Ciao Cesare

In questi giorni ci ha lasciato per sempre Cesare Bartolucci, uno dei figli della Garbatella popolare e antifascista, quella degli Alberghi. Aveva 80 anni e vogliamo ricordarlo con quel suo carattere di romano verace, sarcastico, sempre pronto alla battuta seduto al bar di piazza Biffi o tra gli amici di piazza Michele da Carbonara.

La sua famiglia di origine era stata trasferita, come tante altre, dal centro storico in quei palazzoni, all’epoca senza servizi che erano gli Alberghi suburbani.

Un giorno mi disse: “Quando mio padre Armando venne ad abitare al lotto 41, il Bianco, stavano in dieci in una stanza. Con mia madre Giovanna c’erano già sei figli e i miei zii Aldo e Renato. Erano tempi magri – continua il racconto Cesare- , mi ricordo che alcune volte nel dopoguerra si svoltava mangiando uccelli, ranocchie e “ruelle” ( dei pesci di acqua dolce) che mia madre e mio padre pescavano nelle “marane” qui intorno. Mi ricordo molto bene anche di mia nonna, Angela Tordeschi, che morì inferma sotto i bombardamenti del 7 marzo del “44 all’Albergo Bianco. L’hanno tirata fuori dopo sette giorni, con mio padre che scavava le macerie con le mani”.

Cesare era figlio di Armando Bartolucci “er manciola”, stimato comunista della Garbatella. Ci teneva a sottolineare che: “tra i patrioti che il giorno prima della Liberazione di Roma, occuparono la Villetta c’era anche mio padre. E sono orgoglioso che il suo nome venga ricordato su una lapide che oggi campeggia in quel cortile.”

Ai figli Francesca e Simone le condoglianze di tutta la redazione e dell’associazione Cara Garbatella.

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