Un grande presepe animato nella parrocchia di Santa Galla
di Antonella Di Grazia
La tradizione, tutta italiana, del presepe risale all’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della natività di nostro Signore.
Per comprendere il significato originario del presepe, bisogna tornare indietro nei millenni, cioè alla tradizione, profondamente radicata nella cultura etrusca e latina dei larii. I quali …..
Un grande presepe animato nella parrocchia di Santa Galla
di Antonella Di Grazia
La tradizione, tutta italiana, del presepe risale all’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della natività di nostro Signore.
Per comprendere il significato originario del presepe, bisogna tornare indietro nei millenni, cioè alla tradizione, profondamente radicata nella cultura etrusca e latina dei larii. I quali erano gli antenati defunti che vegliavano sul buon andamento della famiglia.
Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta di terracotta.
In occasione della festa del “Sol Invictus”, solennità che celebrava il solstizio d’inverno, i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno.
In questa occasione, il compito dei bambini era quello di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. La sera della vigilia della festa, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e
lasciare ciotole con cibo e vino. Al mattino seguente, al posto delle ciotole i bambini trovavano giocattoli e dolci, “portati” dai loro trapassati nonni e bisnonni.
Nell’accezione cristiana, la parola “presepe” significa letteralmente “mangiatoia” e per antonomasia indica la greppia, nella quale, come è raccontato nel Vangelo di Luca, fu collocato il Bambino Gesù alla sua nascita, non avendo la santa coppia di Maria e Giuseppe trovato alloggio nella locanda.
Essendo di tradizione antichissima e particolarmente sentita, perché rivolta al ricordo dei familiari defunti, il presepe è sopravvissuto nella cultura rurale italiana. In particolare, a partire dal XVII secolo, il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all’invito dei papi Paolo III e Pio IV che durante il Concilio di Trento ne esaltarono la capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare.
Attualmente i presepi più conosciuti sono quelli di San Gregorio Armeno a Napoli, quello monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna e quello della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, che vengono allestiti ogni anno per le celebrazioni natalizie. Ho ancora vivido nei miei occhi di bambina il ricordo dei Natali della mia infanzia, quando per la festività dell’Immacolata chiedevo puntualmente alla mia nonna materna di accompagnarmi a vedere il presepe che la nostra chiesa di quartiere allestiva nel piccolo spazio dedicato all’adorazione del Signore.
Era per me fanciulla un momento di gioia osservare quel paesaggio di pastori , artigiani, gli animali delle piccole fattorie e le casette arroccate sulle grandi montagne di carta pesta che circondavano quella capanna dove alla vigilia di Natale sarebbe stato posto il Bambino. Il laghetto dove si abbeveravano le greggi e il bue e l’asinello vicino alla mangiatoia, le luci colorate che si accendevano e spegnevano animando il fuoco del forno del pane, i locali e le casette dove sulla soglia si affacciavano i personaggi del presepe che si accingevano a raggiungere la capanna, la stella cometa nel cielo e i re magi che scendevano lentamente sui loro cammelli dai luoghi circostanti.
Quest’anno, avremo l’occasione di rinverdire le nostre memorie e di rivivere quelle stesse sensazioni, poichè la Parrocchia di Santa Galla sta organizzando l’allestimento di un grande presepe artigianale che sarà collocato nei locali adiacenti al Teatro “In Portico”.
Il presepe, realizzato dal mastro artigiano Dante Pica, raccogliendo materiali d’epoca e curandone minuziosamente l’assemblaggio è completamente animato ed è stato realizzato con statuette alte circa 15 cm, che si muovono grazie a dei motorini elettrici; i loro abiti, uno spettacolo di colori e tessuti, sono stati tutti abilmente prodotti con stoffe di rimanenza. L’opera, sarà visitabile secondo il seguente calendario: a partire dall’8 dicembre, tutti i sabati e le domeniche del mese incluso il giorno di Natale e di Santo Stefano, la mattina tra le ore 11,30 e le 13 e il pomeriggio tra le 15 e le 19. A partire dal 24 dicembre e fino al 6 gennaio, il Presepe rimarrà visitabile nei giorni festivi secondo gli orari precedentemente descritti e nei giorni feriali tra le 15 e le 19.)
Copyright tutti i diritti riservati – Cara Garbatella Anno 4 – Dicembre 2007





