I registi la cercavano per la sua “romanità”

Intervista con l’ attrice Rossana Di Lorenzo

I registi la cercavano per la sua “romanità”

di Francesca Vitalini

Io c’ho sempre avuto un grosso trasporto pe’ ‘sto quartiere. Io amo proprio il quartiere, perché qui se respira la romanità. Chi si presenta è Rossana Di Lorenzo, classe 1938, attrice tra gli anni ’70 e ’90, autentico personaggio della Garbatella, il quartiere nel quale ha vissuto fin dall’infanzia.
Ed è proprio la “romanità” che balza agli occhi osservando Rossana, perché il dialetto, i suoi modi schietti e il suo fisico statuario rientrano in quell’immagine di romana che è stata consacrata dai media. Non è un caso, quindi, che siano state queste caratteristiche ad essere notate dai registi a partire dagli anni ’70. …..

Intervista con l’ attrice Rossana Di Lorenzo

I registi la cercavano per la sua “romanità”

di Francesca Vitalini

Io c’ho sempre avuto un grosso trasporto pe’ ‘sto quartiere. Io amo proprio il quartiere, perché qui se respira la romanità. Chi si presenta è Rossana Di Lorenzo, classe 1938, attrice tra gli anni ’70 e ’90, autentico personaggio della Garbatella, il quartiere nel quale ha vissuto fin dall’infanzia.Rossana Di Lorenzo
Ed è proprio la “romanità” che balza agli occhi osservando Rossana, perché il dialetto, i suoi modi schietti e il suo fisico statuario rientrano in quell’immagine di romana che è stata consacrata dai media. Non è un caso, quindi, che siano state queste caratteristiche ad essere notate dai registi a partire dagli anni ’70.
La nostra intervistata inaugura la sua carriera di attrice con il film “Il presidente del Borgorosso Football Club” di Luigi Filippo D’Amico, lavorando al fianco di Alberto Sordi.
“Me credevo che fosse ‘no scherzo perché io so’ venuta dal niente”, ricorda. “M’ha telefonato un amico che lavorava fisso co’ Sordi ed abitava qui, sulla salitella pe’ andà a piazza Brin, e m’ha detto che Sordi cercava ‘na persona e voleva me…Io nun ce pensavo pe’ niente al cinema …, ma era vero, proprio Sordi me cercava”.
Nel 1970, quindi, Rossana gira il suo primo film, ma in qualche modo era già conosciuta nell’ambiente perché nei rotocalchi di quegli anni compare in fotografia a fianco di Maurizio Arena, suo fratello, attore neorealista e poi anche regista.
“Sordi m’aveva visto sui giornali, lui voleva ‘na faccia romana … così me chiama pe’ telefono, ride come solo lui sa fa’ e me domanda ‘Come va Contessa?’ e così vado a fa’ il provino in Emilia Romagna, dove stava, con mio figlio che allora aveva sei o sette anni”. Da quel momento Rossana Di Lorenzo comincia a lavorare nel mondo del cinema e, sebbene abbia recitato in diciannove film, ancora adesso indugia a parlare di sé come attrice. ” Pe’ me, onestamente, me riesce difficile parlare de me”, svela, “perché io so’ sempre, pe’ tutti, e ne so’ fiera, la sorella de Maurizio Arena”. Si mette dunque modestamente in secondo piano, pur se la nostra protagonista nel suo curriculum può vantare di aver lavorato con registi del calibro di Ettore Scola, di Mauro Bolognini, di Vittorio Gassman, di Luciano Salce di Mario Monicelli e di aver recitato al fianco del già citato Alberto Sordi, di Anthony Quinn, di Ugo Tognazzi, di Alain Delon, di Carlo Verdone, di Monica Vitti.
Ma quello che colpisce di Rossana è proprio la sua semplicità. Dopo aver lavorato per circa dieci anni nel mondo del cinema (e aver rifiutato una proposta di Fellini per “Amarcord”!) Rossana Di Lorenzo decide di abbandonare le scene per qualche tempo. Rispolvera la sua licenza da erborista ed apre un negozietto a Roma, sulla Portuense. La decisione nasce da un insieme di fattori: “Mio fratello è morto presto e ha lasciato un figlio di otto anni, io ne avevo uno di sedici, mamma era anziana … dovevo curarli, non potevo girare tanto per i film, sono stata anche in Africa, a Parigi in America, ma non è possibile quando c’hai ‘na responsabilità perché prima di tutto vie’ la famiglia”. Rossana lavora lì per tredici anni ma l’ambiente diventa inevitabilmente claustrofobico per chi è abituato a spazi più ampi.
Così, dopo la telefonata di Ettore Scola per “Ballando, ballando”, decide di rientrare nel mondo del cinema. Lavora, poi, anche in televisione in ” Subbuglio” con Magalli e a teatro nello spettacolo del ’97 dal titolo “Soap” con il nipote Pino Insegno. Interpreta, poi, anche il personaggio di Sora Garbatella per alcune iniziative di quartiere organizzate dall’associazione culturale “Il tempo ritrovato”.
Dalla metà degli anni ’90 decide di smettere di lavorare nel cinema, anche se è ancora contattata dai registi. “Cara Garbatella” la saluta e la ringrazia per l’intervista, rimarcando la sua simpatia genuina e la spontaneità con la quale parla del suo passato cinematografico, che tenta più di celare che di ostentare.

 

 

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