In libreria “Generazione di rimessa” di Gianni Rivolta
Con il suo secondo romanzo Andrea Catarci ci consegna un pezzo importante e poco conosciuto della sua vita.
Dopo “Resistere è anche un destino.
Storie familiari nel Novecento romano (Palombi 2017), dove l’ex presidente dell’VIII Municipio, ha raccontato la storia dei suoi nonni Vincenzo e Armando, intrecciata agli avvenimenti salienti del secolo scorso, questa volta a mettersi in gioco è proprio lui.
Andrea srotola la sua vita in un rimando di specchi, dai più semplici ai più complessi, da quelli dell’infanzia a quelli della maturità: “questo era a spicchi separati che ne componevano una forma rettangolare irregolare, lasciando spazi simili a insenature, da cui si intravedeva il muro. Era meno funzionale ma dava più stimoli all’immaginazione.
Era meno compatto ma esaltava le congiunzioni. Era lucido al centro e opaco verso i bordi a sfumare nelle differenze. Prima la famiglia era stato il pezzo unico che mi garantiva la sicurezza di poter crescere con serenità nelle contraddizioni, di potermi inquietare e calmare, di poter fuggire e scattare in avanti avendo sempre una porta aperta al ritorno.
Dopo, varcata la soglia e imboccate le strade di Roma, c’erano tante parti che dovevo mettere insieme, del passato e del presente, per costruire una prospettiva, ricercando le simmetrie e interrogandomi sui punti di rottura……”
Così con una scrittura intima e appassionata Andrea ci consegna la sua seconda opera di narrativa,un racconto autobiografico nel quale ci racconta dal palcoscenico di un piccolo paese della provincia a nord di Roma un decennio difficile e trascurato: gli anni Ottanta.
Un decennio che le generazioni più fortunate del ’68 e del ‘77 hanno etichettato riduttivamente, come gli anni del riflusso della politica, dell’arrivismo e dello yuppismo.
Un decennio devastato dall’eroina, la terribile falce che mieteva decine e decine di vittime nei quartieri popolari, tra gli amici e i conoscenti, tra quelli che avevano abbandonato la militanza politica per rifluire nel privato, nello “sballo”, nei mistici viaggi in India.
“Proprio nei flutti imponenti di Roma avremmo provato a ricostituire spazi di relazione e ricomposizione di proletari e sottoproletari, per contendere la strada a coetanei abbrutiti e più numerosi, contrastando sia l’arrivismo dilagante delle “città da bere” che il naufragio nelle “città delle pere”, consolidando le reti corte di solidarietà e comunanza”…..”
Se i Sessanta erano stati gli anni di una duplice aspirazione, ancora vaga, a socialismo e libertà sessuale, i Settanta quelli della conflittualità sociale, noi eravamo diventati sempre di più una generazione di rimessa”.
Andrea e i suoi amici più intimi Elena, Guido, Giacomo sono tra gli interpreti più veraci e schietti di una stagione di lotte di minoranza: quelle antinucleari col blocco della centrale di Montalto di Castro nel dicembre 1986, sfociate nel referendum nazionale dell’anno successivo, le mobilitazioni antimilitariste e poi il movimento della Pantera contro la riforma Ruberti all’Università negli anni Novanta.
(Generazione di rimessa. Amicizie e resistenze negli anni ’80. Derive Approdi, euro 16,00).
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