Si è concluso al Centro anziani Casale Ceribelli il ciclo di incontri organizzato dal Municipio VIII e il Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi Roma Tre “La Scienza Sotto Casa“. Dopo la passeggiata geologica per le strade della Garbatella, la lezione sulla fisica del caffè al bar Pappagone e l’iniziativa sui cambiamenti climatici al Millepiani Coworking, il quarto ed ultimo appuntamento è stato “Neuroscienze da (S)ballo! Come la danza aiuta a mantenere giovane il cervello”.
Grazie al prezioso contributo delle professoresse dell’Università di Roma Tre Maria Marino, Sandra Moreno, Valentina Pallottini e Viviana Trezza, intervistate dalla giornalista Livia Parisi, è stato possibile affrontare la tematica dell’invecchiamento fisico e cerebrale e di come la danza, attraverso la ripetizione dei movimenti, possa stimolare la memoria aiutando i neuroni a formare maggiori collegamenti tra loro.
“Il ballo non allunga la vita, ma ci fa vivere meglio” afferma la prof. di Endocrinologia molecolare Maria Marino spiegando la distinzione tra l’attività fisica e il vero e proprio esercizio fisico. Il secondo, infatti, stimola la produzione dell’irisina, detto l’ormone degli atleti, che risulta essere il responsabile dei benefici ricavati da un allenamento fisico intenso e potrebbe portare novità su possibili trattamenti di malattie come l’obesità e il diabete.
La prof. Trezza si è soffermata invece sull’aspetto relazionale della danza. In vecchiaia molti tendono all’isolamento, mentre mantenere una solida rete sociale aiuta molto il proprio benessere psicofisico attraverso le endorfine che vengono liberate quando interagiamo con gli altri. Dunque, la frase “gli amici alleviano il dolore”, non risulta essere solo un modo di dire, ma trova anche le sue fondamenta scientifiche.
Le dichiarazioni di Sandra Romero
“Si tratta di un’iniziativa estremamente interessante da parte del Municipio”. Afferma Sandra Romero, docente di Neurobiologia molecolare presso l’Università degli Studi Toma Tre. “Quest’incontro permette a noi accademici di avvicinarci ad un pubblico più ampio per poter spiegare dal punto di vista scientifico alcuni aspetti della vita comune, come l’invecchiamento, sfatando i miti che ci vengono imposti dai media molto spesso in maniera imprecisa”.
“Il contesto è quello giusto – conclude – in quanto il centro anziani è un luogo in cui le persone voglio sapere come mantenersi attive e noi, nelle due ore passate insieme, abbiamo cercato di contribuire alla causa fornendo informazioni specifiche e qualche consiglio utile sull’invecchiamento fisiologico, al fine di poterlo contrastare al meglio”.





