricevuto dalla boxeringweb il premio di allenatore dell’anno.

Quando andiamo a trovarli per l’intervista, non appena aver saputo del premio, incontriamo sia Italo che Gigi sotto le corde del ring a seguire il primo allenamento di una lunga giornata. “Alza i gomiti!” Grida uno verso i ragazzi. “Perché te sei fermato? Forza continua!” Grida l’altro. Poi si girano entrambi, e non appena ci vedono: “Eccoli! Avete deciso de rispolverà Cara Garbatella eh!” Già, dopo ben un anno. Ma non siamo qui per parlare di questo. Così chiediamo subito a Italo come sia arrivato a vincere il premio di allenatore dell’anno.

Lui, prontamente risponde che in palestra c’è nato. Perché suo nonno era un maestro di pugilato, così fin da piccolo iniziò a masticare cazzotti e sudore. Poi si sposò molto giovane, divenne infermiere al San Camillo e mise lo sport da parte per un po’. Ma lontano dai guantoni non durò molto, così ricominciò ad allenarsi alla Preneste Ring, e già lì, il maestro Sergio Natale gli propose di prendere la tessera per insegnare: “ma io il maestro non lo volevo fare, per nessun motivo! Perché conoscevo tutti i sacrifici”.

Cos’è che ha fatto cambiare idea a Italo? Forse una serie di circostanze, o forse, questo mestiere ce lo aveva nel sangue da sempre. Le cose andarono così: girando per varie palestre Italo entrò a far parte dell’Accademia pugilistica Trastevere. Lì conobbe Massimo Sisani, storico maestro del pugilato romano che è venuto a mancare nel 2019. “Lì Massimo iniziò a darmi le chiavi della palestra, mi diede talmente fiducia che l’unico mio modo per contraccambiare era aiutarlo ad allenare i suoi atleti”. Così Italo prese la tessera da allenatore. Dopo circa 10 anni il locale della Trastevere venne tolto alla Società. “Allora io e Gigi, che ci conoscevamo da una vita, entrambi cresciuti alla Garbatella e amanti del pugilato, decidemmo di cercare una nuova palestra”. Inizialmente, quella che oggi è la Team Boxe, era un luogo abbandonato, pieno di calcinacci, scatoloni e polvere. E nel 2003 Italo e Gigi, dopo essersi rimboccati le maniche e aver tirato su quello che è l’attuale impianto, iniziarono la loro avventura di traguardi e tante soddisfazioni. “Ormai sto più con lui che con mi moje”, ride Gigi guardando il collega e consapevole di dire la verità. Poi aggiungono: “Quello che ci unisce qui è la passione, ma soprattutto il fatto che questo posto non ha barriere né etniche né sociali, non ha colori politici, nessuna appartenenza. Qui si fa sport sano, con principi morali che ogni giorno cerchiamo di insegnare ai ragazzi e chiunque è il benvenuto: dai campioni del mondo come Giovanni De Carolis a chi non è ancora mai salito sul ring”.

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