Il tenore della Garbatella con le star della lirica

Franco Zaniol ha cantato nei più prestigiosi teatri del mondo

Se vedete passeggiare per le strade del nostro quartiere un uomo alto, dai capelli brizzolati, dal portamento autorevole, abbigliato in maniera semplice ed elegante, dai gesti sobri e con la voce chiara e sicura, avete di fronte un tenore d’eccellenza che ha calcato i palcoscenici più prestigiosi del mondo: Franco Zaniol.

La famiglia Zaniol, che in precedenza abitava a Borgo Pio in vicolo delle Palline, approdò nella Città Giardino nei primi anni Venti del secolo scorso e si stabilì al Lotto 3. Il papà di Franco, Alessandro (Sandro per gli amici), classe 1900, nel 1926 aprì il primo negozio di barbiere del quartiere in via Enrico Cravero a pochi passi dal Cinema teatro di piazza B. Romano.

Grande appassionato di canto lirico, nella sua bottega, tra un taglio e una barba, Sandro intonava le arie più famose per la gioia dei presenti. Quando poi il negozio abbassava le serrande, si ritrovava con gli amici, tra cui Gino Luci e Marcello il macellaio, tutti tenori autodidatti del quartiere, a cantare brani lirici, musica napoletana e arie della tradizione romana.

Franco, quarto di cinque figli, nacque nel 1942 e crebbe in un ambiente modesto ma pieno di stimoli artistici, grazie anche alle inclinazioni musicali del padre. Fin da bambino, la grande passione per la musica si accompagnò ad un talento naturale per il canto.

Gli studi e la grande svolta

Iniziò studiando violino con il maestro Enrico Padella (nipote del maestro Massimo Pradella scomparso nel 2021), poi nel 1973 la grande svolta: vinse una borsa di studio al Conservatorio di musica di Santa Cecilia di Roma, grazie al direttore artistico Jacopo Napoli del Teatro dell’Opera di Roma il quale, ascoltandolo durante le prove del coro, era rimasto colpito dalla potenza e dalla brillantezza del suo registro vocale.

Nel 1974 Franco vinse il concorso Rai “Nati per la lirica” e nel 1975 conseguì il diploma di Conservatorio. Come maestro privato ebbe nientemeno che il famosissimo Mario Del Monaco, l’incontro con il quale ricorda con particolare affetto. “Mi trovavo in una profumeria in viale America all’EUR.

Fu lì che riconobbi Mario del Monaco, con cui iniziai a conversare parlando della sua recente rappresentazione della Tosca a Caracalla, alla quale avevo assistito. Andammo a gustare un caffè e diventammo amici. Ci trovavamo spesso a pranzo al ristorante Al Fungo, di cui Mario era azionista, andavamo al cinema, facevamo passeggiate insieme al mare perché lui era amante del silenzio.

Un giorno gli proposi di andare a conoscere mio padre alla Garbatella. Arrivammo sulla sua Bentley marrone in via Cravero, suscitando lo stupore di tutti. Ricordo c’erano tante persone che si avvicinarono incuriosite, il proprietario del negozio di calzature Ugo Latessa, Rascelli che aveva l’osteria di fronte. Mio padre uscì incredulo dalla bottega e fraternizzò subito con Mario. Del Monaco confessò che io avevo una voce molto importante, che mi avrebbe aiutato e consigliato per raggiungere l’eccellenza, impegno che successivamente mantenne.”

Nel 1976 Franco dovette rinunciare ad un concerto al Metropolitan di New York perché fu coinvolto in un grave incidente stradale che gli fece perdere l’uso della parola per oltre un anno ma, confortato dall’amore dei suoi cari, riprese a cantare e continuò la sua straordinaria carriera. Grande appassionato di aerei, ricorda con piacere un altro episodio tra i mille che ha vissuto.

Nel 1996, dopo essersi esibito nella Tosca a Parigi, si imbarcò per Montréal dove aveva in programma altri concerti. Dopo il decollo a bordo del Jumbo Jet chiese di poter accedere alla cabina di comando. Il comandante lo riconobbe, gli consentì di pilotare per qualche minuto, e di realizzare un sogno che coltivava da anni. Lo invitò quindi a intonare un’aria della Tosca, cosa che Franco fece con entusiasmo. Appena conclusa l’esibizione estemporanea partì l’applauso scrosciante dei 480 passeggeri: il comandante aveva aperto il collegamento fonico all’interno della cabina di volo diffondendo la voce del nostro tenore sia all’interno del velivolo sia di altri aerei in quel momento in volo. Poter cantare nel cielo a 10 mila metri di altezza ed essere ascoltato da più di mille persone fu una esperienza incredibile e inattesa.

Partecipò spesso a serate di beneficenza, per finanziare la ricerca sulla leucemia e sulle malattie rare, o per costruire scuole e asili. Franco ha collaborato con i più grandi musicisti del secolo quali Josè Carreras, Angeles Gulìn, Vladimir Spivakov, Elena Mauti Annunziata, Riccardo Muti, Galliano Masini, Flaviano Labò, Giuseppe Di Stefano, Katia Ricciarelli, Luciano Pavarotti. Ha calcato le scene dei teatri italiani più importanti a Roma, Parma, Piacenza, Cremona, Milano, Napoli, Reggio Emilia, Verona e si è esibito nelle grandi città del mondo quali Montreal, Toronto, New York, San Francisco, Londra, Parigi, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Sydney, Melbourne, Hong Kong, Tokyo, Singapore.

Pur avendo viaggiato tantissimo è sempre rimasto legato al suo quartiere. “Nessun albergo mi fa risvegliare sereno come quando sono a casa a Garbatella e ascolto il silenzio tra il canto degli uccellini al mattino.” Per il prossimo autunno Franco sta pianificando una prossima tournée in Canada e Australia, ma ha anche un paio di sogni che vorrebbe realizzare: “Mi piacerebbe far nascere nel mio amato quartiere una fondazione musicale, una scuola di canto che possa far innamorare della musica i tanti giovani che incontro per le strade. E vorrei esibirmi nuovamente in un concerto di beneficenza al Palladium: cantare a Garbatella sarebbe per me una soddisfazione immensa.

[Articolo pubblicato sul periodico Cara Garbatella, Anno XVIII – Giugno 2024/numero 64, pag. 4]

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